giovedì 19 luglio 2012
​"Non c'è alcuna ragion di Stato che possa giustificare ritardi nell'accertamento dei fatti e delle responsabilità, ritardi e incertezze nella ricerca della verità". È uno dei passaggi del messaggio del presidente della Repubblica per la commemorazione dell'attentato in cui persero la vita Paolo Borsellino e gli agenti di scorta.
Padre Cesare: «Borsellino mi disse: confessami, mi sto preparando»
COMMENTA E CONDIVIDI
​"Non c'è alcuna ragion di Stato che possa giustificare ritardi nell'accertamento dei fatti e delle responsabilità, ritardi e incertezze nella ricerca della verità specie su torbide ipotesi di trattativa tra Stato e mafia". È uno dei passaggi del messaggio scritto dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per la commemorazione del 20esimo anniversario del tragico attentato in cui persero la vita Paolo Borsellino e gli agenti di scorta."E proprio a tal fine - sottolinea il presidente – è importante scongiurare sovrapposizioni nelle indagini, difetti di collaborazione tra le autorità ad esse preposte, pubblicità improprie e generatrici di confusione". Per il procuratore di Palermo, Francesco Messineo, "non ci sono contrasti né potrebbero essercene con la presidenza della Repubblica. C'è una vicenda di carattere giuridico – il conflitto di attribuzione sollevato dal Quirinale - che avrà il suo luogo naturale deputato di esame e di soluzione presso la Corte Costituzionale. Tutti quanti stiamo serenamente in attesa di una parola decisiva su questo punto".Paolo Borsellino e Giovanni Falcone "non sono morti invano: in questi ultimi 20 anni sono state fatte grandi conquiste nella lotta alla mafia, ma non bisogna abbassare la guardia, ma dobbiamo continuare con fermezza ogni giorno", ha aggiunto il ministro dell'Interno, Anna Maria Cancellieri, intervistata dal programma Radio Anch'io, in occasione del ventesimo anniversario della strage di via D'Amelio.L’anniversario della strage di via d’Amelio è anche occasione per rilanciare l’impegno nella lotta alle mafie. Un impegno che vede in prima fila la magistratura, ma non solo. "Dobbiamo vigilare perché la condizione di isolamento che visse Borsellino non si ripeta - ha ammonito il presidente dell'Anm di Palermo, Nino Di Matteo - dobbiamo pretendere che nella direzione della ricerca della verità si impegnino, non solo a parole, politica e istituzioni e cessino reticenze e omertà".La magistratura si è impegnata - ha spiegato il procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia - per "far entrare la luce della verità in questa stanza ma la verità non potrà entrare se non ci sarà un impegno collettivo".Per il presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini, "il messaggio del presidente della Repubblica è di esemplare chiarezza e ribadisce che non ci devono essere né strumentalizzazioni né polemiche di basso livello, che ci sono state, perché tutti sono fermamente convinti del dovere di sostenere i magistrati palermitani per accertare se davvero ci fu una trattativa Stato-mafia e chi se ne rese responsabile".Anche nell’aula del Senato è stato osservato un minuto di silenzio per commemorare la strage: il presidente dei Palazzo Madama Renato Schifani ha parlato di quello che "è stato il più giovane magistrato d'Italia" che si è dedicato con impegno e rigore alla lotta contro la mafia."Desidero esprimere nostra vicinanza alle famiglie delle vittime – ha aggiunto -. Seguire il loro esempio sarà il modo migliore per ricordare la loro memoria".
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: