Il referendum sull'acqua torna a dividere il Paese. Dopo lo stop del governo sul nucleare, il dibattito si è acceso intorno alle parole del ministro dello Sviluppo,
Paolo Romani: «Anche su questo tema, come per il nucleare il referendum divide in due. Ma è un tema di grande rilevanza, e ho l'impressione che anche su questo sarebbe meglio fare un approfondimento legislativo». Espressioni che hanno fatto gridare molti allo scandalo. Il governo, infatti, come avvenuto sulla questione nucleare dopo l'incidente di Fukushima, sembra intenzionato a intervenire anche sulla privatizzazione delle risorse idriche con un intervento legislativo che potrebbe far saltare il quesito referendario sull'acqua previsto il 12 e 13 giugno.
L'IPOTESI AUTHORITYUn decreto legge, che istituisca un'autorità per il settore idrico per stabilire «le regole del gioco». Lo afferma il sottosegretario allo Sviluppo Economico
Stefano Saglia, in una intervista a
Skytg24, a proposito dell'intervento del governo sul fronte dell'acqua. «Le liberalizzazioni, come accaduto per l'energia elettrica e il gas, devono essere regolate - spiega Saglia - quindi ci vuole un'Autorità terza rispetto al governo che stabilisca le regole del gioco. Penso che l'unica modalità possibile sia l'inserimento di una proposta di modifica all'interno dei provvedimenti, sotto forma di decreto, che il Consiglio dei ministri sta per varare».
LE REAZIONIUn'intenzione che, per ora, l'esecutivo non ha ufficializzato ma che ha già scatenato un secco «no» da opposizione e Comitato promotore. Per il responsabile dell'Ambiente del Partito Democratico,
Stella Bianchi, «sarebbe davvero molto grave se il governo cercasse di non far esprimere gli elettori a difesa dell'acqua pubblica e contro la privatizzazione forzata imposta dal governo Berlusconi». I cittadini, aggiunge la Bianchi, «hanno il diritto di esprimersi e sarebbe ora che anche il governo rispettasse pienamente ogni istituto della democrazia, incluso quelli di democrazia diretta previstidalla nostra Costituzione. E trovasse anche il coraggio di sostenere fino in fondo di fronte agli elettori le scelte sbagliate che ha imposto al paese a colpi di fiducia».«Solo un governo arrogante e senza pudore - ha aggiunto il senatore del Partito Democratico,
Ignazio Marino - può pensare di togliere la voce ai cittadini parlando di generici "approfondimentì"».Posizione condivisa anche dal leader di Sinistra Ecologia Liberta,
Nichi Vendola, che accusa: «Siamo di fronte a un vero e proprio furto di democrazia». «Dopo il tentativo di scippare il referendum sul nucleare - aggiunge Vendola in una nota congiunta insieme a
Paolo Cento - ora il governo sotto la spinta delle lobby affaristiche tenta di mettere mano anche al referendum contro la privatizzazione dell'acqua. Siamo di fronte ad un vero e proprio furto di democrazia».Ipotesi che non convince Cittadinanzattiva, una delle organizzazioni che fa parte del Comitato promotore del referendum sull'acqua: «Le notizie di queste ore sul referendum di giugno ci preoccupano molto. Se fosse vera l'intenzione del governo di impedire lo svolgimento della consultazione referendaria con qualche ritocchino legislativo
ad hoc, saremmo di fronte a una madornale violazione del diritto dei cittadini di esprimersi liberamente su questioni di cruciale importanza».Anche
Antonio Di Pietro, leader dell'Italia dei Valori, punta il dito contro il governo Berlusconi, invocando l'intervento di Napolitano: «Torno a chiedere al presidente della Repubblica di impedire questa ultima e fatale degenerazione, non firmando la legge sul nucleare».Piccato il commento dei Verdi che definiscono l'intenzione del governo un atto «criminale nei confronti dei diritti dei cittadini italiani». «Non era mai accaduto nella storia della Repubblicaitaliana - ha aggiunto il presidente nazionale dei Verdi,
Angelo Bonelli - che si rubasse con queste modalità il diritto degli italiani di esprimersi democraticamente contro il nucleare e la privatizzazione dell'acqua, due questioni fondamentali per il futuro del Paese».