martedì 14 giugno 2022
«La solidarietà non è elemosina, ma condivisione»; con questo spirito sono stati inaugurati i locali ristrutturati, con il cardinale Matteo Maria Zuppi, e il sindaco del capoluogo Matteo Lepore
L'arcivescovo Zuppi e il sindaco Lepore, assieme ai padri francescani, all'inaugurazione della mensa

L'arcivescovo Zuppi e il sindaco Lepore, assieme ai padri francescani, all'inaugurazione della mensa

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La solidarietà non è elemosina, ma condivisione. E merita spazi belli e comodi. È con questo spirito di accoglienza fraterna che lunedì sera, alla presenza dell’arcivescovo di Bologna, cardinale Matteo Maria Zuppi, e del sindaco del capoluogo, Matteo Lepore, l'Antoniano ha inaugurato i nuovi locali della mensa per i bisognosi. Un’istituzione, in città, che necessitava di una ristrutturazione, per venire incontro al meglio alle esigenze delle tante persone fragili che, quotidianamente, mangiano nella struttura.

Nel 2021 i pasti caldi serviti e le ceste alimentari distribuite dalla mensa sono stati oltre 50mila; 1.500 le persone che si sono rivolte al centro d’ascolto e 119 quelle ospitate negli alloggi. Numeri importanti, in una città come Bologna, dove certamente non mancano le strutture caritative, ma in cui si sente il bisogno di fornire una risposta più attenta e personalizzata ai bisogni degli “ultimi” e dei “penultimi”, che, al di là del pasto caldo, cercano accoglienza, ascolto, condivisione.

Per questo, l'Antoniano ha deciso di aprirsi maggiormente a tutta la città, offrendo attività e laboratori che coinvolgano gli ospiti, ma con lo scopo di abbattere le barriere tra chi aiuta e chi viene aiutato, in un reciproco arricchimento.

«Vogliamo che la nostra mensa diventi sempre più un luogo di comunità e di reale integrazione – ha detto fra Giampaolo Cavalli, direttore dell'Antoniano –, dove chiunque possa entrare, dedicare del tempo di qualità a se stesso e agli altri. Un luogo in cui si ascolta, ci si prende cura delle necessità di chi arriva e si costruisce insieme quella dimensione di comunità di cui sentiamo tanto il bisogno».

Il 2021, d’altra parte, è stato un altro anno difficile, tra la pandemia e la crisi economica conseguente: «Abbiamo deciso di rinnovare i nostri spazi, così da poter offrire sempre meglio aiuto e accoglienza e poter stare al passo con le sfide che ci aspettavano. Ma mai avremmo potuto immaginare che le sfide sarebbero state grandi come quelle che stiamo vivendo in questi mesi», osserva fra Cavalli, riferendosi alle conseguenze della guerra ucraina.

Questa emergenza, infatti, ha coinvolto anche l'Antoniano: oltre a portare aiuti concreti in Ucraina e ai confini e a sostenere, con la rete di Operazione Pane, le realtà francescane che stanno accogliendo chi arriva in Italia, a Bologna l'Antoniano sta seguendo oltre 140 persone, per lo più donne e bambini, anche loro potranno contare sui nuovi spazi appena inaugurati.

Proprio a questi ultimi è andato il pensiero del cardinale Zuppi: «L’Antoniano è una casa per chi è in difficoltà - ha commentato tagliando il nastro - ma anche un punto di riferimento importante per tutta la città di Bologna. È un porto che ripara da tanti naufragi. Da quasi 70 anni – ha proseguito il porporato - si impegna ogni giorno per non lasciare nessuno indietro, per offrire ai più fragili un pasto caldo e una spalla solida su cui appoggiarsi per affrontare i momenti più difficili. Gli ultimi due anni sono stati molto duri per tutti e l’Antoniano, nonostante le difficoltà, non ha mai fatto mancare il proprio supporto a chi ha avuto bisogno di aiuto e si è impegnato a far fronte tempestivamente alle difficoltà nate dalle nuove emergenze: la crisi generata dalla pandemia e la guerra in Ucraina, che ha costretto moltissime persone a cercare rifugio in Italia e anche qui a Bologna», ha concluso.

Dal sindaco Lepore è arrivato anche un ringraziamento ai volontari, «che ogni giorno offrono servizi essenziali e parole di conforto a chi ne ha bisogno».

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