martedì 25 luglio 2017
Cingalese, è impiegato in un hotel di Milano
Suresh, 31 anni, è arrivato in Italia dallo Sri Lanka quando ne aveva 9

Suresh, 31 anni, è arrivato in Italia dallo Sri Lanka quando ne aveva 9

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«Sono grato all’Italia, che considero il mio Paese e che ho sempre trovato accogliente. Qui ho cercato di comportarmi bene rispettando le regole, vi ho passato oltre due terzi della mia esistenza e progetto di viverci anche il mio futuro». Eppure il passaporto dice che Suresh Keanu, 31 anni, non è italiano. È arrivato dallo Sri Lanka quando aveva 9 anni e da allora le uniche "migrazioni" che ha fatto sono stati i traslochi per i quartieri di Milano quando la sua famiglia si trasferiva. Oltre due decenni di permanenza, le scuole dalle elementari alle superiori e diversi lavori non gli hanno garantito il certificato di "italianità". «Qualche volta – scherza – quasi mi dimentico che sono cingalese».

«Al telefono credono che sia italiano: quando dico il mio nome o vedono la carnagione scura, allora mi chiedono se sono la stessa persona con cui parlavano poco prima…». A Milano Suresh, buddista, lavora come magazziniere con contratto a tempo indeterminato in un albergo a 4 stelle di fronte alla Stazione Centrale, in passato ha fatto il barman e il cameriere. In Sri Lanka ci va solo ogni tanto per vacanza. Nel 2012 aveva tentato la domanda di cittadinanza: nulla da fare, all’epoca guadagnava troppo poco e la risposta era stata negativa. Sì, perché secondo la legge attuale l’idea di "italianità" è basata sul sangue oppure sui soldi. «A mio avviso invece – dice con semplicità Suresh – dieci anni sui banchi di scuola, come nel mio caso, sono un requisito molto più giusto e patriottico».

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