martedì 11 febbraio 2025
Il Guardasigilli propone all’Aja una «riflessione comune» per evitare nuovi casi. Ma le opposizioni ne chiedono la testa. Le accuse di una vittima del torturatore libico: «Meloni responsabile»
Almasri, il Governo cerca la Cpi. Mozione di sfiducia per Nordio

Ansa

COMMENTA E CONDIVIDI

La linea di dialogo che Giorgia Meloni intende aprire con la Corte penale internazionale non ferma l’attacco delle opposizioni sul caso Almasri, che da ieri contempla anche una mozione di sfiducia al ministro della Giustizia Carlo Nordio. La strategia non convince Carlo Calenda, scettico sull’utilità dell’iniziativa, ma per il resto le forze di centrosinistra marciano compatte, inclusa l’altra gamba centrista Italia viva.

La proposta prende spunto dalle parole dello stesso ministro nel corso dell'informativa sul rilascio del capo della polizia libica, con particolare riferimento al passaggio sulla Cpi. Nel testo (4 pagine in tutto), si evidenzia come dagli interventi di Nordio siano «emerse incongruenze» nella ricostruzione della vicenda. «Il ministro si è scagliato in maniera scomposta contro la Cpi – si legge nel documento – assegnandosi un ruolo che non gli spetta: quello di valutare la legittimità del mandato di cattura» e inoltre, «non dando seguito alla richiesta di mandato d'arresto, si è posto in aperto contrasto con il dettato costituzionale di cui all'articolo 10, che impone il rispetto delle norme di diritto internazionale e dei trattati».

È chiaro che si tratta di un tentativo dall’esito scontato, anche più di quello su Daniela Santanchè, ed è impensabile immaginare anche un solo franco tiratore. Ma la mossa arriva a disturbare nel momento peggiore e cioè all’indomani della richiesta informale con cui Via Arenula ha proposto alla Cpi di avviare consultazioni per una comune riflessione sulle criticità che hanno riguardato il caso Almasri. Lo scopo, ha fatto sapere lo staff del Guardasigilli, è di scongiurare il ripetersi di situazioni analoghe e di avviare una sorta di agreement per una migliore collaborazione futura. L'Aja avrebbe già ricevuto un documento riguardante alcuni chiarimenti e ipotesi per facilitare la comunicazione con i giudici internazionali in futuro.

Ma non è tutto. Sempre ieri il Copasir ha sentito il direttore dell'Agenzia Informazioni per la Sicurezza Esterna (Aise), Giovanni Caravelli, lo stesso che, secondo la ricostruzione fatta dal quotidiano Il Foglio, lo scorso 28 gennaio - e cioè pochi giorni dopo il rientro di Almasri in patria – sarebbe volato a Tripoli, dove avrebbe incontrato il premier Abdulhamid Dabiaba e il procuratore capo della capitale al-Siddiq al-Sour. Il motivo? Rendere edotte le autorità locali di un elenco di nominativi di persone ricercate dall’Aja e scongiurare così che le stesse partano per l’Italia generando un nuovo caso internazionale. Caravelli è stato ascoltato soprattutto sul caso Graphite, lo spyware della Paragon con cui sarebbero stati hackerati i telefoni tra gli altri, del direttore di Fanpage, Francesco Cancellato e dell'attivista Luca Casarini, tra i fondatori di Mediterranea Saving Humans. Ma nelle due ore e mezza di audizione gli è stato chiesto anche di Almasri.

Al conto va poi aggiunta la conferenza stampa indetta dal gruppo Verdi-Ale al Parlamento europeo, durante la quale David Yambio, vittima del capo della polizia libica e presidente dell'Associazione Rifugiati in Libia (a sua volta sorvegliato tramite Graphite), ha definito Meloni, Nordio e Piantedosi «direttamente responsabili», del ritorno di Almasri in Libia, dove - ha aggiunto - Almasri «continuerà a commettere crimini di massa contro i migranti».

Sulla mozione, il leader di Azione Calenda ha motivato la sua mancata partecipazione ricordando che «neanche una mozione individuale è passata negli ultimi trent'anni» e bollando l’iniziativa come «inutile e controproducente». «È la sua opinione – ha commentato con ironia il leader di Avs, Angelo Bonelli - mi ricorda Nanni Moretti e il suo: mi si nota di più se ci vengo e sto in disparte o se non vengo per niente?». Da destra è stato invece il forzista Enrico Costa a replicare: «Le opposizioni si compattano solo quando si tratta di chiedere le dimissioni di un ministro. La progressione degli eventi segue lo stesso schema: indagine, mozione di sfiducia. La scorciatoia giudiziaria come linea politica».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: