giovedì 6 maggio 2021
L’elenco delle vittime si aggiorna con drammatica puntualità: ogni giorno tre persone in media perdono la vita sul luogo che dovrebbe dare loro il pane
Caschi gialli per ricordare i morti sul lavoro

Caschi gialli per ricordare i morti sul lavoro - Ansa

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Nelle fabbriche, nei cantieri, nei campi. L’elenco dei morti sul lavoro si aggiorna con drammatica puntualità ovunque e purtroppo non c’è nessuna sorpresa nella contabilità dei dati: ogni giorno tre persone in media perdono la vita sul luogo di lavoro. Nei giorni dell’emozione collettiva per la morte di Luana, finita imprigionata in un orditoio, sono tante le storie che andrebbero raccontate e che spesso finiscono nelle brevi in cronaca.

La giornata di ieri si è aperta con la notizia di un operaio ucciso da un’enorme fresa industriale, in uno stabilimento di Busto Arsizio, nel Varesotto, e si è conclusa con due persone morte in campagna, dopo il ribaltamento di un trattore, mentre è ancora da chiarire la dinamica che ha provocato una tragedia analoga in Sardegna, dove a perdere la vita è stato un ragazzo di 16 anni. Ventiquattr’ore dopo, restano solo le parole dei familiari delle vittime.

«Diceva che erano in pochi» ha spiegato la moglie di Cristian Martinelli, l’uomo morto schiacciato da un macchinario in Lombardia. La donna, sotto shock e disperata, si è presentata davanti all’ingresso della fabbrica in compagnia della suocera, per chiedere gli effetti personali del marito: la coppia aveva due bimbe.

L’elenco dimenticato

Da Alfonso Cassese, 54 anni, deceduto il 2 gennaio scorso in Campania folgorato a causa di un guasto sulla linea elettrica, a Natalino Albano, 49 anni, caduto a terra mentre stava lavorando a una struttura di pale eoliche in Puglia, sono centinaia i nomi dei morti che si scorrono sul sito dell’Anmil, che ogni anno fa il censimento delle vittime.

Una piccola memoria collettiva, con nome e cognome della vittima, l’età, la città di provenienza e la motivazione dell’incidente: schiacciamento, caduta, malore, ustione, infarto. Ci sono giovani impegnati nelle manutenzioni dei macchinari, persone con esperienza impegnate nei cantieri edili, donne impiegate nel settore delle pulizie. Non c’è settore, non c’è storia, non c’è comportamento di ogni singolo lavoratore che oggi non c’è più che non sia stato rivisto, raccontato e definito nei piccoli dettagli: «è caduta da una scala»; «è precipitato da un solaio», «è scivolato nel bosco», «ha perso l’equilibrio», «è rimasto stritolato nel mezzo agricolo».

In questa lista non rientrano ovviamente i morti per malattie professionali, mentre va considerato a parte il lungo elenco di chi ha perso la vita a causa della pandemia.

Da qualunque parte la si prenda, la spirale drammatica di questi giorni dice comunque una cosa: si sta correndo troppo, soprattutto nelle fabbriche delle piccole e medie imprese, e la voglia di recuperare i profitti e le produzioni perdute rischia di abbassare l’attenzione sugli standard di sicurezza. La verità è che tutti gli incidenti sul lavoro sono prevedibili ed evitabili e non accadono mai per caso.

La battaglia dei sindacati

L’andamento degli infortuni e delle morti sul lavoro nella sola Lombardia è in peggioramento: 27 morti nei primi 3 mesi del 2021 rispetto ai 21 infortuni mortali a marzo del 2020.«Come organizzazioni sindacali – hanno sottoscritto Cgil, Cisl e Uil della Lombardia – consideriamo la sicurezza sul lavoro un diritto fondamentale. Pretendiamo zero morti».

Dal punto di vista politico, il tema della sicurez«za sul lavoro sembra destinato a entrare velocemente nell’agenda del governo. Lo è di fatto già per le parti sociali, che ieri per bocca del segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, hanno annunciato di voler «aprire una grande vertenza nazionale sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Abbiamo posto il tema della salute e sicurezza. La scia di sangue che sta toccando il nostro Paese è inaccettabile, non è possibile accettare che mediamente due-tre lavoratori perdano la vita ogni giorno».

Il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, incontrando i vertici dell’Anmil, ha dato la sua disponibilità ad avviare un tavolo di lavoro sull’aggiornamento del Testo Unico contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, promettendo un’iniziativa legislativa contro le malattie derivanti dall’amianto. «Aumenteremo i controlli» ha garantito Orlando.

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