Brunello Cucinelli ai giovani: «Siate lo specchio di un'altra realtà»

Lo stilista e imprenditore umbro scrive una missiva e manda ai ragazzi un augurio: «Ogni giorno penso a voi, vi vedo nel tempo passato e nel Tempus novum che sta per arrivare»
May 5, 2025
«O miei cari giovani, la vostra umanistica rivoluzione volge il cuore al futuro»: inizia così la lettera dedicata ai ragazzi dall'imprenditore umbro Brunello Cucinelli, stilista del cashmere che ha fatto del "capitalismo umanistico" il suo stile di vita, anche riguardo alle condizioni di lavoro nella sua azienda. Subito ricorda che da sempre gli adulti e gli uomini importanti criticano i giovani con parole severe, che già il sacerdote dell’antico Egitto diceva: «I nostri ragazzi non ascoltano più i loro genitori, la fine del mondo non può essere lontana», e che lo stesso scrivevano pensatori del calibro di Esiodo, Socrate, Seneca e Sant’Agostino. Anche per Boccaccio i giovani “moderni” erano vanitosi, senza pudore e “rammolliti dalle troppe delicatezze”. Ma noi «dobbiamo nutrirci della speranza – continua Cucinelli –, questa da sola forse non è sufficiente, e allora dobbiamo anche mettere in pratica l’azione, come una sorta di umanistica rivoluzione illuminata dalla memoria e fissa sul domani, perché il futuro è una promessa, e il dono che ci aspetta, che aspetta voi, donne e uomini del domani, dobbiamo desiderarlo; a questo servono i valori, che danno il senso della vita». Da qui arriva la preghiera rivolta ai ragazzi, affinché diventino attori di una «umanistica rivoluzione volta al Tempus novum», al mondo che si sta costruendo e di cui, scrive lo stilista, i ragazzi sono il centro. «Ogni giorno penso a voi – continua Cucinelli - vi vedo nel tempo passato e nel Tempus novum che sta per arrivare. Vedo voi come uno di quei fiori pieni di vigore, profumati dei vostri sogni e dei lontani orizzonti che la vostra anima abita».
Descrive poi la giovinezza come «il luogo più incantato e più ferace; ogni ricordo mio di quei tempi – aggiunge – è intriso di qualche eccesso di significato che oggi appena percepisco in momenti speciali». E dopo un tentennamento, come di un padre che si domanda se i figli lo ascoltino («Non so, o miei cari giovani, se queste parole accarezzino la vostra anima»), arriva il consiglio: «Ma se vorrete desiderare il Tempo nuovo, se lo renderete reale e vivo, dovrete abitarlo con quella misura che i greci ci hanno insegnato, a poco a poco, rispettandolo come figli del Creato, così non brucerà nel vento, ma vivrà in eterno; tutto questo, ne sono convinto, non può accadere senza una umanistica rivoluzione, e voi ne potrete essere il motore». Infine la preghiera conclusiva: «Smentite quei saggi, che furono forse deboli nelle riflessioni che avete letto; siate piuttosto lo specchio di un’altra realtà, che vedo io, e non solo io, quella di giovani pieni di amore, simboli di vita, ardimentosi, scrigni di pietre preziose, espressione della natura che procede continuamente creando, bisognosi di qualcosa che solo noi genitori, nonni e adulti, possiamo darvi: un ascolto, una parola, una carezza; tali cose sono il nutrimento dell’anima». E, come appunto un amico, si firma solo «Brunello».

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