Lo sgombero, il presidio, gli idranti: cosa succede ora con Askatasuna

C'erano attivisti al terzo piano dell'edificio di corso Regina Margherita 47, considerata agibile solo al piano terra: da qui la decisione di procedere con un blitz. Il ministro Piantedosi: segnale chiaro dello Stato. I militanti: accorrete al presidio alle 18. Nel frattempo la polizia disperde i manifestanti con forti getti d'acqua
December 18, 2025
Lo sgombero, il presidio, gli idranti: cosa succede ora con Askatasuna
Idranti a Torino contro il presidio pro-Askatasuna, scattato dopo lo sgombero / Ansa
Il centro sociale Askatasuna di Torino è stato sequestrato e sgomberato stamattina dalla Digos della polizia, dopo una perquisizione nell'ambito delle indagini per gli assalti alla sede del quotidiano La Stampa, delle Ogr e di Leonardo, durante manifestazioni pro-Palestina. Nell'edificio di corso Regina Margherita 47, occupato dal 1996, il cui nome in lingua basca significa "libertà", sono stati trovati all'alba sei attivisti, al terzo piano. Presenza in una parte inagibile del palazzo, che ha fatto saltare il patto del Comune con un comitato di garanti per un progetto sui beni comuni.
Di «mancato rispetto delle condizioni del patto di collaborazione» ha parlato il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, comunicando l'accaduto con queste parole. «L'autorità di pubblica sicurezza sta svolgendo questa mattina attività presso l'immobile di corso Regina Margherita 47. In questo contesto la Prefettura di Torino ha comunicato alla città l'accertamento della violazione delle prescrizioni relative all'interdizione all'accesso ai locali di corso Regina Margherita 47». La storica sede di Askatasuna è considerata inagibile, fatta eccezione per il piano terra.
Qual era la situazione dal punto di vista legale? La giunta comunale di Torino lo scorso 18 marzo aveva approvato il rinnovo del patto di collaborazione per la trasformazione del centro sociale Askatasuna in bene comune, recependo anche la mozione che confermava l'accettazione dei metodi democratici e il ripudio di ogni forma di violenza e razzismo. La delibera rinnovava l'accordo, scaduto il 15 marzo, con un gruppo spontaneo di cinque cittadini per la cura e la rigenerazione dell'immobile di proprietà comunale, in corso Regina Margherita 47 a Torino. Un comitato di garanti si era fatto carico di un progetto sui beni comuni, con la previsione di attività da svolgere al piano terra, mentre gli altri tre piani dell'edificio erano stati dichiarati inagibili e tra le clausole per il mantenimento del patto c'era proprio il divieto di utilizzare gli altri piani della palazzina. Tra le altre clausole c'erano condizioni di sicurezza e di igiene, una relazione semestrale sulle attività, la modifica della struttura diversamente da quanto previsto dalla ristrutturazione in corso. 
«Sgomberato il centro sociale Askatasuna di Torino. Dallo Stato un segnale chiaro: non ci deve essere spazio per la violenza nel nostro Paese» è stato il commento del ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, su X. «Hanno chiuso l'acqua e stanno murando all'interno. Accorrete al presidio solidale» hanno scritto in una nota i militanti di Askatasuna, dopo che stamattina la polizia ha effettuato un blitz all'interno del centro sociale di corso Regina Margherita. Alle 18 è stato convocata una manifestazione davanti al centro sociale.
Verso le 14.30, intanto, la polizia ha deciso di disperdere con gli idranti il presidio che i militanti avevano allestito con tavoli e gazebo di fronte al centro sociale sgomberato. Alcuni manifestanti si erano seduti al centro di corso Regina Margherita per bloccare i mezzi delle forze dell'ordine ancora al lavoro sul posto, dopo lo sgombero di stamattina. Al presidio sono comparsi anche striscioni no Tav.

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