martedì 18 ottobre 2011
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Le prendono, di solito. E le danno, “ma solo quando arriva l’ordine”. Stavolta “gli ordini partivano a singhiozzo, e pure i rinforzi”. Lo sfogo viene dalla viva voce di un dirigente dei reparti antisommossa. E se lui chiede di restare nell’ombra, il suo disagio riecheggia nelle parole di testimoni diretti e rappresentanti dei sindacati di polizia.Dopo quello che è successo sabato e i 60milioni di tagli al comparto sicurezza «i poliziotti – avverte Felice Romano, segretario nazionale del Siulp - non ci stanno più a fare da cuscinetto tra le ambiguità e le mancanze della politica, da un lato, e la follia criminale di questi delinquenti dall’altro». Tanto più che per evitare equivoci e allentare la tensione, gli uomini in divisa avevano fatto capire da che parte sarebbero stati, parlando dei manifestanti nonviolenti come di «giovani venuti per cercare ascolto e giustizia sui loro gravissimi problemi – per usare le parole di Romano -, a cominciare da quello di non aver un futuro certo».Nonostante le cicatrici, a Roma qualcosa di buono è accaduto. «Mai come questa volta la gente ci ha abbracciati, quasi osannato», racconta Andrea Cecchini, dirigente del sindacato Anip-Italia sicura. Cecchini era in piazza San Giovanni con gli altri colleghi della Polizia di Stato. «Ho visto i “buoni” darci manforte e coraggio quando hanno capito che non avrebbero potuto da soli arginare i violenti. Abbiamo visto con i nostri occhi i manifestanti nonviolenti allontanare i delinquenti, mentre questi tentavano di attaccarci».Non è un caso se oggi a Roma gli “indignados” saranno loro. A centinaia. Lamentano, gli agenti, di venire usati come “carne da cannone”. Sabato è successo di nuovo. E, forse, si poteva fare diversamente. Il funzionario che era «per strada con i ragazzi che hanno subìto ogni angheria, ma non sono caduti nella trappola delle provocazioni», non vuole esercitarsi in dietrologismi. Una domanda però la pone: «Possibile che dopo il G8 di Genova e più recentemente la Val di Susa, si continuino a commettere gli stessi errori? Perché?». La notizia di oggi sono gli arresti e le perquisizioni. La reazione dello Stato s’è sentita. «Certo – ragiona ancora il dirigente romano -, ma da giorni eravamo stati informati dei pericoli e delle possibili provenienze dei violenti. La piazza, probabilmente, si poteva “tenere” meglio, con più uomini e più controlli. Invece in alcune zone nevralgiche, come San Giovanni, gli agenti erano troppo pochi per poter scoraggiare i violenti e poi per poterli dispedere». In quelle circostanze «servirebbero decisione e rapidità perché la sicurezza, soprattutto quando si parla di black bloc che devastano e distruggono – osserva ancora Andrea Cecchini, che con il suo sindacato oggi non sarà in piazza –, richiede risposte celeri, che vanno dalla regia dell’ordine pubblico agli esecutori sul campo».Anche per questo oggi gli uomini in divisa saranno in corteo. Per domandare a che che serve rischiare un occhio, una gamba, perfino la vita, se poi, come lamenta il Siap, gli agenti impegnati nel cantiere Tav in Val Di Susa «da giugno aspettano il pagamento di 30 mila ore complessive di straordinario?». Indignati, contro i delinquenti «che hanno trasformato una protesta pacifica nell’ennesima mattanza contro le forze dell’ordine, contro i cittadini e contro una città. Indignati – scandisce Nicola Tanzi, segretario generale del Sap, il sindacato autonomo di polizia - anche contro il governo», che con il ddl stabilità è andato al risparmio anche dove già si è tagliato.Il futuro non promette bene. Fonti di intelligence parlano di “imminente escalation delle azioni ad opera delle frange anarcoinsurrezionaliste e degli extraparlamentari”, di estrema destra e di estrema sinistra. Dopo Roma l’altro fronte bollente è Milano. Ed anche qui le rappresentanze sindacali di Siulp, Sap, Ugl- Polizia e Consap insceneranno un presidio per “impedire lo smantellamento della sicurezza pubblica e del soccorso pubblico contro le politiche finanziare dei soli tagli”. Parole e toni così allarmati non si udivano da tempo, arrivando a parlare «di comportamento irresponsabile e vergognoso, verso gli operatori di polizia, tenuto dall’attuale governo alla luce anche dei ultimi fatti avvenuti a Roma». Una tattica da vera guerriglia urbana, che presto potrebbe essere riproposta nel corso di altre manifestazioni.
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