venerdì 10 gennaio 2014
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Se propongono «il matrimonio gay, ce ne andiamo un attimo prima a gambe levate». Dosa bastone e carota il segretario del Ncd Angelino Alfano nei confronti dell’offensiva del Pd. Ribadisce i suoi punti fermi: no alle nozze gay, no alla liberalizzazione delle frontiere, no alla liberalizzazione della droga leggera, che propone la sinistra. E conferma la sua contrarietà al rimpasto: «Non credo che, di fronte a tutto ciò che sta succedendo, il problema delle sedie nel governo sia emergenziale». Ma sulla legge elettorale ammorbidisce i toni, dicendo di  essere disposto a chiudere il discorso agli inizi di febbraio e affermando di fidarsi di Renzi e delle sue assicurazioni che non userà la legge elettorale come pretesto per arrivare alle elezioni in primavera. Non è un momento facile per l’Ncd, stretto in una tenaglia. Due ministri, lo stesso Alfano e la Di Girolamo, sono nel mirino delle opposizioni ma anche di esponenti del Pd per recenti fatti di cronaca. Le voci, poi, di un patto tra Renzi e Berlusconi per andare alle elezioni entro la metà del 2014 sono sempre più forti. Mentre il governo Letta – la cui difesa è costata ad Alfano e i suoi la rottura con il Cavaliere – sembra vacillare ogni giorno di più, tra gli errori dei ministri e i colpi di maglio della nuova dirigenza democratica. Gli esponenti del nuovo centro lo sanno. Sanno che devono difendersi con le unghie e i denti senza però rischiare di diventare il pretesto per la rottura della maggioranza. Per cui sulla legge elettorale non si metteranno di traverso. Con un retropensiero strategico: se Renzi farà passare sulla loro testa un accordo su un sistema elettorale ultrabipolare, punitivo per i partiti minori, loro non esiteranno a tornare alla casa madre, alleati decisivi per far vincere il centrodestra. È lo stesso Alfano a farlo balenare durante la presentazione del libro-manifesto del Ncd, scritto a sei mani (Quagliariello, Roccella e Sacconi): «Senza di noi questo governo non vive», dice il ministro dell’Interno. Che poi aggiunge: «Senza di noi il centrodestra in futuro non vince». Perché, tiene a rimarcare l’ex delfino di Berlusconi, dopo il governo Letta «destra e sinistra torneranno a dividersi. E il centrodestra deve riunirsi e ricompattarsi e vincere alle prossime elezioni. È questo l’orizzonte in cui ci muoviamo». E significativamente Alfano fa una forte apertura di credito  verso il nuovo astro nascente di Forza Italia, inviso ai Verdini e alle Santanché: «Personalmente ho di Giovanni Toti, nella sua esperienza di giornalista ma anche per il rapporto personale che ho sempre avuto con lui, una grandissima considerazione».Per il resto Alfano conferma la natura valoriale della sua formazione politica: «Alla base di Ncd non c’è un pantheon di riferimento, ma dei valori. Io non sono affezionato al termine "moderati", sono affezionato al sistema di ideali e valori». Ed esemplifica: «Noi crediamo che la vita qualcuno la dà e qualcuno la toglie e quel qualcuno non è il Parlamento». E, ancora, «crediamo che la famiglia sia fatta da un uomo e una donna e che quella descritta nella Costituzione è quella in cui continuare a credere: questa famgilia merita di essere difesa contro i tentativi di smontarla».
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