Bambole sessuali e armi, il Parlamento Ue chiede più controlli sull'e-commerce
Dopo il caso di bambole pedopornografiche e armi su Shein, il Pe vuole una maggiore azione della Commissione, che intanto chiede informazioni al colosso cinese

Dopo un mese di fuoco per Shein – iniziato con lo scandalo delle bambole sessuali con sembianze infantili e di armi vendute online in Francia – è arrivata la risposta ferma del Parlamento Europeo, che ha approvato per acclamazione una risoluzione con la richiesta di più controlli sui prodotti illegali e pericolosi venduti ai consumatori tramite e-commerce extra-Ue. Nel mirino dunque c’è Shein, ma anche Temu, AliExpress e Wish. «Questa risoluzione invia un messaggio chiaro e unitario a tutti i gruppi politici. Il Parlamento Europeo non tollererà la vendita di prodotti illegali, pericolosi o a sfondo sessuale infantile su nessuna piattaforma online operante nel nostro Mercato Unico», ha sottolineato Andreas Schwab, eurodeputato tedesco del Ppe, membro della commissione Mercato interno.
In particolare, i parlamentari Ue chiedono alla Commissione Europea e agli Stati membri di far rispettare il Digital Services Act e il regolamento sulla sicurezza generale dei prodotti, e sollecitano la sospensione temporanea dal mercato Ue delle piattaforme non conformi in caso di violazioni gravi, ripetute o sistemiche. In estrema sintesi, il Dsa prevede infatti degli obblighi per i marketplace in modo da facilitare l’identificazione dei venditori e la rimozione tempestiva di qualsiasi prodotto illegale. Il regolamento si concentra invece sulla garanzia che i prodotti fisici venduti online siano sicuri e conformi alle normative Ue e prevede da parte delle piattaforme anche richiami e ritiri dei prodotti pericolosi.
Il Parlamento, continua Schwab, insiste «affinché la Commissione vada oltre il dialogo e utilizzi appieno la legge sui servizi digitali, le norme sulla sicurezza dei prodotti e la legislazione doganale per proteggere i consumatori, in particolare i minori. I cittadini europei devono avere fiducia che i prodotti che acquistano online siano sicuri, legali e tracciabili e che le piattaforme non possano eludere le proprie responsabilità». Il testo, inoltre, chiede maggiori risorse per dogane e autorità di sorveglianza per rafforzare i controlli sulle merci non conformi. Il Parlamento critica poi la «lentezza» delle indagini sulle piattaforme e chiede «sanzioni più severe e obblighi vincolanti per i venditori di Paesi terzi», ha concluso Schwab.
La Commissione, sempre ieri, aveva già battuto un colpo, avviando una procedura contro Shein che potrebbe portare potenzialmente all’apertura di un’indagine ed esporre la piattaforma cinese a sanzioni fino al 6% del suo fatturato mondiale: la decisione deriva proprio dalle segnalazioni delle autorità francesi, che da parte loro hanno già un’indagine in corso sulle bambole e le armi vendute dalla piattaforma cinese. Nel dettaglio, la Commissione ha inviato ora a Shein una richiesta formale di informazioni sulla vendita di questi beni illegali. Quella di ieri è la terza richiesta inviata a Shein, che da parte sua in questo mese ha intrapreso azioni collaborative ritirando per esempio dal commercio bambole e armi in questione.
Il comportamento di Shein, tuttavia, rimane sotto accusa anche per responsabilità etiche che esulano dalla mancata vigilanza sui prodotti. Il Parlamento infatti ieri, oltre a sottolineare la forte preoccupazione per l’alto volume di pacchi non conformi provenienti dai marketplace extra-Ue, ha denunciato modelli di business basati, come detto, su imitazioni illegali e prodotti pericolosi, nonché sulla massimizzazione del profitto e la manodopera sottopagata: questione già sollevata a inizio novembre dai manifestanti francesi, che hanno accusato apertamente l’azienda di sfruttare il lavoro forzato uiguro nella propria filiera.
Altro punto non meno importante è quello messo in luce da Greenpeace, che ieri con un’indagine ha ribadito le implicazioni ambientali del colosso, con ben un terzo dei suoi abiti che contiene sostanze tossiche. Persino nei vestiti per bambini.
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