L'adunata degli alpini a Rimini - Facebook Comune di Rimini / Ansa
Decine, centinaia di segnalazioni sui social di comportamenti molesti di diversa gravità: dai fischi alle proposte oscene, dagli inseguimenti alle "mani lunghe", fino a gesti che il codice penale classifica come violenza sessuale. Alcuni di questi racconti diventeranno presto denunce alle forze dell’ordine (la prima martedì sera): per ora non se ne conosce il numero, ma quel che è certo è che nel 93esimo raduno degli alpini che si è svolto da venerdì a domenica scorsi a Rimini e che ha visto la partecipazione di 520mila persone, di cui almeno 450mila "penne nere", qualcosa è andato storto. Decine di cameriere e bariste, semplici passanti e giovani turiste hanno patito toni e gesti non consoni né alla dignità delle donne né alla serietà di un corpo come quello degli alpini, formazione benemerita e amatissima dagli italiani.
Il presidente dell’Associazione nazionale alpini (Ana), Sebastiano Favero, ha promesso «provvedimenti» nel caso in cui ci fossero «denunce circoscritte e circostanziate». Lunedì in una nota, firmata dall’Ana, c’era un passaggio che ha suscitato perplessità: «Quando si concentrano in una sola località centinaia di migliaia di persone per festeggiare è quasi fisiologico che possano verificarsi episodi di maleducazione, che però non possono inficiare il valore dei messaggi di pace, fratellanza, solidarietà e amore per la Patria che sono veicolati da oltre un secolo proprio dall’Adunata». Peraltro, come ha notato lo stesso Favero, decine di persone si "infiltrano", procurandosi il cappello da alpini con l’intento proprio di far confusione. Non si tratta però di "maleducazione", ma di una perdita di controllo di maschi che in virtù della (presunta) impunità del branco e, forse, dei fumi dell’alcol, si sentono liberi di esprimere il peggio di una visione della donna che si pensava tramontata. Una barista ha raccontato che un alpino ha provato a leccarla: «Un altro mimava un atto sessuale mentre mi giravo per sparecchiare». Una 27enne ha detto di essere stata accerchiata e palpeggiata.
Non sempre, per diversi motivi, si denunciano questi episodi, ma derubricarli a "maleducazione" sembra inadeguato.
E intanto si apre un nuovo fronte: la stessa organizzazione femminista di Rimini, Non Una di Meno, denuncia di aver raccolto episodi di molestia al party di benvenuto di Eurovision Song Contest, domenica sera nel contesto della Reggia di Venaria, fuori Torino. Le molestie avrebbero coinvolto giovani volontarie e componenti degli staff degli artisti in competizione.