mercoledì 29 luglio 2009
Incoraggianti i dati presentati dal sottosegretario al Welfare Eugenia Roccella. Nel 2008 ci sono state 121.406 interruzioni di gravidanza, con un decremento del 4,1% rispetto all'anno precedente. Il numero degli interventi effettuato da donne con cittadinanza estera è invece in aumento. Boom degli obiettori di coscienza.
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Gli aborti in Italia nel 2008 sono stati 121.406. Ogni mille nati vivi, cioè, sono state 213,3 le interruzioni volontarie di gravidanza. E tra le donne che abortiscono, una ogni tre è straniera. La relazione annuale al Parlamento sulla 194 del ministro della Salute fotografa con precisione il ricorso in Italia all’aborto. E stima in circa 15mila le interruzioni di gravidanza clandestine. A presentare il dossier, che contiene i dati preliminari relativi al 2008 e quelli definitivi del 2007, è il sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella. Nelle conclusioni il ministero parla di conferma della «tendenza storica alla diminuzione dell’interruzione volontaria di gravidanza (Ivg), che diventa ancora più evidente se si scorporano i dati relativi alle donne italiane rispetto a quelli delle straniere». Il ricorso all’aborto delle immigrate è particolarmente alto se si pensa che sono circa il 3,4% della popolazione residente in Italia, ma il 32,2% delle donne che abortiscono. Il ministero afferma che «il tasso di abortività in Italia è tra i più bassi tra i Paesi occidentali» e «particolarmente basso quello delle minorenni e degli aborti ripetuti». In crescita il numero dei medici obiettori. Per il presidente del Movimento per la vita, Carlo Casini, «resta un numero spaventoso, se pensiamo che sono sempre bambini, anche se nascosti nel seno materno».Leggera flessione. I dati confermerebbero dunque un calo del ricorso all’aborto sia per numero assoluto, che per tasso di abortività (numero di Ivg per mille donne in età feconda tra i 15 e i 49 anni), che per rapporto di abortività (numero di aborti per mille nati vivi). I 121.406 aborti del 2008 sono il 4,1% in meno rispetto ai 126.562 del 2007. ll 1982 è stato l’anno in cui sono stati registrati più aborti: 234.801 casi. In lieve flessione il tasso di abortività, nel 2008 dell’8,7 per mille. L’anno precedente era stato il 9,1: meno 4,6%. Stessa tendenza per il rapporto di abortività (Ivg per mille nati vivi): 213,3 per mille nel 2008, meno 4,9% rispetto al 224,3 del 2007.Minorenni, il confronto con l’estero. In leggerissima flessione il tasso di abortività delle minorenni che nel 2007 è stato del 4,8 per mille. Nel 2006 era stato del 4,9. «Come negli anni precedenti – si legge nella relazione – si conferma il minore ricorso all’aborto tra le giovani italiane rispetto» all’Europa occidentale. In Italia le donne sotto i 20 anni nel 2007 hanno avuto un tasso di abortività del 7,5 per mille, in Inghilterra e Galles del 25, Francia del 16,4. Nel 2004 negli Usa è stato il 20,5. Nel 1996 in Svezia il 17,7.Straniere, aborti in crescita. Aumenta costantemente, anche per la crescita del numero in assoluto delle immigrate in Italia, il dato sugli aborti delle donne straniere. Nel 2007 gli aborti di non italiane è stato il 32,2% del totale, nel 2006 il 31,6%. Nel 1998 era del 10,1%. In assoluto 40.224 aborti. Eugenia Roccella sottolinea che «di questi, 21.717, oltre la metà, sono aborti di donne dell’Europa dell’Est, dove il ricorso all’aborto è massiccio e di fatto equiparato a un sistema contraccettivo». Per le straniere «si impongono quindi specifici interventi di prevenzione – dice il Ministero – che tengano conto anche delle diverse condizioni di vita, cultura e costumi». Più frequente tra le straniere rispetto alle italiane il ricorso reiterato all’aborto, rispettivamente 37,2% tra le immigrate rispetto al 21,5%. Da segnalare il dato sulle straniere residenti all’estero che vengono ad abortire in Italia: 6.825.La piaga degli aborti clandestini. «La stima, pari a 15 mila aborti clandestini», per la maggior parte in Italia Meridionale, «è relativa al 2005, ultimo anno per il quale sono disponibili tutti i dati». Per la stima delle Ivg illegali vengono usati «modelli matematici».Procedura d’urgenza nelle solite regioni. Il ricorso alla procedura di urgenza, quella che fa saltare la pausa per un’eventuale ripensamento, come in passato si osserva soprattutto in tre regioni: Toscana 22,7%, Emilia Romagna 14,7% e Campania 12,8%.Medici obiettori in aumento. L’obiezione di coscienza aumenta. I ginecologi passano dal 58,7% del 2005 al 70,5 del 2007. ll’85,6 nel Lazio. Stesso trend per gli anestesisti, dal 45,7 al 52,3, con oscillazioni tra Nord e Sud: 77% in Campania, 29 in Toscana. La diminuzione dei tempi d’attesa , afferma il ministero, indica che «il livello dell’obiezione non ha diretta incidenza nel ricorso all’Ivg». «194, nessuna revisione». Per Roccella la 194 «ha prodotto buoni risultati e non c’è bisogno di rivederla». Per Livia Turco del Pd «la diminuzione è dovuta alla capacità di scelta delle donne. Il boom degli obiettori non determini allungamento dei tempi».
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