martedì 18 agosto 2015
Attesa per oggi la decisione del Tribunale dei minori sull'adottabilità del bimbo. Tra le ipotesi il trasferimento in comunità.
LA SCHEDA Dalla segnalazione alla sentenza, tutte le tappe
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​Il Tribunale dei minori deciderà oggi a chi affidare il piccolo Achille, il figlio di Martina Levato, venuto alla luce l'altra notte alla clinica Mangiagalli, dove ancora si trovano madre e figlio ma separati, per decisione del pm minorile. Verrà diuscussa la richiesta del pm Annamaria Fiorillo di allontanare il neonato dalla madre e in generale dall'intero contesto familiare mentre l'avvocato Laura Cossar farà presente la disponibilità dei nonni paterni a prendersi cura del piccolo, cercando di scongiurare l'adozione presso un'altra famiglia. L'ipotesi più probabile, a questo punto, è che il tribunale opti per l'assegnazione provvisoria in una comunità.  La studentessa della Bocconi, condannata a 14 anni per aver deturpato con l'acido il viso del suo ex Pietro Barbini e sotto processo per altri episodi, è in ospedale, piantonata da un agente in borghese, il neonato nella stessa struttura. La ragazza ha avviato la pratica per il riconoscimento del bambino.

Alexander Boettcher, il broker padre del bambino e condannato come la Levato a 14 anni di carcere, dovrà anche lui riconoscere il piccolo per poter aver titolo a dire la sua nel procedimento. "Sono disperata, mi hanno distrutto". Sono queste, stando a quanto riferito da uno dei suoi legali l'avvocato Stefano De Cesare, le prime parole di Martina Levato. Ieri il pm di Milano Marcello Musso, titolare delle indagini sulle aggressioni con l'acido, si è recato, alla clinica Mangiagalli nel capoluogo lombardo per andare a trovare il bimbo portando in dono delle babbucce bianche.  A difendere la scelta "presa, come deve essere, nell'unico interesse del minore" è il pm Annamaria Fiorillo, la stessa che, sempre da pm di turno, si occupò della vicenda dell'allora minorenne Ruby. Di nuovo nell'occhio del ciclone. Nel suo ricorso il pm fa riferimento alla perizia psichiatrica depositata alla nona sezione penale che ha condannato la Levato e Boettcher per l'aggressione a Barbini. Gli psichiatri avevano escluso qualsiasi forma di incapacità di intendere e di volere, anche parziale dei due e descrivevano Martina Levato come una donna con una personalità con tratti "borderline": sarebbe stata proprio lei, a detta degli psichiatri, ad accollarsi il compito di agire e, quindi, di lanciare l'acido contro Barbini. La separazione dal bambino, è stata necessaria dunque, spiega Fiorillo. Il fondatore della Comunità Exodus, don Antonio Mazzi, chiede invece che Martina Levato, la donna che aveva sfregiato con l'acido l'ex fidanzato, possa riavere il figlio. "Credo che il giudice abbia preferito lavarsi le mani e applicare le normali procedure", scrive don Mazzi su Famiglia Cristiana online. "Io sarò il solito fuori di testa, ma insisto ancora una volta nel chiedere - dice don Mazzi - che Martina tenga il frutto dei suoi nove mesi, pronto ad accettarla sempre in una delle mie comunità per mamme e bambini".

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