Balocchi o tarocchi? Il “gioco” sulla pelle dei bambini vale 1 miliardo l'anno
Il quadro delle indagini coordinate dall’Europol inquieta: i falsi sono scadenti e pericolosi per i piccoli. E la criminalità fa affari d'oro

Nel sacco di Babbo Natale entrano sempre più spesso giocattoli falsi, scadenti e pericolosi. Sono ben 45 milioni i balocchi sequestrati in Europa negli ultimi 5 anni, per un valore complessivo di 150 milioni di euro. Ma il giro d’affari supera il miliardo l’anno: un mercato parallelo e sommerso che sfrutta le falle del commercio digitale e, soprattutto, mette a rischio la sicurezza dei bambini. È inquietante il quadro delineato da Ludus, l’operazione internazionale coordinata da Europol tra il 2020 e il 2025, che ha tentato di arginare l’invasione dei giocattoli contraffatti. Le attività investigative, che hanno visto lo sforzo comune di 30 Paesi, tra cui l’Italia, hanno portato a una media impressionante di 760 mila giocattoli sequestrati ogni mese (l’ultimo caso pochi giorni fa a Roma: 4 mila i prodotti finti scoperti dalla guardia di finanza), con un picco di 19 milioni di “tarocchi” sottratti al mercato illecito tra il 2022 e il 2023. Il fenomeno è ormai consolidato e diffuso, e non riguarda solo i marchi e le tipologie più noti. La varietà della merce sequestrata – dai giochi da tavolo alle bambole, dalle action figure agli accessori scolastici – racconta un’offerta che si adatta rapidamente ai gusti del mercato legale per mimetizzarsi meglio. Nell’ultima edizione dell’operazione, i giocattoli non riconducibili a tipologie standard hanno superato da soli il 60% del valore complessivo dei sequestri, segno di una diversificazione crescente pensata per eludere i controlli. L’aspetto più inquietante riguarda però la sicurezza: quasi tutti i prodotti intercettati non rispettavano gli standard previsti dalla normativa europea. Etichette Ce false o assenti, materiali scadenti, istruzioni ingannevoli e componenti facilmente staccabili espongono i bambini a rischi immediati di soffocamento, ustioni, ferite e intossicazioni chimiche. Nel 2022 i giocattoli sono stati la categoria più segnalata nel sistema europeo di prevenzione Safety Gate, rappresentando il 23% delle notifiche totali, con il 40% dei casi legati a pericoli di soffocamento e il 38% alla presenza di sostanze tossiche.
La madre di tutti i falsi resta la Cina, ma il quadro si è fatto più sofisticato negli ultimi anni. I container arrivano via mare con documentazione doganale manipolata, vengono suddivisi in migliaia di piccoli pacchi per sfuggire ai controlli e transitano attraverso Paesi cuscinetto come Bulgaria, Grecia e Turchia. Parallelamente, l’uso massiccio dei servizi postali e dei corrieri – favorito dall’esplosione dell’e-commerce durante la pandemia – rende di fatto ingestibile la mole di merci: ogni giorno nell’Unione arrivano circa 12 milioni di pacchi, un volume quasi impossibile da sottoporre a controllo capillare. A complicare ulteriormente lo scenario c’è una tendenza recente: l’emersione di piccoli siti di assemblaggio clandestino all’interno della stessa Ue, spesso riconducibili a reti criminali che già operano nella produzione e distribuzione di altre tipologie di merci contraffatte. Senza contare che, in più di un caso, i container di giocattoli sono stati utilizzati per occultare altre spedizioni illecite, comprese partite di droga. Le organizzazioni coinvolte operano con una struttura sempre più simile a quella delle imprese legali. Lavorano con magazzini presi in affitto, si avvalgono di partner logistici compiacenti e sfruttano la rete per promuovere e distribuire la merce. I social media sono diventati il principale canale di vendita, mentre tecnologie come l’intelligenza artificiale e la stampa 3D vengono utilizzate per falsificare etichette, codici e documenti. Sotto il profilo economico, la contraffazione dei giocattoli è un affare miliardario: secondo l’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale, il settore subisce perdite per circa un miliardo di euro l’anno, pari all’8,7 per cento delle vendite totali.
Per contrastare un fenomeno così esteso e pervasivo, gli investigatori individuano la necessità di adottare strumenti più agili e dinamici. Servono indicatori di rischio aggiornati per individuare le spedizioni sospette, una cooperazione più solida con le aziende produttrici – quelle che conoscono meglio di chiunque altro la natura dei propri prodotti – e controlli potenziati sulle piattaforme Web, che con il Digital Services Act sono obbligate a verificare con più rigore chi vende cosa. A livello normativo, l’Europa sta introducendo il Digital Product Passport, un dossier digitale che accompagnerà ciascun giocattolo e ne certificherà la tracciabilità, rendendo più difficili le falsificazioni lungo la filiera. Un ruolo decisivo lo avranno anche le indagini finanziarie, necessarie per colpire i profitti delle reti criminali, l’unico vero motore del traffico.
Resta però un nodo che nessuna normativa può risolvere da sola: la domanda. Finché i consumatori continueranno a cercare giocattoli a prezzi stracciati, acquistandoli su marketplace opachi o su canali social dove la responsabilità è minima, il mercato illegale continuerà a prosperare. Ed è forse questo l’aspetto più sottovalutato dell’intera questione: la criminalità organizzata, nascondendosi dietro un mondo di colori e fantasia, ha trovato il modo di lucrare con pochi rischi e molto profitto. Il risultato è che ogni anno milioni di giocattoli pericolosi riescono a intrufolarsi nelle case europee. Con il risultato di trovarsi sotto l’albero vere e proprie minacce per i nostri bambini.
Marco Birolini
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