domenica 4 dicembre 2016
Affluenza record al 68,48%. Lega: al voto subito. E Grillo annuncia: presto la nostra squadra di governo. I DATI DEFINITIVI DEL VIMINALE
Il No sfiora il 60%. Lega e Grillo: subito al voto. Ma Forza Italia frena
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Alle 23 della domenica, dopo una giornata di voto contrassegnata da una inaspettatamente alta affluenza alle urne (il 68,48%), si sono chiusi i seggi per il voto al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo Renzi e approvata dal Parlamento. Poco dopo le due di notte i risultati definitivi: il No chiude sfiorando il 60% (59,11%, 19 milioni 419mila voti), il Sì si ferma al 40,89% (13 milioni 430mila schede). Il voto all'estero, sul quale si erano concentrate tante polemiche politiche, premia il Sì (64,70% contro il 35,30) ma è ininfluente ai fini del risultato finale. Le schede arrivate da oltreconfine sono state poco più di 1 milione 200mila, meno di quanto atteso alla vigilia.

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Affluenza record

L’esito arriva al termine di una giornata segnata da un’affluenza alle urne che è andata oltre le più rosee previsioni: il 68,48 per cento dei cittadini ha votato. Il trend si era capito sin dal mattino: alle 12 già era andato alle urne il 20 per cento circa degli italiani, alle 19 oltre il 57 per cento. Numeri ben superiori, ad esempio, alle Europee del 2014 e al referendum costituzionale del 2006. Si tratta di un’affluenza inferiore di dieci punti alle elezioni politiche del 2013. Una grande risposta popolare che rende ancora più forti le conseguenze politiche.

Renzi ammette la sconfitta. Nel pomeriggio le dimissioni

Di fatto i leader hanno preso subito la parola, perché l’indicazione del popolo è apparsa subito chiara. Matteo Renzi ha tenuto intorno alle 00.15 un’attesissima conferenza stampa a Palazzo Chigi. Nell'attesa. solo un tweet: "Grazie a tutti, comunque. Tra qualche minuto sarò in diretta da Palazzo Chigi. Viva l'Italia!. Ps: arrivo, arrivo".

Il presidente del Consiglio ha ammesso la sconfitta, ha rivendicato la sua azione di governo e ha confermato le sue dimissioni, nella mani del presidente Mattarella, nel pomeriggio di lunedì.


La parola ai leader dei partiti

Il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini ha annunciato che martedì si vedrà la direzione del Pd per capire cosa fare in futuro, ovvero se e come proseguire questa legislatura e che ruolo giocare nella partita della legge elettorale.

Il primo a prendere la parola nel fronte del No è Matteo Salvini, leader della Lega: “Si tratta di una vittoria del popolo contro i poteri forti. Renzi se ne vada e con lui tutti i suoi servi. Per noi si deve votare subito”. La linea della Lega e di Fratelli d’Italia è di non mettere in piedi un nuovo esecutivo ma di andare alle urne con l’Italicum così come sarà corretto dalla Corte costituzionale – almeno così spiega Roberto Calderoli - e con il Consultellum, legge elettorale attualmente in vigore per il Senato. Non è però la linea di Forza Italia, espressa da Silvio Berlusconi: "Sono stato decisivo - ha detto l'ex premier in un colloquio con il Corriere della sera -, con la mia sola presenza in pochi giorni ho spostato almeno il 5% dei voti, anche molti di più. Senza di me non si va da nessuna parte". Ora, però, prosegue l'ex premier, si apre "una nuova fase". Il governo? "Non dipenderà da noi. Se la vedano loro: una maggioranza seppure raccogliticcia e non democratica ce l'hanno - precisa Berlusconi confermando il no ad un governo di scopo -. Starà a loro fare un governo che permetta al Paese di varare una nuove legge elettorale, un governo che per quanto ci riguarda può durare anche fino alla fine della legislatura". Tra Forza Italia e Lega sono dunque prevedibili scintille.

Sarà il tema dei prossimi giorni, perché probabilmente Pd e Forza Italia, con Renzi parzialmente ai margini, preferirebbero scrivere un nuovo sistema di voto di stampo proporzionale anche se ciò richiedesse di incaricare un governo di transizione per la guida del Paese. Perciò democratici e berlusconiani in questa fase guardano soprattutto al capo dello Stato Sergio Mattarella.

In tarda notte, a risultato acquisito, parla anche M5S. Ed è Beppe Grillo a dettare la linea dal suo blog: “Nei prossimi giorni metteremo in votazione on line il programma di governo e successivamente la squadra di governo”. L’ex comico di Genova lancia dunque già la campagna elettorale e sul sistema di voto spiazza tutti: “La cosa più realistica è tenerci l’Italicum per la Camera dei deputati e fare delle correzioni al Consultellum al Senato applicando correttivi per la governabilità. Altrimenti questi faranno di peggio e per anni ci metteranno un governo tecnico come quello di Monti”. Più o meno è la linea della Lega e anche di Fratelli d’Italia.

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