sabato 9 luglio 2022
L'incubo burocratico di Pietro, 81 anni. Oltretutto il Comune ha sbagliato a registrare la data di morte della moglie, per cui l'Inps si è "ripresa" anche l'ultimo anno di pensione riscossa da lei
«Per Inps e banca sono morto, da mesi vivo senza pensione»

Ansa

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Pietro ha 81 anni e da mesi vive un incubo che lo sta facendo impazzire: per il suo istituto di credito risulta deceduto il 31 dicembre 2021, così l’Inps gli ha sospeso la pensione e la banca gli ha tolto i soldi ricevuti da gennaio a giugno 2022. Ma non basta. La moglie Pasqualina è scomparsa il 31 dicembre scorso, ma il comune di residenza, in provincia di Varese, ha sbagliato a digitare la data, confondendo dicembre con gennaio 2021; lui lo ha scoperto al momento di presentare il Cud per la dichiarazione dei redditi. «Così – racconta sopraffatto dall’emozione – l’Inps mi ha tolto dal conto anche i 12 mila euro della pensione di mia moglie, versati per i mesi in cui, per l’errore del comune, a loro risultava fosse già morta».

Niente soldi dunque per Pietro, che a questo punto ha iniziato un faticoso e finora improduttivo pellegrinaggio da uno sportello bancario all’altro, dal Varesotto all’hinterland Milanese, dove prima risiedeva, da una sede Inps all’altra, fra le due province, vedendosi continuamente rimbalzato dai vari enti, circa la responsabilità dell’accaduto. «Nessuno capisce cosa sia successo, nessuno si prende la responsabilità e non si capisce chi deve rimediare; ma io sono lì davanti a loro, e sono vivo. Non so veramente più cosa fare e a chi appellarmi», dice amaro.

Sono ben consapevoli della gravità e assurdità del suo caso gli operatori del Patronato Acli di Tradate, a cui l’anziano pensionato si è rivolto per avere un aiuto in questo assurdo guazzabuglio burocratico che l’ha letteralmente messo in ginocchio. «In 35 anni di lavoro allo sportello – spiega l’operatrice del patronato – non mi era mai capitata una storia così assurda. Non si capisce come sia possibile che, improvvisamente e senza alcun motivo, si sia innescata questa catena di equivoci in cui tutti accusano tutti, senza che nessuno ammetta il proprio errore mettendo fine all’equivoco della morte del pensionato e lui torni a ricevere i soldi a cui ha diritto. La banca rinfaccia la responsabilità al comune e all’istituto di previdenza, lavandosene le mani. L’Inps, a una nostra richiesta di chiarimento, ha risposto di non aver mai dichiarato la morte dell’uomo ma di aver invece ricevuto dalla banca l’indicazione di sospendere i versamenti, con la restituzione delle somme percepite indebitamente».

Intanto però i soldi sul conto non ci sono. «Per assurdo – aggiunge la figlia di Pietro, che da mesi l’accompagna nel pellegrinaggio infinito fra gli sportelli degli enti implicati nella vicenda – dopo essere stati con mio padre allo sportello dell’Inps di competenza, a Sesto San Giovanni, dimostrando la sua esistenza in vita, a maggio i soldi dei mesi scorsi, che gli erano stati prelevati, sono ricomparsi sul conto. Poi, ancora senza motivo, il mese scorso la banca li ha nuovamente sottratti, perché a loro mio padre risulta sempre deceduto».

La storia infinita sembra essere giunta a una svolta per quanto riguarda la reversibilità della pensione della moglie: «Ora dall’Inps – continua la figlia di Pietro – ci hanno detto che dovrebbe venire liquidata a nostro padre, con gli arretrati da gennaio a oggi, ma finché non vediamo arrivare i soldi non ci crediamo. Per il resto siamo in attesa: secondo una mail che ho ricevuto ieri mattina per conoscenza, la banca comunica all’Inps di procedere a riattivare la pensione di papà, restituendo anche i primi sei mesi del 2022, in base a un certificato di esistenza in vita che sarebbe pervenuto, ma non sappiamo da chi arriva, e che è allegato alla mail. Che sia la volta buona? Visto quello che è successo finora, aspettiamo a dirlo».

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