mercoledì 24 aprile 2019
Salvini ignora le celebrazioni e va a Corleone. Di Maio usa il 25 aprile e attacca: grave ignorare la Liberazione
Il tricolore all'Altare della Patria durante le celebrazioni del 25 aprile, in una foto d'archivio (Ansa)

Il tricolore all'Altare della Patria durante le celebrazioni del 25 aprile, in una foto d'archivio (Ansa)

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Anche l’anniversario della Liberazione, che si celebra domani, divide il governo gialloverde. La stessa Lega non è compatta. In linea di massima non parteciperà a festeggiamenti ufficiali. Non ci saranno i ministri, ma sindaci e governatori (come il veneto Luca Zaia, che sarà a Vittorio Veneto con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella) ci saranno, in nome del loro ruolo istituzionale. Per questo il vicepremier del M5s Luigi Di Maio attacca gli alleati: «Leggo che qualcuno oggi arriva persino a negare il 25 aprile, il giorno della Liberazione. Lo trovo grave. Non è alzando le spalle e sbuffando che questo Paese cresce», scrive su Fb.

Salvini dal canto suo ribadisce quanto detto da tempo: di non essere interessato alle polemiche tra fronti contrapposti - che negli anni hanno caratterizzato la ricorrenza - e che andrà a Corleone a onorare «il sacrificio di chi ha combattuto per la libertà dell’Italia», stando in mezzo ai poliziotti che rischiano la vita «perché la Liberazione che ora serve al Paese è quella dalla mafia». Il Pd lo accusa di voler strumentalizzare l’antimafia. E nella stessa località siciliana manifesteranno Cgil, Anpi, Libera, Legambiente e il centro studi Pio La Torre. «La scelta di Salvini di venire a Corleone e di contrapporre la resistenza al fascismo e la resistenza alla mafia, come se l’una escludesse l’altra, la troviamo strumentale», afferma il segretario della Camera del Lavoro di Corleone, Cosimo Lo Sciuto.

A Roma il vicepremier Luigi Di Maio, i ministri della Difesa Elisabetta Trenta e della Giustizia Alfonso Bonafede, la sindaca di Roma Virginia Raggi parteciperanno alle celebrazioni organizzate dalla Comunità ebraica. Trenta e Raggi saranno presenti al 'sit in' al Cimitero di guerra del Commonwealth, mentre Di Maio e Bonafede saranno alla Sinagoga per rendere omaggio alla Brigata ebraica. Anche quest’anno a Roma la Comunità ebraica celebrerà separatamente il 25 aprile e non prenderà parte al corteo dell’Anpi (che a sua volta non sarà alle celebrazioni della Risiera di San Sabba a Trieste, lamentando l’assenza di relatori del mondo partigiano).

L’Anpi, dopo le polemiche sulle parole di Salvini, difende la ricorrenza. «Nessuno riuscirà a cancellarla», sottolinea l’Associazione di partigiani in una nota. E lancia segnali di distensione agli ebrei. «Saranno a poche centinaia di metri da noi. Mi auguro che questo significhi che potremo avere un momento di unione nella giornata. Potrebbe essere un’occasione per ricomporre le fratture», dice il presidente dell’Anpi di Roma, Fabrizio De Sanctis. Nel pomeriggio, comunque, sia Anpi che Comunità ebraica hanno accolto l’invito della sindaca Raggi in Campidoglio a una cerimonia unitaria.

Polemica nella polemica, Di Maio apre anche un altro fronte, rispolverando il recente congresso della famiglie di Verona. Per lui è «curioso» che «coloro che oggi negano il 25 aprile siano gli stessi che però hanno aderito al congresso di Verona, passeggiando mano per la mano con gli antiabortisti». Affondo a cui replicano a muso duro gli organizzatori dell’evento scaligero, Toni Brandi e Jacopo Coghe: «Quello che ha detto dimostra bene quanto sia prepotente e violento il fascismo degli antifascisti in assenza di fascismo». Anche Mario Adinolfi (Popolo della famiglia) accusa Di Maio di «spirito profondamente anticristiano».

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