La spinta dei giovani per aumentare l'equità: l'iniziativa di UN Women Italy

Nasce oggi il gruppo di "under 35" dell'ente nazionale dell'Onu per l'uguaglianza di genere. La co-leader Pasqualotto: «Vogliamo fornire un contributo concreto con progetti nei territori»
October 15, 2025
La spinta dei giovani per aumentare l'equità: l'iniziativa di UN Women Italy
Il Comitato giovani e la presidente di UN Women Italy Darya Majidi
C’è una nuova energia che si muove sotto la sigla di UN Women Italy: quella dei giovani. Con il lancio ufficiale del Comitato Giovani, l’ente delle Nazioni Unite per l’uguaglianza di genere e l’empowerment femminile apre le porte a ragazze e ragazzi tra i 18 e i 35 anni, determinati a portare la propria voce nel dibattito sulle sfide del futuro. Il debutto del Comitato coincide con l’evento “Giovani leader per la pace. Creare un futuro equo nell’era dell’intelligenza artificiale”, ospitato oggi nella sede romana di Deloitte, dove si parlerà di parità di genere, lavoro e violenza sulle donne.
A raccontare lo spirito dell’iniziativa è Diletta Pasqualotto, co-leader del nuovo gruppo: «Siamo due generazioni, Y e Z, unite dal desiderio di contribuire a un cambiamento concreto. Non vogliamo limitarci a commentare le statistiche scoraggianti: il nostro compito è trasformare le sfide in opportunità, portando progetti nei territori e nei contesti in cui viviamo».  
Il titolo dell'evento di oggi è già un manifesto: la tecnologia come strumento per costruire una società più equa, capace di superare stereotipi e divisioni. «L’intelligenza artificiale è una grande opportunità, ma va usata con consapevolezza – spiega Pasqualotto –. Deve servire uomini e donne allo stesso modo, evitando di caricare solo le donne del peso dell’efficienza a tutti i costi e dell’iperconnessione». La storia professionale della 34enne di origine padovana si intreccia alle vicende personali. Dopo la laurea triennale alla Ca’Foscari, vola a New York per lavorare. Le bastano due anni per capire che vuole continuare a studiare e a coltivare il suo interesse per il commercio estero. Così, si trasferisce a Londra per un master in International Management, ma poi scopre di aspettare un bambino. Un altro aereo, per l’Italia: Pasqualotto torna a casa per partorire. Nell’anno in cui nasce suo figlio studia per il master Mba, segue le lezioni on-line e lavora part-time presso l’azienda di famiglia. Ora ha fondato la Cultural Consultancy, una realtà che offre servizi di consulenza e formazione su Diversity&Inclusion per i mercati internazionali.  Nel panel delle 11:50 “Lavoro: Ai a favore della parità”, Pasqualotto parlerà di intelligenza artificiale e armonizzazione famiglia-lavoro. «Armonizzazione, non bilanciamento», ci tiene a specificare. Un concetto che riprende dall’economista Stefano Zamagni. «Anche i termini sono importanti – continua -. Serve una rivoluzione culturale che promuova la corresponsabilità tra generi, anche nella cura e nella famiglia: l’armonia implica integrazione, non separazione dei ruoli». 
Anche la costruzione di nuovi modelli maschili è uno dei temi portanti del Comitato e sarà affrontato in un panel dedicato, alle 11:20. Il dialogo tra uomini e donne è al centro della filosofia di UN Women Italy, in linea con il movimento globale HeforShe. Non è una sfida “contro” il genere maschile ma “insieme”: «Allo stesso tempo, non vogliamo essere noi donne a dire agli uomini cosa cambiare – spiega Pasqualotto – saranno loro a discuterne insieme».
Comitato giovani di UN Women Italy
Comitato giovani di UN Women Italy
Il Comitato nasce in un contesto complesso: negli ultimi dieci anni oltre 350mila giovani italiani hanno lasciato il Paese. Solo lo scorso anno più di 93mila under 34 hanno cercato nuove opportunità oltre confine. A questo problema se ne aggiunge un altro particolarmente spinoso per l’Italia: il tasso di natalità ha toccato minimi storici, arrivando a 1,18 figli per donna. Non era così basso dal 1995: «Sarebbe bello cambiare proprio la narrazione - riflette Pasqualotto –. Invece di riferirsi alla fecondità della donna, parlare di fecondità della coppia». Una rivoluzione culturale che passa anche per la scelta delle parole giuste, appunto, e che però va sostenuta da politiche sociali. Ma è qui che emerge una contraddizione evidente: «Se da un lato le grandi aziende hanno importanti progetti di welfare per supportare i dipendenti, come asili aziendali o strutture convenzionate nelle vicinanze – prosegue la fondatrice della Cultural Consultancy - dall’altro dobbiamo tenere presente che il tessuto imprenditoriale italiano è costituito da piccole e medie imprese, che non hanno né un organico né una liquidità sufficiente per avviare simili iniziative». Ecco perché il Comitato lavorerà in collaborazione con enti locali a progetti per connettere imprese e welfare territoriale. Dalla formazione all’azione: tutto il possibile per fare rete. Ci sarà anche un tavolo dedicato al ruolo dei media, alle 12:50: «Vogliamo che il nostro progetto per l’emancipazione e l’empowerment femminile venga pienamente compreso – spiega Pasqualotto -. Altrimenti saremo ostacolati: dobbiamo smetterla di spararci sui piedi a vicenda appena si cerca di fare qualcosa di utile per la società». 

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