mercoledì 4 luglio 2018
La svolta del ministero: «Meno oneri per le famiglie». Non sarà più obbligatorio portare entro il 10 luglio il certificato dell'Asl. Giovedì i ministri presentano il provvedimento
La ministra della Salute, Giulia Grillo, durante il question time alla Camera (Ansa)

La ministra della Salute, Giulia Grillo, durante il question time alla Camera (Ansa)

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La promessa del governo populista, così come più volte l’aveva formulata negli ultimi giorni il vicepremier Matteo Salvini, era: «Tutti i bambini in classe a settembre». E ora sembra destinata a diventare realtà.

La svolta tanto attesa del governo gialloverde sui vaccini si chiama «autocertificazione», e domani, giovedì, dovrebbe essere suggellata da una conferenza stampa congiunta della ministra della Salute Giulia Grillo e del collega dell’Istruzione Marco Bussetti.

Via l’obbligo sancito dalla legge Lorenzin di presentare entro il 10 luglio i certificati di avvenuta vaccinazione per poter entrare a scuola, in particolare nel caso di asili nido e materne (dai 6 anni in su l’ingresso in aula è comunque assicurato e per chi non è in regola sono previste solo sanzioni). Ai genitori basterà dichiarare d’aver vaccinato i propri figli. O di essere intenzionati a farlo.

Come dire: massima fiducia nelle famiglie, e «massima semplificazione – ha spiegato la stessa ministra Grillo nel question time alla Camera – dell’onere documentale a loro carico». Pensare che proprio nello strumento dell’autocertificazione i No vax avevano trovato il grimaldello per eludere l’obbligo vaccinale e rimandare a tempo indeterminato le “odiose” vaccinazioni per i propri figli. Ma tant’è: i controlli a campione – al ministero pare ne siano convinti – basteranno a scoraggiare i malintenzionati. Anche se non è chiaro a chi toccheranno, e con quali modalità e tempistiche verranno effettuati.

Il provvedimento non dovrebbe essere, per altro, temporaneo. Niente “moratoria”, come era stato ipotizzato negli ultimi giorni, concessa solo per quest’anno scolastico alle famiglie ancora non in regola con le 10 profilassi rese obbligatorie dalla legge Lorenzin. «Pensiamo a un insieme di accorgimenti che rendano, progressivamente, sempre più pacifico e meno conflittuale il rapporto tra cittadino e istituzioni sanitarie e scolastiche», ha detto ancora Grillo, spiegando come l’obiettivo prioritario del governo sul tema delle vaccinazioni sia in questo momento rappresentato «dalla volontà, da una parte, di alleggerire gli oneri ricadenti in capo alle famiglie senza che vengano in alcun modo compromesse le positive finalità di prevenzione che vanno riconosciute, senza alcun dubbio, alle vaccinazioni; e, dall’altra, di consentire a tutti i minori di poter frequentare gli asili nido e le scuole dell’obbligo».

Troppo poco, quelle “positive finalità di prevenzione” riconosciute ai vaccini, per far pensare che il governo non stia pensando a una ben più radicale riforma della legge Lorenzin nell’ottica di un’abolizione dell’obbligo di alcune profilassi. Ricalcando la linea Salvini che pure, nei giorni scorsi, la Grillo aveva ridimensionato con dichiarazioni rassicuranti («I vaccini sono fondamentali»). Tant’è vero che, a conclusione del suo intervento alla Camera di ieri, la stessa ministra ha ricordato come «questo governo, nella ferma e sincera convinzione della centralità del ruolo del Parlamento, ascolterà ogni seria e condivisa proposta di modifica della normativa vigente, nell’ottica di un migliore bilanciamento tra il diritto all’inclusione, il diritto all’istruzione e il diritto alla tutela della salute individuale e collettiva».

L’ipotesi dell’autocertificazione, intanto, è bocciata in partenza dai medici: «Il depotenziamento dell’obbligo, unito alle frasi del ministro Salvini sulla pericolosità dei vaccini, rischiano di far perdere rapidamente i progressi fatti negli ultimi mesi sulle coperture vaccinali» avverte Susanna Esposito, presidente dell’Associazione mondiale per le malattie infettive (Waidid). Critiche giungono anche dal Partito democratico: «Non ha senso – sostiene Federico Gelli, responsabile Sanità del Pd – parlare dell’importanza fondamentale dei vaccini come strumento di prevenzione primaria, se poi si va alla ricerca di cavilli per aggirare quelle norme sull’obbligo che hanno permesso di far innalzare le coperture nell’ultimo anno. Si rischia di gettare alle ortiche tutto il lavoro fatto fino ad oggi, oltre a esporre i nostri figli e i più fragili ad inutili rischi per la loro salute».

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