Marie Claire: «Così ho perdonato chi ha ucciso mia madre»

La storia di una donna del Burundi, ora infermiera a Genova, che ha saputo trasformare la sofferenza in speranza attraverso attività di solidarietà
December 6, 2025
Marie Claire: «Così ho perdonato chi ha ucciso mia madre»
Marie Claira Gegera
A nove anni ha visto morire la madre davanti ai suoi occhi. A ventidue perdona l’uomo che l’aveva uccisa. Oggi Marie Claire Gegera, infermiera a Genova, trasforma quella ferita in solidarietà. A Bujumbura, capitale economica del Burundi, la sua infanzia è stata segnata dalla guerra e dalla perdita. Il padre, docente universitario e diplomatico, viene assassinato quando lei aveva appena due anni. Qualche anno dopo, anche la madre cade sotto i colpi di un fucile mentre si recavano a Messa. «Ricordo ancora il mio vestito bianco macchiato dal sangue di mia madre, che agonizzante mi sussurra: “Non perdere la fede, credi nell’uomo, conserva la dignità”», racconta oggi. Dei quindici fratelli, solo tre sono sopravvissuti alle violenze che hanno insanguinato il Paese.
Ingannata con la promessa di poter proseguire gli studi, Marie Claire viene portata in Ruanda e costretta a lavorare per famiglie benestanti. Subisce umiliazioni, maltrattamenti ma non si arrende. La chiesa diventa il suo rifugio, la fede la sua ancora. Insegna catechismo, danza sacra, porta conforto ai bambini. Un sacerdote nota il suo impegno e la sua determinazione e le offre la possibilità di ricevere un’istruzione. È l’inizio della rinascita. «Ho sofferto la fame di cultura – spiega – perché in Africa un tozzo di pane riesci a condividerlo, la conoscenza e l’istruzione no».
A 22 anni rientra in Burundi come volontaria nei campi profughi. Si prende cura dei feriti delle rivolte del ’93 e lì incontra un uomo che le cambierà la vita. È gravemente ferito e assistendolo, si convince che sia un amico di famiglia. «Mi diceva che avevo lo stesso sguardo di mio padre e il sorriso di mamma», chiarisce Marie Claire. Solo in punto di morte lui le confesserà di essere l’assassino di sua madre. Quei colpi erano destinati a lei, la donna le aveva fatto da scudo. Marie Claire lo perdona e lo accompagna negli ultimi istanti di vita. «Credo si sia pentito – dice – perché prima di andarsene ha voluto stringermi la mano. Il perdono ha guarito entrambi: me, che per anni ho coltivato rabbia e rancore, e lui, che in punto di morte si è liberato del suo fardello». Da quel gesto di riconciliazione inizia un nuovo percorso. Con le missionarie arriva in Italia, studia Scienze infermieristiche al Campus Bio-Medico di Roma e si specializza in emergenza pediatrica e management sanitario. Oggi vive a Genova, dove lavora come infermiera.
Nel 2017 fonda la onlus “La Carità in movimento”, che promuove salute e sviluppo socioeconomico in Burundi, sostiene madri vedove e i loro figli, garantendo istruzione e cure ai bambini. Tra i progetti più riusciti c’è il “Progetto Mucca”, che prevede la donazione di un animale alle famiglie con l’impegno di regalare il primo vitello a chi non ha nulla. Una catena di solidarietà che cresce di anno in anno. «In questo modo una mamma ha potuto far studiare i suoi bambini e acquistare due terreni – racconta –. C’è pure una sartoria, dove si insegna un mestiere alle ragazze madri, così da offrire loro autonomia e la possibilità di costruire un futuro stabile». Per la forza con cui ha trasformato il dolore in impegno sociale, Marie Claire è stata candidata al Premio “Donne che amano le donne”, che si è tenuto a Palermo a novembre. Promosso dal Terziario Donna di Confcommercio del capoluogo siciliano, il riconoscimento rende omaggio a chi riesce a trasformare la sofferenza in speranza e cambiamento nelle proprie comunità.

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