mercoledì 25 novembre 2009
L' allarme in una lettera inviata al Presidente della Repubblica: «A fronte della situazione creatasi negli uffici giudiziari più esposti, le proclamazioni dell'intento di abbreviare i tempi del processo e di rafforzare la lotta al crimine appaiono prive di ogni credibilità».
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La mancanza di personale nelle Procure rischia di paralizzare il sistema giustizia, specie in aree dove la presenza della criminalità organizzata e della mafia è forte. È l'allarme lanciato oggi dall'Associazione nazionale magistrati, secondo cui le proposte del governo in materia di giustizia, e in particolare il ddl sul processo breve, a fronte di questa situazione «appaiono prive di ogni credibilità».«Alcuni uffici giudiziari del Sud sono ormai completamente carenti di magistrati. In altri uffici, sia al Sud che al Nord, le scoperture di organico sono superiori al 60%. In un avamposto della lotta alla mafia come la Procura di Palermo mancano ben 16 pubblici ministeri», si legge in una nota diffusa dall'Anm.Secondo l'Associazione «è ormai evidente il rischio - anzi la certezza - di una vera e propria paralisi della giurisdizione, che si traduce nella abdicazione dello Stato al controllo del territorio, e alla tutela della sicurezza dei cittadini, in zone segnate dalla pesante presenza della criminalità organizzata e mafiosa, e della delinquenza diffusa».«A fronte della situazione creatasi negli uffici giudiziari più esposti, le proclamazioni dell'intento di abbreviare i tempi del processo e di rafforzare la lotta al crimine appaiono prive di ogni credibilità», prosegue l'Anm in riferimento al controverso ddl sul processo breve presentato al Senato dalla maggioranza, e precisa che «l'unica soluzione stabile ed efficace al problema è la completa e organica revisione della distribuzione degli uffici sul territorio... nell'immediato l'unica soluzione ragionevole è quella di una deroga temporanea e limitata al divieto di destinare i magistrati di prima nomina a funzioni requirenti e monocratiche penali».
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