mercoledì 5 ottobre 2022
Denunce e segnalazioni non hanno portato a nulla. Il comitato di quartiere di Montespaccato si è rivolto all'Ona, che ha presentato un esposto alla procura della Repubblica di Roma.
Bambini esposti per anni nella scuola Carlo Evangelisti di Roma
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Da trent’anni, l’amianto è completamente bandito in Italia. La legge 257 del 1992 ha reso illegale importare, produrre ed estrarre il pericoloso materiale. Come se non bastasse, il 78 per cento dei tumori professionali, rilevati nei Paesi dell’Unione europea, derivano proprio dall’amianto e, di recente, la Commissione Ue ha presentato una pacchetto di misure contro i rischi legati ad esso sul lavoro e negli edifici, soprattutto i più vecchi. Eppure, in Italia, le bonifiche procedono lentamente, spesso a causa dei ritardi della burocrazia, e migliaia di persone rimangono esposte alla fibra cancerogena. Una situazione che continua a generare polemiche, in particolare quando sono coinvolti dei bambini. Come è successo a Roma, nella scuola per l’infanzia Carlo Evangelisti, situata nel quartiere di Montespaccato. Nel cortile dell’istituto, si trova un locale caldaia il cui tetto e canna fumaria sono in eternit, un fibrocemento contenente amianto. Secondo il comunicato stampa dell’Ona (Osservatorio nazionale amianto), la struttura è in pessimo stato e, nonostante le molteplici segnalazioni e denunce, non è stata ancora rimossa. «Una vergogna ancora maggiore se si considera che ben 2 anni fa, nell’ottobre del 2020, nell’ambito del progetto “Rimozione amianto nelle scuole comprese sul territorio del Municipio XIII”, il manufatto era già stato mappato e ne era stata disposta la rimozione», si legge nel rapporto, che segnala anche la mozione presentata a marzo 2022 dalla lista Calenda sindaco del XIII Municipio e bocciata dalla maggioranza, oltre alla segnalazione inviata a maggio dal comitato di quartiere “Insieme per Montespaccato” all’Asl Roma 1, che non ha portato a nulla.

L’associazione, infine, si è rivolta all’Ona e il suo presidente, l’avvocato Ezio Bonanni, si è recato sul posto, constatando le pessime condizioni del locale caldaia e il fatto che si trova direttamente sotto le finestre della mensa e delle aule. Dopo il sopralluogo dell’Ona, la scuola ha sospeso le uscite nel cortile e imposto il divieto di passaggio, “isolando” il manufatto con del nastro bianco e rosso. Misure tardive e inutili perché, come spiega Bonanni, «non è stato posizionato neanche un telo protettivo che in qualche modo potesse bloccare la dispersione delle fibre». L’Osservatorio ha anche presentato un esposto alla procura della Repubblica di Roma e coinvolto la stampa perché, sottolinea il presidente, «tutti devono sapere che le scuole in cui giocano e studiano i nostri figli sono ancora piene di amianto». Il materiale può provocare il mesotelioma, tumori ai polmoni, alla laringe, alla faringe, alle ovaie e al colon. «Esporre i bambini all’asbesto è un crimine», continua l’avvocato Bonanni. «Ancora di più se, come in questo caso, altamente deteriorato perché il cemento perde la sua capacità aggrappante e le fibre killer sono più libere di disperdersi nell’aria».

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