mercoledì 29 luglio 2009
Disco verde alla manvora. Una risoluzione Pdl-Lega impegna il governo a finanziare opere strategiche per il Sud e una «fiscalità vantaggiosa» per le aziende che investono nel Mezzogiorno.
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L'Italia non è in declino. L'economia tiene, la dinamica del deficit italiano è sotto la media europea e anche le entrate, tenendo conto del calo del 5% del Pil, vanno meglio di altri Paesi. E la linea prudente adottata dal governo sta dando i suoi frutti. Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti interviene così al Senato nel dibattito sulle mozioni per l'approvazione del Dpef, il Documento di programmazione economica e finanziaria con la quale il governo delinea la politica economica nei prossimi tre anni. Difende le scelte fatte dal governo, e argomenta il perché.Dalla Camera e dal Senato arriva, in rapida successione, un ok alle due risoluzioni di maggioranza, che - seppure con una forte accentuazione dei temi legati al Mezzogiorno poco presenti nel Dpef e la proposta di una fiscalità di vantaggio per le imprese che investono al Sud - diventano così una sorta di viatico politico all'attuazione dei contenuti riportati nel documento.Il Dpef potrebbe essere l'ultimo, andare in pensione. "La ragionevole previsione è che questo sia l'ultimo", sottolinea il ministro dell'Economia Giulio Tremonti facendo riferimento alla riforma delle leggi di Bilancio che, ottenuto il via libera al Senato, deve ora affrontare l'esame di Montecitorio. Alla Camera l'iter di riforma è partito e, compresa una terza lettura al Senato, si conta di chiudere entro novembre. Il Dpef, con il rito delle anticipazioni sui numeri, del confronto con le parti sociali e delle audizioni, lascerà il posto alla nuova "Decisione di Finanza Pubblica". La Dfp - che dal 20 luglio dovrà essere confrontata con gli enti territoriali - sarà presentata in parlamento entro il 20 settembre, non più entro il 30 giugno come il Dpef. Il quadro macro economico che delineerà sarà allora più aderente alla manovra finanziaria che la nuova "legge di Stabilità" porterà in Parlamento il 15 ottobre.Per ora il tema delle difficoltà dell'economia guida l'attualità. Tremonti, a Palazzo Madama, rivendica quanto svolto dal governo che fin dall'inizio "ha determinato la sua azione in funzione della crisi: nel Dpef dell'anno scorso era scritto: una crisi che arriva e che si aggrava". Il ministro difende la strategia portata avanti: "Credo che la scelta prudente e razionale di fiducia fatta da questo Governo sia stata giusta; è la scelta che questo governo intende continuare a fare".I segni della difficile congiuntura si leggono nei numeri del Dpef. Nel 2009 il Pil si attesterà a -5,2%, il deficit salirà al 5,3%, il debito volerà al 115,7% e l'avanzo primario scenderà sotto zero. "Sono i numeri di finanza pubblica che reputiamo corretti e attendibili", afferma Tremonti. Le entrate sono in linea e, sul fronte della spesa, c'è la richiesta di fare riforme. Il ministro ricorda quelle fatte sulla scuola, sul processo civile, sul federalismo fiscale, del quale sottolinea l'importanza per la lotta all'evasione e per il principio di responsabilità che dovrà permeare i governi locali. C'è poi il tema delle pensioni: "nel decreto legge è prevista una norma che stabilizza, in ragione della base e delle proiezioni demografiche, il sistema delle pensioni italiane - ricorda - Una volta convertito in legge, il sistema pensionistico italiano diventerà tra i più stabili d'Europa".Il nodo politico di rilievo è però quello relativo alle politiche per il Sud. Il Pd nella sua risoluzione chiede al governo di ritirare il Dpef per riscriverlo e impostare così una manovra pluriennale che punti al risanamento e guardi al Mezzogiorno. Dal fronte della maggioranza la fronda sudista è invece dei parlamentari del Mpa che annunciano di non votare la mozione di maggioranza (tant'è che alla Camera la mozione passa con pochi voti di differenza, 254 a favore, 233 i contro). Ma il Mezzogiorno è al centro anche della risoluzione della maggioranza: propone un Piano per il Sud e l'avvio di opere strategiche per "l'infrastrutturazione del Mezzogiorno d'Italia. Ma anche, con l'appoggio del vice ministro per l'Economia Giuseppe Vegas, "un sistema di 'fiscalità di vantaggiò in favore delle imprese che investono nelle regioni meridionali", ovviamente se le finanze lo consentiranno.
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