martedì 5 marzo 2019
Sono ricominciate questa mattina le ricerche di Daniele Nardi e Tom Ballard, dispersi da domenica a 6mila metri di quota. Da Polenza: «Noi ci crediamo»
Daniele Nardi e Tom Ballard

Daniele Nardi e Tom Ballard

COMMENTA E CONDIVIDI

«La nostra speranza è piccola, piccola ma la fiammella è ancora accesa. E tanto ci basta per continuare a cercare Daniele e Tom». Sono giorni frenetici, al quartier generale di Bergamo di Agostino Da Polenza, coordinatore dall’Italia delle operazioni di soccorso ai due alpinisti dispersi da domenica 24 febbraio sullo Sperone Mummery del Nanga Parbat (8.126 metri), la nona montagna più alta della Terra. Nonostante da quasi dieci giorni non si abbiano notizie di Daniele Nardi e del suo compagno di spedizione Tom Ballard, inglese ma da anni residente a Vigo di Fassa, nel cuore delle Dolomiti trentine, il pool di soccorritori non demorde, memore di altri casi simili conclusisi positivamente. Su tutti, l’epopea di Joe Simpson, nel 1985, sul Siula Grande (6.344 metri) nelle Ande peruviane. Con una gamba rotta e dopo essere precipitato in un crepaccio, l’alpinista inglese riuscirà in sei giorni, con la forza della disperazione, a trascinarsi sul ghiacciaio fino al campo base, riuscendo così a salvarsi.

«Possono resistere per giorni»

«La nostra speranza – dice Da Polenza – è che Daniele e Tom possano essere scesi dalla parete, finendo in un crepaccio. Hanno con sé i viveri e la tenda e possono resistere. È una fiammella flebile ma c’è e ci sprona ad andare avanti». Così, anche questa mattina una squadra di alpinisti ha effettuato sopralluoghi sulla parete. Ieri, invece, gli elicotteri dell’aviazione pachistana hanno sorvolato la montagna arrivando fino a 7.100 metri di quota, senza però individuare tracce dei due dispersi. Lo spagnolo Alex Txikon è salito, insieme a un altro alpinista, a campo 2, a quota 4.850 metri, per una prima perlustrazione via terra verso campo 3, per poi ridiscendere al campo operativo, posizionato tra il campo 1 e il campo 2. Qui l’ingegnere alpinista Ignacio de Zuloaga ha iniziato a preparare i droni che andranno a perlustrare la zona dello Sperone Mummery in maniera dettagliata. «Ad oggi – aggiunge Da Polenza – ciò che sappiamo è che il campo 2 è stato spazzato via dalle valanghe e che nella zona del campo 4 non si vede nulla e non è rimasta alcuna tenda».

La generosità degli amici

Intanto, non si ferma nemmeno la raccolta fondi lanciata dagli amici di Daniele Nardi, per sostenere gli ingenti costi dei sorvoli in elicottero. Da sabato, grazie a quasi 5mila donazioni, sono stati raccolti oltre 135mila euro, «segno del grande affetto che in tanti provano per Daniele e Tom», conclude Da Polenza. Tra i tantissimi messaggi arrivati via Facebook ai promotori della raccolta, quello di Fabio Antonuccio ha davvero toccato il cuore. Orfano di padre e senza lavoro, Fabio vive con la madre e il fratello, anch’egli disoccupato, solo con la pensione dell’anziana donna. Eppure non ha voluto fare mancare i suoi venti euro. Una goccia nel mare di solidarietà e attesa, che unisce tutti nella speranza che dalla montagna venga un segno dai due naufraghi.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: