giovedì 10 agosto 2023
Un lascito alla ricerca scientifica dopo la morte di entrambi a causa del cancro, Così l'Airc può finanziare progetti per salvare vite
Amedeo e Pierita morti di cancro. Ultimo gesto: il lascito alla ricerca
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Si chiamava Amedeo Nicolai, era un avvocato specializzato nella tutela dei diritti d’autore, viveva a Roma e aveva 82 anni. È morto nel gennaio del 2020 a causa di un tumore neuro endocrino. Le terapie disponibili allora non bastarono a salvarlo. Proprio come era accaduto quattro anni prima alla moglie Pierita Adami, affetta da un carcinoma all’endometrio e venuta a mancare dopo una lunga sofferenza. Con lei, autrice e regista di celebri programmi Rai, come Harem con Catherine Spaak, Acquario e Bontà loro di Maurizio Costanzo, sono stati quarant’anni di vita insieme.

Per Amedeo fu un dolore indicibile perderla. Ma lui, uomo colto e sensibile, già sapeva che la battaglia contro il cancro si può vincere soltanto sostenendo chi studia le cure per annientarlo. Lo aveva fatto in occasioni più diverse e “insolite” in tempi non sospetti, quando con la brutale malattia non ci si era ancora imbattuto. «Una prima donazione alla Fondazione Airc per la ricerca sul cancro la decisi perché la Ferrari aveva finalmente vinto di nuovo il campionato mondiale di Formula 1, dopo tanti anni» raccontava. E poi, ancora, un altro versamento arrivò quando la Lazio vinse lo scudetto. Un filo rosso di generosità legato a vicende sportive. Vent’anni dopo, però, Pierita si ammala e, in seguito alla sua morte, ecco la decisione di sostenere con il suo contributo economico una borsa di studio biennale in sua memoria, destinata proprio alla ricerca sui tumori femminili. «Così voglio gridare al mondo il mio amore per lei» spiegò. E , poco tempo dopo, con le stesse motivazioni, ecco la scelta di disporre un lascito testamentario in favore di Fondazione Airc per la ricerca sul cancro. «Era una cosa a cui in passato non pensavo ma ho scoperto che ogni famiglia che conosco – argomentò – ha vissuto o sta vivendo più o meno da vicino l’esperienza del tumore. Ho voluto trasformare così la perdita di mia moglie in una speranza per il futuro».

Ma Amedeo non si ferma qui. Quando si ammala, infatti, arriva l’ultimo gesto di convinta liberalità: la nomina di Airc come erede universale, insieme a legati per alcune persone care. Amedeo e Pierita non avevano eredi legittimi e provenivano entrambi da famiglie benestanti e questo ha reso la decisione più facile. Così, nel 2023, grazie all’atto di Amedeo Nicolai, una ricercatrice dell’Università di Perugia, Maria Paola Martelli, può lavorare a un progetto sulla leucemia acuta mieloide con mutazione del gene NPM1. «L’obiettivo – osserva la professoressa – è sviluppare una strategia terapeutica basata sulla combinazione di due farmaci, l’omacetaxine e il venetocoax che, se avrà successo, potrebbe evitare ai pazienti di ricevere la chemioterapia». «Destinare un lascito testamentario all’Airc – precisa Martelli – significa permettere a noi ricercatori di avere le risorse che garantiscono continuità ai nostri studi».

Tra gli altri progetti che hanno potuto essere avviati con le donazioni di Amedeo Nicolai, c’è anche quello condotto da Pier Paolo Di Fiore, che dirige l’Unità di carcinogenesi molecolare e biologia delle cellule staminali all’Istituto europeo di oncologia di Milano. Di Fiore studia, in particolare, i meccanismi alla base del cancro al seno e in particolare l’endocitosi. «È un po’ la logistica della cellula, o il sistema di trasporto” spiega il ricercatore. L’endocitosi comprende infatti «diversi processi che istruiscono i singoli componenti su quale sia il posto, all’interno della cellula, in cui devono posizionarsi e funzionare». «Il sostegno che arriva alla ricerca attraverso le donazioni e i lasciti solidali è decisivo – osserva Di Fiore –, i finanziamenti pubblici spesso sono scarsi e soprattutto sono erratici il che non rende possibile la pianificazione, che è l’anima della ricerca. Senza gli enti che raccolgono le donazioni dei privati, gran parte della ricerca oncologica e dei suoi risultati non esisterebbero».

Ma l’iniziativa dell’avvocato romano a favore di Fondazione Airc è solo uno dei 172 lasciti (di diversa entità) che hanno contribuito, nel 2022, a far raggiungere la cifra di 32 milioni di euro destinata a progetti pluriennali di ricerca oncologica. Sono seimila i medici e i biologi attualmente al lavoro grazie ai fondi Airc per sviluppare diagnosi sempre più precoci e trattamenti più efficaci e mirati per tutti i pazienti. Con 390.700 nuovi casi stimati nell’anno passato, il cancro in Italia è la seconda causa di morte dopo le malattie cardiovascolari. Ma tre milioni e 600 mila persone sono vive grazie a una diagnosi precoce, con un incremento del 37% rispetto a dieci anni fa. E in molti casi l’aspettativa di vita per loro, dopo le cure, è paragonabile a quella di chi non si è mai ammalato. Il nostro Paese è il primo in Europa per numero di guarigioni.

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