giovedì 25 agosto 2011
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Berlusconi «sabato, al massimo domenica» farà le sue proposte. Al direttivo, in serata, dei gruppi di Camera e Senato Angelino Alfano carica il suo partito. «Berlusconi ha idee importanti per cambiare la manovra», aveva an­nunciato già in mattinata da Rimini, appena giun­to al Meeting. Poi in serata, come rafforzato dalla spinta dei deputati «amici» che aveva riunito a pranzo in un hotel del lungomare riminese, può avvertire con forza anche il ministro dell’Econo­mia: «Do atto a Tremonti di essersi mosso in mez­zo a paletti molto stretti, ma questo non significa che la manovra sia il Vangelo, purché mantenia­mo i vincoli contabili e politici che ci siamo dati». Dunque il Pdl, è questo il segnale, non è disposto a subire supinamente l’iniziativa della Lega. Vuole convincerla, mediare, ma non cedere la scena. E le «idee importanti» il segretario del Pdl, non a caso le cita rispondendo a una domanda sul con­tributo di solidarietà che tanto poco piace al Ca­valiere. Perché c’è anche un problema di comunicazione con la pubblica opinione. Alfano lo sa e non lo na­sconde alla ventina di deputati, eurodeputati e consiglieri regionali di Reteitalia, che lo attornia­no al pranzo riminese. «Siamo due punti sotto al­la sinistra? Ok, ma il primo che dice che abbiamo già perso lo prendo a schiaffi», scherza. Accanto gli sono seduti Mario Mauro, Maurizio Lupi, Ro­berto Formigoni. Non c’è pessimismo nelle sue parole, semmai la voglia di aprirsi fino in fondo con il gruppo di cui ha fatto parte anche lui, sin dall’i­nizio. «Delle pensioni dobbiamo fare una batta­glia nostra», dice il segretario del Pdl dando ri­scontro a vari deputati ( Vignali, Farina, Toc­cafondi) che lo invitavano a tenere duro. Il segna­le, Alfano, lo aveva lanciato, già a mezzogiorno, al­l’ingresso in Fiera. «Non possiamo creare un con­flitto generazionale tra padri e figli», aveva detto, prospettando un «patto per il futuro dei giovani i­taliani. Ai giovani che hanno difficoltà a trovare lavoro o sono precari vogliamo assicurare una pen­sione ». E alla Cgil, che si prepara allo sciopero ge­nerale, replica: «È solo un’ini­ziativa ideologica contro il go­verno ». Poi, a pranzo aveva segnali di­stensivi anche sui frondisti: «Quando Crosetto parla dei funzionari ministeriali che guadagnano un milione al mese ha ragione, bisogna in­tervenire ». E visto che un fron­dista, o uno che tale è stato definito, ce l’ha seduto ac­canto, Alfano accoglie anche la mano tesa di Formigoni («se propongo dei correttivi lo faccio per il bene della coalizione», dice il presidente della Lombardia). «Se tu ti fai interprete delle giuste istanze delle Re­gioni e Osvaldo Napoli - presidente dell’Anci, ndr - di quelli dei Comuni, diventa una risorsa per tut­to il Pdl», è la risposta di Alfano. «Ma – avverte – abbiamo poco tempo per fare sintesi, non pos­siamo aspettare lunedì l’incontro fra Bossi e Ber­lusconi, a quell’ora gli emendamenti debbono es­sere già presentati», chiarisce. Nelle due ore di colloquio al ristorante dell’hotel Meridien, i temi sono tanti. Si parla anche di libe­rare, con un nuovo intervento sulle pensioni, ri­sorse per i giovani. Alfano an­nuisce, è proprio il fulcro del suo ragionamento. Ma forse occorrerà tempo per spie­garsi, e il tempo è poco. «Al termine della manovra, la coalizione fra noi e la Lega u­scirà rafforzata e ulterior­mente solida, per dare stabi­lità e riforme al nostro Pae­se », si dice sicuro. Perchè, spiega poi ai deputa­ti, «parlare oggi di apertura al Terzo Polo significa parlare di niente, loro vogliono far cadere Berlusconi e noi non possiamo concederglielo». Dunque, con la Lega bisognerà trattare, ma vendendo cara la pel­le e tenendo duro sulle ragioni del Pdl: «La fami­glia, i giovani, la Chiesa – esemplifica – sono nel nostro dna. L’attacco sull’Ici non lo accetta nep­pure la nostra componente interna più laica».
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