mercoledì 28 marzo 2012
​L'ipotesi di intesa  prevede il ritiro della procedura di mobilità e il mantenimento della produzione, in presenza di manifestazioni di interesse, fino al 31 ottobre 2012.
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Accordo raggiunto al ministero dello Sviluppo economico sulla vertenza Alcoa e licenziamenti ritirati. L'ipotesi di intesa  prevede il ritiro della procedura di mobilità e il mantenimento della produzione, in presenza di manifestazioni di interesse, fino al 31 ottobre 2012. Il mese di novembre e dicembre verranno utilizzati per la eventuale fermata delle celle e conseguentemente i lavoratori andranno in cassa integrazione dal 1/1/2013 per la durata di in anno prorogabili eventualmente di un altro anno.Le condizioni per la cassa integrazione verranno concordate a tempo debito. In caso di mancanza di manifestazioni di interesse l'avvio della Cigs avverrà al 1 Novembre 2012. Alcoa poi si impegna per il periodo di un anno dallo spegnimento delle celle a presidiare gli impianti e a mettere le risorse economiche per l'eventuale riavvio in caso di subentro di un nuovo acquirente. L'azienda prevede che entro la fine di aprile le manifestazioni di interesse dovranno tramutarsi in lettera di impegno.Il governo si è impegnato a favorire le condizioni di contesto per l'ingresso di eventuali compratori, in particolare per quanto riguarda l'energia. Sul terreno dell'energia l'accordo prevede: un regime transitorio con la proroga di 2-3 anni della cosiddetta superinterrompibilità nelle isole e per il quale sono in corso verifiche in sede Ue. Una soluzione strutturale con la verifica del cosiddetto Interconnector (verifica con autorità competenti e Terna), di possibili accordi diretti con Enel e possibilità anche di autoproduzione (centrale Enel Sulcis 2 o altro investimento).La Regione e gli enti locali hanno calendarizzato impegni per la riqualificazione delle infrastrutture dedicate alla logistica come il porto e le strade annesse.La FIM-CISL esprime grande soddisfazione per il raggiungimento di una intesa fino a poche ore fa impensabile che consente di lavorare d'intesa con il governo per assicurare la continuità produttiva e la salvaguardia dei posti di lavoro in un'area particolarmente critica della Sardegna. È il frutto delle iniziative di lotta e della capacità negoziale del sindacato e del ruolo positivo esercitato dal Mise sin qui.MOMENTI DI TENSIONE IN PIAZZAMomenti di tensione tra i lavoratori dell'Alcoa e le forze dell'ordine che hanno dovuto contenere i manifestanti che tentavano di bloccare il traffico in via Veneto, con lancio di oggetti e fumogeni. I lavoratori dell'Alcoa sono adesso in sit-in davanti la sede del ministero dello sviluppo economico. Il corteo di 350 operati dello stabilimento di Portovesme (Sulcis Iglesiente) è giunto davanti al Ministero dello Sviluppo economico dopo essere passato per Via Bissolati e Via Barberini, con l'interruzione del traffico per alcune vie del centro, che ha creato problemi anche agli automobilisti romani. I lavoratori intendono seguire il tavolo sulla vertenza al ministero, facendo sentire la loro protesta."Ci stanno chiudendo lo stabilimento, siamo pronti a qualsiasi iniziativa possa dare risalto alla vertenza", fanno sapere i lavoratori di Portovesme, aggiungendo "chiediamo di lavorare". Un operaio, Sandro P. (52 anni), sottolinea: "Ricordiamoci che si tratta di una zona con il più alto tasso di disoccupazione in Italia". Un altro lavoratore, Nicola Barca (26 anni), alla domanda se tra gli operai ci fosse molta tensione risponde: "Non è ancora niente, dipenderà dall'esito dell'incontro".I lavoratori dell'Alcoa, per protesta, hanno bruciato in strada le schede elettorali. Poi con alcuni bastoni si sono lanciati contro gli scudi delle forze dell'ordine schierate sotto la sede del ministero dello Sviluppo in via Veneto. Polizia e carabinieri hanno cercato di contenerli e dopo pochi minuti i dimostranti sono tornati in sit-in.Alcoa "è tra le vertenze su cui c'é il massimo impegno del ministero, del sottosegretario De Vincenti e mio personale. Come governo stiamo facendo il massimo per facilitare le trattative, ma tutti sappiamo bene che non è garantito il risultato, perché ci muoviamo in un settore molto difficile". Lo ha detto il ministro Corrado Passera.
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