sabato 29 giugno 2019
Lo sbarco nella notte, Carola Rackete è ora ai domiciliari. Berlino: soccorrere vite umane in mare non può essere criminalizzato. Salvini risponde: non prendiamo lezionì
Carola Rackete scende dalla Sea Watch (frame da video Ansa)

Carola Rackete scende dalla Sea Watch (frame da video Ansa)

COMMENTA E CONDIVIDI

Non si fanno attendere, dopo l'arresto della capitana della Sea Watch, Carola Rackete, le critiche di Parigi e Berlino sulla gestione della situazione parte del Governo italiano. Il ministro dell'Interno francese, Christophe Castaner, in un lungo comunicato pubblicato sul sito del dicastero, ribadendo che la Francia è disposta ad accogliere 10 dei migranti sbarcati nella notte a Lampedusa, spiega che è «sbagliato affermare che l'UE non ha dimostrato solidarietà con l'Italia» e che comunque ora il governo italiano, con «la chiusura dei suoi porti in violazione del diritto internazionale del mare», sta assumendo soluzioni «non concertate con i suoi partner europei». Il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas, ha invece preferito scrivere su Twitter la sua riflessione: «Salvare vite umane è un obbligo umanitario. Il salvataggio in mare non deve essere criminalizzato. Spetta alla giustizia italiana chiarire velocemente le accuse». La replica arriva dal ministro dell'Interno Matteo Salvini: «Difendere i confini nazionali non è un diritto ma un dovere. L'Italia non prende lezioni da nessuno e dalla Francia in particolare», aggiungendo che «Parigi ha chiuso Schengen, era in prima fila per bombardare la Libia, abbandonava immigrati nei boschi italiani».

Sul tema è intervenuto anche il Segretario di Stato della Santa Sede, il cardinale Pietro Parolin, che, rispondendo ai giornalisti a Potenza, a conclusione della Messa celebrata nell'ultima giornata della Festa di Avvenire, ha detto: «Io credo che la vita umana va salvata in qualsiasi maniera, ecco. Quindi quella deve essere la stella polare che ci guida, poi tutto il resto è secondario».

Lo sbarco in piena notte

Alla fine, dopo un lungo stallo, la capitana Carola ha fatto la propria mossa, decidendo di procedere verso il porto nonostante la mancanza di autorizzazione. All'una e cinquanta di questa notte, la Sea Watch, ferma da tre giorni alla fonda a mezzo miglio da Lampedusa, è entrata nel porto dell'isola. La nave è rimasta per qualche minuto all'esterno del porto, bloccata da una motovedetta della Gdf, poi ha fatto "macchina avanti" e si è diretta verso la banchina, dove ha attraccato. "Basta, dopo 16 giorni entriamo in porto", ha scritto la ong su Twitter.

Prima di attraccare, una motovedetta della Guardia di Finanza ha tentato più volte di impedire l'ormeggio, fino a quando si è dovuta sfilare per non rimanere incastrata fra la Sea Watch e la banchina. Poco dopo, i militari sono saliti a bordo della nave e hanno prelevato la giovane donna. Rackete è ora in stato di arresto per violazione dell'Articolo 1100 del codice della navigazione: resistenza o violenza contro nave da guerra, un reato che prevede una pena dai tre ai 10 anni di reclusione. Il comandante della tenenza di Lampedusa delle Fiamme Gialle, luogotenente Antonino Gianno, ha prelevato personalmente la comandante a bordo della Sea Watch con l'ausilio di altri 4 finanzieri, notificandole in caserma il verbale di arresto. La Guardia di Finanza e la Polizia hanno posto sotto sequestro l'imbarcazione.

In base al Decreto Sicurezza bis scatteranno anche sequestro amministrativo e sanzione pecuniaria da 20mila euro che, in caso non venisse pagata nei termini, potrà arrivare fino a 50mila euro.

Carola andrà agli arresti domiciliari. I domiciliari sono stati decisi dalla Procura di Agrigento che la accusa di resistenza e violenza a nave da guerra e tentato naufragio.

La comandante si è scusata per la manovra attuata al momento dell'approdo. "Vi chiedo scusa, ma non era assolutamente nelle mie intenzioni venirvi addosso", ha detto la giovane, così come riportato dall'Adnkronos. "La mia intenzione era quella di completare la mia missione, non certo di speronarvi". E ha spiegato di avere agito così perché ha seguito "l'addestramento che ha avuto per le manovre per entrare in porto" con quella nave da 600 tonnellate.

Migranti sbarcati

I 40 migranti a bordo della Sea Watch sono scesi per poi essere trasferiti al centro di accoglienza sull'isola. Prima di sbarcare dalla nave i migranti hanno salutato e abbracciato i volontari della ong che in queste due settimane li hanno assistiti. Dalla nave sono scesi anche i parlamentari che avevano condiviso questi giorni con migranti ed equipaggio per solidarietà.

I migranti dovrebbero essere ridistribuiti tra diversi Paesi europei. La Francia si è detta disponibile ad accoglierne 10.

Applausi e fischi

Quando la nave ha attraccato al molo del porto c'e' stato uno 'scontro' fra i sostenitori della ong che hanno applaudito la scelta della comandante e un gruppo di lampedusani tra cui l'ex vicesindaco Angela Maraventano, che ha urlato e inveito contro i volontari dell'organizzazione. "E' una vergogna - ha urlato Maraventano rivolta verso la nave -. Qui non si può venire a fare quello che si vuole, non venite nelle nostra isola se no succede il finimondo". E poi, "fate scendere i profughi - ha aggiunto rivolgendosi alle forze dell'ordine - e arrestateli tutti". All'ex vicesindaco ha risposto l'ex sindaco Giusi Nicolini: "Che vuoi tu, chi sei tu per decidere chi deve venire e chi no".

Alcune persone presenti al momento dello sbarco si sono lanciate in insulti sessisti gravissimi.

La Ong: "Non avevamo scelta"

"Non avevamo scelta, al comandante, iscritto nel registro degli indagati, non è stata data nessuna soluzione di fronte a uno stato di necessità dichiarato trentasei ore fa e quindi era sua responsabilità portare queste persone in salvo", la portavoce della Sea Watch, Giorgia Linardi, ha commentato così la scelta della comandante della nave, Carola Rackete, di entrare in porto. "La violazione - ha aggiunto Linardi - è stata non del comandante, ma delle autorità che non hanno assistito la nave per sedici giorni". Ma ora
il comandate rischia l'arresto?, le è stato chiesto: "Potrebbe - ha risposto -. Vediamo cosa accade".

L'ira del ministro Salvini

Appema informato dell'attacco della nave, il ministro dell'Interno e vicepremier leghista Matteo Salvini è andato su tutte le furie: "Comportamento criminale della comandante della Sea Watch, che ha messo a rischio la vita degli agenti della Guardia di Finanza. Ha fatto tutto questo con dei parlamentari a bordo tra cui l'ex ministro dei trasporti: incredibile", ha commentato. Il ministro intorno a mezzogiorni ha condotto una diretta Facebook, nella quale ha sottolineato il comportamento pericoloso della comandante e biasimato gli avversari politici per il sostegno dato alla ong.

Processo per direttissima?

Ieri la nave è stata perquisita dalla Guardia di Finanza, quando era ferma a mezzo miglio al largo di Lampedusa. I finanzieri sono saliti a bordo su disposizione dei pm di Agrigento e stanno notificando al comandante Carola Rackete anche l'iscrizione nel registro degli indagati per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Stamani alle 9 era fissato il suo interrogatorio davanti ai Pm di
Agrigento. Ora potrebbe essere processata per direttissima. La comandante è stata infatti arrestata in flagranza di reato per
violazione dell'Articolo 1100 del codice della navigazione: resistenza o violenza contro nave da guerra, che prevede una pena dai tre a 10 anni di reclusione. A Rackete potrebbe essere contestato anche il tentato naufragio della motovedetta della Guardia di Finanza, speronata durante la manovra di attracco.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: