La storia delle rane galassia, in via d'estinzione per colpa di chi le fotografa
Uno studio denuncia come flash, manipolazioni e assenza di regole stiano causando stress, alterazioni comportamentali e persino la morte di alcuni esemplari, rilanciando l’urgenza di standard etici nella documentazione naturalistica

Belle come un cielo stellato, rare, ma soprattutto piccole e fragili, le rane Galaxy rischiano di scomparire dall’universo. Quello stesso che la loro pelle sembra riprodurre in una miriade di puntini cosmici e che perciò affascina naturalisti e fotografi. Ma proprio l’obiettivo di una macchina fotografica, con il dilagare di incursioni fotografiche nel loro habitat, ha portato alla morte di alcuni piccoli anfibi. La denuncia dei viaggi fotografici e del comportamento incauto di alcuni fotografi, è contenuta in uno studio appena pubblicato su Herpetology Notes. La rana galassia (Melanobatrachus indicus o rana nera di Microhylid), si trova solo nelle foreste sempreverdi della catena montuosa dei Ghati Occidentali in India. Grandi al massimo un dito, le creature di questa specie si rifugiano nelle fessure umide fra le rocce, le foglie cadute e i tronchi in decomposizione. Lo studio ha rilevato che i viaggi fotografici non regolamentati causano disturbi e cambiamenti comportamentali che possono compromettere i processi nutritivi e riproduttivi delle rane.
Per lo scatto perfetto, gruppi di fotografi che arrivano sul sito, calpestano l'area e spostano tronchi, arrivando perfino a toccare e spostare i piccoli animali nella ricerca dello sfondo perfetto per il loro shooting, che arriva a durare anche diverse ore. Il contatto con le mani nude, la mancanza di idratazione e l’assenza di protocolli di biosicurezza hanno reso le rane vulnerabili allo stress, al calore e a potenziali malattie, si legge nel rapporto. I ricercatori avevano iniziato a monitorare il tratto di foresta pluviale nel 2019, nel tentativo di monitorare la salute delle rane, classificate come “vulnerabili” dall'Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn). Le rane hanno sopportato ripetuti manipolamenti mentre i potenti flash delle macchine fotografiche dei fotografi illuminavano la scena per circa quattro ore a sessione. Durante queste maratone fotografiche sarebbero morte due piccole rane, ha detto uno dei tracciatori. Il rapporto sollecita quindi l’istituzione di standard etici nella fotografia naturalistica in tutta l’India per protegger la fauna selvatica del Paese. K.P. Rajkumar, uno dei ricercatori, aggiunge: «Se fatta correttamente, la fotografia può essere una grande risorsa per aiutare i conservazionisti nella comprensione del comportamento animale al fine di salvaguardare una specie. Le immagini di questi incredibili esseri viventi possono educare al rispetto per la natura che ci circonda. Ma fotografarli, non deve essere in nessun caso un danno per la specie».
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