lunedì 20 ottobre 2014
I dati reali dell’operazione lanciata un anno fa. La Caritas ha fornito assistenza a 15 mila persone. Altre 5 mila accolte da parrocchie e conventi. Le 32 navi italiane verranno sostituite da 6 mezzi di Frontex.
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Più di 94 mila i migranti, tra cui 9 mila minori, recuperati dalle navi della Marina Militare; 330 gli emissari dei trafficanti di esseri umani assicurati alla giustizia; cinque "navi madre" sequestrate. Risultati ottenuti, informa una nota della Marina, grazie all’utilizzo di 32 navi, 2 sommergibili, elicotteri, aerei che si sono avvicendati dall’inizio dell’operazione Mare Nostrum, esattamente un anno fa, con l’impiego di 920 militari al giorno: quasi 60 i trasporti sanitari con elicottero effettuati in emergenza; tredici gli arrembaggi su navi sospette da parte dei team di fucilieri della Brigata San Marco. Cifre che non fanno dimenticare i tremila tra morti e dispersi.Dietro ai numeri della più grande operazione di soccorso in mare mai realizzata nel Mediterraneo, c’è l’impegno non solo delle autorità italiane, ma di migliaia di cittadini che attraverso parrocchie, associazioni, gruppi spontanei, non hanno lasciato che i migranti restassero privi di assistenza e accoglienza. In gran parte si tratta di profughi di guerra: più di 20 mila i siriani, almeno 30mila gli eritrei, e poi altre migliaia dall’Africa Subsahariana, dalla Palestina, dall’Iraq. Accogliendo l’invito di papa Francesco la Chiesa italiana, attraverso conventi, locali parrocchiali, centri di accoglienza, ha dato ospitalità a quasi ventimila persone, con in prima linea la Caritas Italiana che si è fatta carico di 15mila migranti.Tra pochi giorni la flotta di 32 navi di Mare Nostrum verrà rimpiazzata da sei natanti dell’operazione Triton, messa a punto dall’agenzia Ue Frontex e senza priorità alle operazioni di ricerca e salvataggio dei migranti. I più agguerriti avversari della missione di soccorso italiana da tempo sostengono che i costi sostenuti dal nostro Paese sono insopportabili e che far calare il sipario comporterà grossi risparmi. Sarà vero? Stando ai costi standard delle forze armate, il funzionamento di una fregata come la Maestrale necessità da sola di 60mila euro al giorno (quasi 2 milioni al mese); 50 mila per nave San Marco, e poi 15mila per i pattugliatori. Ciò indipendentemente dall’uso che di questi mezzi si decide di farne. A meno di credere che con l’addio a Mare Nostrum i vascelli della Marina smetteranno di navigare e ai marinai non verrà pagato lo stipendio, occorre comunque mettere in bilancio non meno di 9 milioni al mese, tanto quanto è costata Mare Nostrum. In verità il costo maggiore si deve all’accoglienza e all’assistenza ai profughi sulla terraferma. Il ministero dell’interno stanzia 30 euro al giorno per persona. Secondo stime non ufficiali, su 150mila sbarcati sarebbero tra i 50 e 70mila quanti hanno scelto di restare in Italia. Vuol dire mettere in preventivo fino a 3 milioni al giorno, che in un anno fanno quasi un miliardo. Un impegno enorme, che non verrà meno visto che sulle coste libiche ci sono, secondo vari osservatori internazionali, più di mezzo milione di persone pronte a imbarcarsi.
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