venerdì 12 maggio 2023
Si è spento a 96 anni. Il professionista dal 1957 in "Fabbrica del Duomo". Unì la preparazione professionale a una grande fede
L'architetto Ernesto Brivio accanto alla Madonnina in una foto d'epoca

L'architetto Ernesto Brivio accanto alla Madonnina in una foto d'epoca - .

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Un gentiluomo di altri tempi, un professionista innamorato del suo lavoro instancabilmente profuso per la Veneranda Fabbrica della Cattedrale e il suo Archivio, il Duomo e il suo Museo e tutto ciò che ha riferimento alla “Casa di tutti i milanesi” con i suoi splendidi tesori. Si è spento a 96 anni l’architetto Ernesto Brivio, figura molto amata, milanese doc, classe 1927, a 30 anni era stato assunto dalla Veneranda Fabbrica, divenendo direttore dell’Archivio dal 1972 e direttore del rinnovato Museo del Duomo nel 1988. Carica che manterrà, successivamente al 1994 anche come consulente, fino al 2000. «Era un maestro, un uomo dedito al lavoro con la professionalità che lo contraddistingueva», ricorda l’architetto Carlo Capponi, delegato regionale della Conferenza Episcopale Lombarda per i Beni Culturali Ecclesiastici, che di Brivio fu amico e collaboratore. «Aveva la capacità di trasmettere una passione a chiunque incontrasse e sicuramente lo fece con me. Credo che la sua importanza, sia per i lunghi decenni in cui ha lavorato nel complesso del Duomo, ma anche quale promotore di pubblicazioni come il “Dizionario della Diocesi di Milano” con monsignor Angelo Maio, allora arciprete del Duomo, sia indiscutibile».

Fu tra i fondatori dell’Associazione dei Musei Ecclesiastici Italiani e quella delle Cattedrali con vetrate medioevali. «Una persona squisita –continua Capponi – , sapiente, di una umiltà, nel presentare la sua sapienza, rara. Siamo stati nell’allora Unione Sovietica, alla fine degli anni ‘70, per allestire, una mostra realizzata con alcuni capolavori delle collezioni del Duomo e da altre di Lombardia». Ma Brivio intuì anche le grandi potenzialità del fare sinergia (questione non scontata ai suoi tempi) tra istituzioni culturali ecclesiastiche. «Voleva – dice ancora Capponi – che i musei delle Cattedrali fossero in rete, consapevoli di essere un patrimonio vivo, non soltanto per la conservazione di opere d’arte, ma per il loro stesso compito di trasmissione della fede».

Anche in monsignor Marco Navoni, prefetto della Biblioteca Pinacoteca Ambrosiana, la memoria dell’architetto Brivio è vivissima. «Dobbiamo a lui», sottolinea, «il progetto praticamente definitivo del presbiterio del Duomo, una volta conclusi i lavori statici, progettati dall’ingegner Carlo Ferrari da Passano, relativi ai 4 piloni che reggono il tiburio. Io ero vice-cerimoniere, allora, in Duomo e insieme a monsignor Giacomo Mellera, il maestro delle cerimonie, più volte ci siamo confrontati sulla disposizione del nuovo presbiterio, che venne, poi, inaugurato nel 1986. Anche in questo progetto, come per i suoi tanti saggi - insieme abbiamo pubblicato, nel 1997, “Vita di Sant’ Ambrogio narrata nell’antico coro ligneo del Duomo” -, era sempre molto attento a un ascolto che doveva alla sua solida formazione di carattere storico- spirituale cristiana».

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