Sono emigrati 12 italiani su 100: ecco dove vivono
Il Rapporto sugli italiani nel mondo: il flusso delle partenze riguarda soprattutto i giovani. Più 4,5% delle iscrizioni all'Aire in un anno

Vent’ anni di emigrazione in costante aumento dall’Italia raccontati dal 2006 dalla Fondazione Migrantes nel Rim, prezioso rapporto sugli italiani nel mondo. L’edizione numero 20 è stata presentata oggi a Roma e ricorda che il flusso dal territorio nazionale prosegue inarrestabile dopo la pausa dovuta alla pandemia da Covid 19. Il fenomeno coinvolge ormai il 12% degli italiani, ma si tratta di notizie scomode perché indagano le cause delle partenze e soprattutto in questo caso i migranti siamo noi, anche se preferiamo definirci più elegantemente expat, espatriati. «L’estero è la ventunesima regione italiana - afferma il Rim -. Quello su cui non si riflette abbastanza è, però, quanto rapidamente i suoi residenti stanno crescendo e quanto altrettanto celermente variano le caratteristiche che la contraddistinguono». Il flusso delle partenze riguarda soprattutto i giovani. Secondo il Rim, nell’ultimo anno l’Aire, l’anagrafe dei cittadini residenti oltre confine, ha contato oltre 278 mila iscrizioni (+4,5% in un anno), che diventano quasi 479mila in riferimento all’ultimo triennio (+8,1%). Se invece si fa riferimento al 2006, le iscrizioni sono più che raddoppiate. Rispetto a 20 anni fa la crescita della presenza in Italia di residenti stranieri è molto meno sostenuta. Soltanto nel 2019 il dato era per entrambi uguale (5,3 milioni) mentre oggi il numero dei connazionali all’estero supera di in milione quello degli stranieri in Italia.
In sintesi, al 1° gennaio 2025 gli iscritti all’Aire erano 6.412.752 milioni e rispetto ai soli residenti con cittadinanza italiana (53.511.751), 12 su 100 vivono fuori dei confini nazionali (11,9%). Il 48,3% degli iscritti all’Aire è donna, la presenza delle connazionali all’estero cresce a un ritmo più sostenuto degli uomini. Sono oltre 1,3 milioni (20,5%) gli anziani over 65, 858 mila sono, invece, i minorenni (14,9%). Dove vivono? Il 53,8% degli iscritti all’Aire sta in Europa (oltre 3,4 milioni), il 41,1 in America (oltre 2,6 milioni di cui solo 490 mila nell’America del Nord). Le comunità più numerose nel mondo restano quella argentina (990 mila) e tedesca (849 mila). Quasi 2,9 milioni (45,1%) di iscrizioni danno come luogo di origine il Mezzogiorno. Oltre 2,5 milioni (39,2%) riguardano, invece, il Nord Italia e un milione il Centro (15,7%). La Sicilia si conferma la regione con la comunità di residenti all’estero più numerosa (844 mila), seguita da Lombardia (690 mila) e Veneto (614 mila).
Il Rim si è sempre opposto alla definizione di fuga di cervelli. «Parlare di fuga dei cervelli non significa solo descrivere una migrazione, principalmente, giovanile, significa attribuire ad essa un significato preciso, con connotazioni drammatiche e identitarie per il Paese di partenza, associando al concetto di mobilità quello di perdita, strappo, trauma». Dal 2014 al 2024, in media, su 5 giovani di 20-34 anni emigrati dal Mezzogiorno al Centro-Nord, circa due erano in possesso della laurea al momento del trasferimento (43,0%), altri due del diploma di scuola secondaria superiore (42,5%) e meno di un individuo su 5 (14,5%) possedeva la licenza media. La perdita di giovani laureati nel periodo 2014-2024 riguarda tutte le regioni del Mezzogiorno. Altro aspetto poco noto, tra il 2014 e il 2023 sono stati oltre un milione e 576 mila gli stranieri divenuti italiani e l’incidenza dei naturalizzati sugli espatri è diventata sempre più rilevante. Negli ultimi due anni, infatti, circa un espatriato su cinque è un neo italiano e la grande maggioranza (l’890%) si dirige verso altri Paesi europei.
«Lo scopo del RIM era superare la disinformazione, - dicono gli autori, coordinati da Delfina Licata - far capire che non c’è frase più errata di quella che afferma che l’Italia si è trasformata da Paese di emigrazione a Paese di immigrazione. Piuttosto, l’Italia da sempre è Paese di emigrazione e oggi è Paese delle mobilità plurime in entrata e in uscita. Se oggi partono dall’Italia non solo cittadini italiani ma anche i cosiddetti nuovi italiani, mentre una parte dei migranti stranieri considera il nostro Paese una tappa provvisoria in attesa di approdare altrove, allora la vera sfida non è fermare la mobliità, ma chiederci come rendere l’Italia un luogo attrattivo».
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