venerdì 20 maggio 2022
L’Iss raccomanda prudenza nei contatti stretti, specie se ci sono lesioni della pelle o sintomi febbrili. Le Regioni dovranno tracciare
Campione di pelle lesionata di una scimmia colpita dal nuovo virus

Campione di pelle lesionata di una scimmia colpita dal nuovo virus - Reuters

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Mentre in Italia (primo caso all’ospedale Spallanzani di Roma, 2 da confermare) e in Europa (5 casi in Portogallo, 7 in Gran Bretagna), oltre che nel Nord America, si contano le prime infezioni del cosiddetto Monkeypox, più noto come vaiolo delle scimmie, le autorità, costrette dall’ennesimo allarme – più mediatico che sanitario, almeno per ora –, si affrettano a tranquillizzare i cittadini sulle conseguenze della comparsa del virus. Che arriva mentre la pandemia da Sars-CoV-2 non è finita. Ma i distinguo sono d’obbligo. Per molti motivi: su tutti, perché si tratta di una patologia meno grave del Covid; perché il vaccino anti vaiolo (la profilassi è stata abolita in Italia nel 1981) può già essere efficace a contrastare quest’ultima virosi; e poi perché il vaiolo delle scimmie è meno diffusivo.

«Teniamo alto il livello di attenzione grazie alla nostra rete di sorveglianza europea e nazionale», dichiara comunque il ministro della Salute, Roberto Speranza, ieri a Berlino per la riunione dei ministri del G7. «Proprio qui a Berlino al G7 ne ho parlato informalmente con la commissaria Stella Kyriakides e gli altri ministri», aggiunge Speranza, sottolineando che sono coinvolti Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) ed Hera (l’Autorità europea per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie). Le Regioni sono allertate: dovranno tracciare gli eventuali casi.

L’Istituto superiore di sanità (Iss), dal canto suo, ha già attivato una task force per seguire l’evoluzione del contagio. «Al momento nel nostro Paese non si registra una situazione di allarme ed il quadro è sotto controllo», fa sapere Anna Teresa Palamara, che dirige il dipartimento di Malattie infettive dell’Iss, e che raccomanda «prudenza nei contatti stretti o sessuali che presuppongano uno scambio di fluidi corporei, soprattutto se sono presenti lesioni cutanee o sintomi febbrili». Il serbatoio originario del virus «non è ancora stato identificato, ma sembra risiedere nei piccoli roditori. La malattia ora – evidenzia Palamara – si sta però trasmettendo da uomo a uomo».

Il vademecum dell'Iss: cosa sappiamo finora

L’Ecdc è pronto a pubblicare, già all’inizio della prossima settimana, un rapporto sulla comunicazione del rischio. Il Centro europeo richiama l’importanza della vaccinazione per i contatti stretti dei soggetti infettati. Per i casi più gravi indica il trattamento con un antivirale, e invita fare informazione sui rischi di contagio tra gay.

L’infezione, spiega l’Iss, si presenta con febbre, dolori muscolari, cefalea, linfonodi gonfi, stanchezza e manifestazioni cutanee quali vescicole, pustole, piccole croste. Si può trasmettere da uomo a uomo attraverso droplets, contatto con fluidi corporei o con le lesioni cutanee. È possibile che le persone che non sono state vaccinate contro il vaiolo siano a maggior rischio di infezione per l’assenza di anticorpi. Il contagio «è relativamente infrequente nell’uomo e comunque fuori dall’Africa, ma sono stati riportati casi sporadici ed anche un’epidemia in Usa nel 2003», dopo l’importazione dall’Africa di animali non adeguatamente controllati sotto il profilo sanitario. La malattia «si risolve spontaneamente in 1-2 settimane con adeguato riposo e senza terapie specifiche; possono venir somministrati degli antivirali quando necessario».

Sul fronte Covid invece, sono 30.317 i nuovi contagi, contro i 39.317 di giovedì scorso. Con 247.471 tamponi processati, il tasso di positività risale dall’11,5% al 12,2%. I decessi sono 108. Le vittime totali da inizio pandemia salgono a 165.738. Ancora in calo i ricoveri: i pazienti in terapia intensiva sono 10 in meno (mercoledì -19), 308 in tutto, mentre nei reparti ordinari il calo è di 256 pazienti, 7.020 in totale.

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