Berlusconi «sabato, al massimo domenica» farà le sue proposte. Al direttivo, in serata, dei gruppi di Camera e Senato Angelino Alfano carica il suo partito. «Berlusconi ha idee importanti per cambiare la manovra», aveva annunciato già in mattinata da Rimini, appena giunto al Meeting. Poi in serata, come rafforzato dalla spinta dei deputati «amici» che aveva riunito a pranzo in un hotel del lungomare riminese, può avvertire con forza anche il ministro dell’Economia: «Do atto a Tremonti di essersi mosso in mezzo a paletti molto stretti, ma questo non significa che la manovra sia il Vangelo, purché manteniamo i vincoli contabili e politici che ci siamo dati». Dunque il Pdl, è questo il segnale, non è disposto a subire supinamente l’iniziativa della Lega. Vuole convincerla, mediare, ma non cedere la scena. E le «idee importanti» il segretario del Pdl, non a caso le cita rispondendo a una domanda sul contributo di solidarietà che tanto poco piace al Cavaliere. Perché c’è anche un problema di comunicazione con la pubblica opinione. Alfano lo sa e non lo nasconde alla ventina di deputati, eurodeputati e consiglieri regionali di Reteitalia, che lo attorniano al pranzo riminese. «Siamo due punti sotto alla sinistra? Ok, ma il primo che dice che abbiamo già perso lo prendo a schiaffi», scherza. Accanto gli sono seduti Mario Mauro, Maurizio Lupi, Roberto Formigoni. Non c’è pessimismo nelle sue parole, semmai la voglia di aprirsi fino in fondo con il gruppo di cui ha fatto parte anche lui, sin dall’inizio. «Delle pensioni dobbiamo fare una battaglia nostra», dice il segretario del Pdl dando riscontro a vari deputati ( Vignali, Farina, Toccafondi) che lo invitavano a tenere duro. Il segnale, Alfano, lo aveva lanciato, già a mezzogiorno, all’ingresso in Fiera. «Non possiamo creare un conflitto generazionale tra padri e figli», aveva detto, prospettando un «patto per il futuro dei giovani italiani. Ai giovani che hanno difficoltà a trovare lavoro o sono precari vogliamo assicurare una pensione ». E alla Cgil, che si prepara allo sciopero generale, replica: «È solo un’iniziativa ideologica contro il governo ». Poi, a pranzo aveva segnali distensivi anche sui frondisti: «Quando Crosetto parla dei funzionari ministeriali che guadagnano un milione al mese ha ragione, bisogna intervenire ». E visto che un frondista, o uno che tale è stato definito, ce l’ha seduto accanto, Alfano accoglie anche la mano tesa di Formigoni («se propongo dei correttivi lo faccio per il bene della coalizione», dice il presidente della Lombardia). «Se tu ti fai interprete delle giuste istanze delle Regioni e Osvaldo Napoli - presidente dell’Anci, ndr - di quelli dei Comuni, diventa una risorsa per tutto il Pdl», è la risposta di Alfano. «Ma – avverte – abbiamo poco tempo per fare sintesi, non possiamo aspettare lunedì l’incontro fra Bossi e Berlusconi, a quell’ora gli emendamenti debbono essere già presentati», chiarisce. Nelle due ore di colloquio al ristorante dell’hotel Meridien, i temi sono tanti. Si parla anche di liberare, con un nuovo intervento sulle pensioni, risorse per i giovani. Alfano annuisce, è proprio il fulcro del suo ragionamento. Ma forse occorrerà tempo per spiegarsi, e il tempo è poco. «Al termine della manovra, la coalizione fra noi e la Lega uscirà rafforzata e ulteriormente solida, per dare stabilità e riforme al nostro Paese », si dice sicuro. Perchè, spiega poi ai deputati, «parlare oggi di apertura al Terzo Polo significa parlare di niente, loro vogliono far cadere Berlusconi e noi non possiamo concederglielo». Dunque, con la Lega bisognerà trattare, ma vendendo cara la pelle e tenendo duro sulle ragioni del Pdl: «La famiglia, i giovani, la Chiesa – esemplifica – sono nel nostro dna. L’attacco sull’Ici non lo accetta neppure la nostra componente interna più laica».