Da oggi il nuovo stop al telemarketing selvaggio. Funzionerà?
di Luca Mazza
Secondo blocco Agcom alle chiamate "selvagge": la stretta si allarga ai falsi numeri mobili. Intanto si aggrava la crisi dei call center con il caso Telecontact

Se la misura funzionerà davvero lo sapremo presto. Questione di ore. Se sul nostro smartphone si fermeranno o si ridurranno drasticamente le telefonate indesiderate, allora la seconda stretta dell’Agcom al telemarketing selvaggio avrà raggiunto l’obiettivo. In caso contrario, ovvero se gli squilli-spam di finti numeri mobili italiani continueranno a perseguitarci, vuol dire che il modo per aggirare il divieto è stato già trovato.
È partito da oggi, 19 novembre, il nuovo stop alle chiamate selvagge. Dopo il primo blocco scattato il 19 agosto, che ha riguardato solo la numerazione fissa italiana, ora lo stop si allarga anche ai cellulari, da cui arriva la gran parte del traffico di chiamate moleste. Insomma, è arrivato il momento della verità. In concreto, le chiamate provenienti dall'estero che utilizzano una numerazione mobile italiana subiranno una verifica tecnica immediata che consentirà di capire se quel numero esiste veramente, a chi è assegnato e dove è collocato. Il sistema infatti accerterà sia a quale operatore appartiene il numero chiamante, attraverso il database nazionale della portabilità, sia la posizione effettiva di quella numerazione, ovvero se la chiamata proviene legittimamente in roaming all'estero o se il numero è stato falsificato. Le telefonate che non supereranno tali controlli dovrebbero essere automaticamente bloccate.
È partito da oggi, 19 novembre, il nuovo stop alle chiamate selvagge. Dopo il primo blocco scattato il 19 agosto, che ha riguardato solo la numerazione fissa italiana, ora lo stop si allarga anche ai cellulari, da cui arriva la gran parte del traffico di chiamate moleste. Insomma, è arrivato il momento della verità. In concreto, le chiamate provenienti dall'estero che utilizzano una numerazione mobile italiana subiranno una verifica tecnica immediata che consentirà di capire se quel numero esiste veramente, a chi è assegnato e dove è collocato. Il sistema infatti accerterà sia a quale operatore appartiene il numero chiamante, attraverso il database nazionale della portabilità, sia la posizione effettiva di quella numerazione, ovvero se la chiamata proviene legittimamente in roaming all'estero o se il numero è stato falsificato. Le telefonate che non supereranno tali controlli dovrebbero essere automaticamente bloccate.
Anche se il primo step non sembra aver arginato il fenomeno, l’Agcom ha rivendicato di aver ottenuto risultati soddisfacenti: “I dati di settembre-ottobre hanno confermato che il filtro precedente ha fermato circa 40 milioni di telefonate di quella tipologia al mese. È presumibile aspettarsi che un numero altrettanto esorbitante di chiamate con finti numeri di cellulari venga bloccato d’ora in avanti", ha dichiarato Massimiliano Capitanio, commissario Agcom. Più scettiche sulla risoluzione definitiva del problema delle chiamate spam sono le associazioni dei consumatori: "Ci si aspetta una progressiva diminuzione delle chiamate commerciali, che però non spariranno totalmente - avvisa il Codacons -. Continueranno infatti ad arrivare a destinazione le chiamate da call center legali che operano dall'Italia, quelle provenienti dall'estero con numerazione non italiana, quelle che utilizzano finte numerazioni italiane ma che partono effettivamente dal territorio nazionale, e le telefonate da numeri fissi stranieri realmente esistenti. Infine, c'è da aspettarsi che i call center illegali tenteranno di aggirare il blocco".
Alla luce di questi dubbi, c’è già chi si sta portando avanti. L’associazione Consumerismo No Profit si è fatta promotrice di una petizione online con una raccolta firme già sottoscritta da 100mila cittadini che punta a rendere illegali i contratti stipulati via telefono. La proposta sarà portata in Parlamento per avviare l'iter legislativo della revisione dei contratti stipulati a distanza.
Nel frattempo, oltre al caso telemarketing, il settore Tlc è alle prese con una crisi sempre più profonda: quella dei call center. Nei mesi scorsi sono scattati centinaia di licenziamenti di Almaviva Contact, soprattutto in Sicilia e in Campania. E due giorni fa a Catanzaro è andato in scena uno sciopero dei lavoratori di Telecontact, che sono scesi in piazza per dire “no” alla cessione dell'azienda da parte di Tim a un'altra società: l'operazione riguarda oltre 1600 lavoratori in tutta Italia e circa 450 lavoratori in Calabria, nella sede di Catanzaro, preoccupati per il loro futuro lavorativo. Il timore è di subire una dequalificazione professionale e salariale e di assistere a una potenziale delocalizzazione mascherata.
Alla luce di questi dubbi, c’è già chi si sta portando avanti. L’associazione Consumerismo No Profit si è fatta promotrice di una petizione online con una raccolta firme già sottoscritta da 100mila cittadini che punta a rendere illegali i contratti stipulati via telefono. La proposta sarà portata in Parlamento per avviare l'iter legislativo della revisione dei contratti stipulati a distanza.
Nel frattempo, oltre al caso telemarketing, il settore Tlc è alle prese con una crisi sempre più profonda: quella dei call center. Nei mesi scorsi sono scattati centinaia di licenziamenti di Almaviva Contact, soprattutto in Sicilia e in Campania. E due giorni fa a Catanzaro è andato in scena uno sciopero dei lavoratori di Telecontact, che sono scesi in piazza per dire “no” alla cessione dell'azienda da parte di Tim a un'altra società: l'operazione riguarda oltre 1600 lavoratori in tutta Italia e circa 450 lavoratori in Calabria, nella sede di Catanzaro, preoccupati per il loro futuro lavorativo. Il timore è di subire una dequalificazione professionale e salariale e di assistere a una potenziale delocalizzazione mascherata.
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