martedì 25 agosto 2009
L'appello del ministro della Giustizia a Strasburgo: le carceri italiane sono adeguate per i detenuti italiani ma contando gli oltre 20 mila stranieri «si supera la capienza regolamentare ma anche quella tollerabile». E il problema «deve essere risolto in sede europea».
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    Le carceri italiane sono adeguate per i detenuti italiani ma contando gli oltre 20 mila stranieri "si supera la capienza regolamentare ma anche quella tollerabile" e il problema deve essere risolto in sede europea. Lo afferma il ministro della Giustizia Angelino Alfano, parlando con i giornalisti a margine del Meeting di Rimini. "Ci sono oltre 63 mila detenuti - ha detto Alfano -. Oltre 20 mila sono stranieri il che vuol dire che le carceri italiane sono idonee a ospitare i detenuti italiani. Con l'aggiungersi degli stranieri agli italiani si supera la capienza regolamentare ma anche quella tollerabile. Ho fatto un appello all'Ue: non può da un lato esercitare sanzioni e dall'altro chiudere gli occhi sul fenomeno del sovraffollamento carcerario che deriva dalla presenza di detenuti stranieri, un fenomeno a cui la Ue deve prestareattenzione. La Ue - ha concluso - deve o farsi promotrice di trattati o dare risorse economiche agli Stati più interessati dal problema per costruire nuove carceri".Nel corso del suo intervento Alfano è tornato sull'argomento ricordando il caso della condanna al risarcimento di 1.000 euro inflitto dall'Ue all'Italia per un detenuto bosniaco. "Siamo stati condannati - ha spiegato Alfano - perché la sua cella era troppo stretta. Ma a parte il fatto che questa persona ha commesso un reato in Italia,ha un costo anche rilevante per vitto e alloggio, la Ue non può da un lato esercitare sanzioni e dall'altro chiudere gli occhi sul fenomeno del sovraffollamento carcerario che deriva dalla presenza di detenuti stranieri". "Da europeista convinto - ha concluso - dico alla Bonino che se l'immigrazione non è un compito dell'Europa, per il bene degli immigrati, diamogli un compito in più".Immediata la risposta di Bruxelles. La Commissione europea "è pronta ad aiutare per quanto possibile", ma "non interviene nella gestione quotidiana del sistema di giustizia criminale dei singoli Stati membri". È quanto afferma un portavoce dell'esecutivo europeo in risposta all'appello lanciato dal ministro della giustizia, Angelino Alfano, in merito al sovraffollamento delle carceri. L'Ue - ha quindi spiegato il portavoce - "è pronta ad esaminare la maniera per migliorare il trasferimento di detenuti da uno Stato membro all'altro". L'articolo 33 del Trattato, ha però osservato Abbott, stabilisce che solo i singoli Stat "sono responsabili per il mantenimento dell'ordine pubblico sul proprio territorio e per la salvaguardia della sicurezza interna".No a nuovi indulti. "Non ci saranno nuovi indulti: lo dico chiaramente da un anno", ha poi assicurato Alfano. "Noi - ha detto - non intendiamo procedere sulla via seguita per 60 anni dalla Repubblica: 30 provvedimenti di indulto per risolvere ilproblema del sovraffollamento delle carceri. Si fanno uscire ogni due anni 30 mila detenuti ma il problema non si risolve mai. Noi - ha concluso - puntiamo sulla realizzazione di nuove carceri e sul lavoro in carcere per abbassare la recidiva".
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