martedì 10 maggio 2022
Decine di segnalazioni di comportamenti inappropriati. L'Associazione alpini stigmatizza: attendiamo le denunce (e una arriva). Il ministro Guerini: fatti gravissimi. E scoppia il caso Eurovision
L'adunata degli alpini a Rimini

L'adunata degli alpini a Rimini - Facebook Comune di Rimini / Ansa

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Decine, centinaia di segnalazioni sui social di comportamenti molesti di diversa gravità: dai fischi alle proposte oscene, dagli inseguimenti alle "mani lunghe", fino a gesti che il codice penale classifica come violenza sessuale. Alcuni di questi racconti diventeranno presto denunce alle forze dell’ordine (la prima martedì sera): per ora non se ne conosce il numero, ma quel che è certo è che nel 93esimo raduno degli alpini che si è svolto da venerdì a domenica scorsi a Rimini e che ha visto la partecipazione di 520mila persone, di cui almeno 450mila "penne nere", qualcosa è andato storto. Decine di cameriere e bariste, semplici passanti e giovani turiste hanno patito toni e gesti non consoni né alla dignità delle donne né alla serietà di un corpo come quello degli alpini, formazione benemerita e amatissima dagli italiani.

Sarà la logica del branco, sarà l’ebbrezza dell’alcol, che spesso in questi happening scorre in abbondanza, fatto sta che l’organizzazione femminista "Non Una di Meno" ha raccolto segnalazioni che non lasciano indifferenti, data anche la forte sensibilizzazione sul tema della violenza alle donne che è andata maturando in Italia anno dopo anno. «Molestie mascherate da goliardia e tradizione che in realtà sono figlie di una cultura patriarcale», ha tuonato l’associazione. Al netto di toni esasperati e di generalizzazioni (perché è ingiusto considerare il corpo degli alpini tout court come portatore di una "cultura patriarcale") è vero che l’atmosfera che si crea in adunate "al maschile" – come è quella delle "penne nere" – può degenerare per colpa non di tutti ma di molti. Visto ciò che è successo in passato in analoghi raduni, ad esempio a Milano nel 2019 e a Trento nel 2018, gli organizzatori possono e devono fare molto di più per controllare comportamenti inaccettabili.

Il presidente dell’Associazione nazionale alpini (Ana), Sebastiano Favero, ha promesso «provvedimenti» nel caso in cui ci fossero «denunce circoscritte e circostanziate». Lunedì in una nota, firmata dall’Ana, c’era un passaggio che ha suscitato perplessità: «Quando si concentrano in una sola località centinaia di migliaia di persone per festeggiare è quasi fisiologico che possano verificarsi episodi di maleducazione, che però non possono inficiare il valore dei messaggi di pace, fratellanza, solidarietà e amore per la Patria che sono veicolati da oltre un secolo proprio dall’Adunata». Peraltro, come ha notato lo stesso Favero, decine di persone si "infiltrano", procurandosi il cappello da alpini con l’intento proprio di far confusione. Non si tratta però di "maleducazione", ma di una perdita di controllo di maschi che in virtù della (presunta) impunità del branco e, forse, dei fumi dell’alcol, si sentono liberi di esprimere il peggio di una visione della donna che si pensava tramontata. Una barista ha raccontato che un alpino ha provato a leccarla: «Un altro mimava un atto sessuale mentre mi giravo per sparecchiare». Una 27enne ha detto di essere stata accerchiata e palpeggiata.

Non sempre, per diversi motivi, si denunciano questi episodi, ma derubricarli a "maleducazione" sembra inadeguato.

Sulla questione è arrivata anche la reazione del ministro della Difesa Lorenzo Guerini: «Episodi che certamente andranno accertati dagli organi competenti, ma che non possono e non devono essere sottovalutati. Episodi che sarebbero all’opposto dei valori degli Alpini. È sbagliato fare generalizzazioni, ma allo stesso tempo non ci deve essere nessuna tolleranza». Sulla stessa lunghezza d’onda le dichiarazioni di numerosi uomini e donne della politica e delle istituzioni, da Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana all’eurodeputata Pd Alessandra Moretti, dalla senatrice di Italia Viva Donatella Conzatti alla deputata Pd Laura Boldrini. Matteo Salvini (Lega) e Giorgia Meloni (Fratelli d'Italia) invitano a non criminalizzare il corpo degli alpini.

E intanto si apre un nuovo fronte: la stessa organizzazione femminista di Rimini, Non Una di Meno, denuncia di aver raccolto episodi di molestia al party di benvenuto di Eurovision Song Contest, domenica sera nel contesto della Reggia di Venaria, fuori Torino. Le molestie avrebbero coinvolto giovani volontarie e componenti degli staff degli artisti in competizione.


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