martedì 5 febbraio 2019
«Se si ritarda, potremmo chiederli indietro». Toninelli ironizza su Lione: «Priorità è la Roma-Pescara» E Salvini 'avverte' Di Battista: non ho bisogno di una ripulita
I rimborsi dovuti per i ritardi o l’eventuale abbandono del progetto: sarebbero di 500 milioni, ma potrebbero salire a 1,2 miliardi Il ministro: Ue stia tranquilla, a decidere è  un governo sovrano

I rimborsi dovuti per i ritardi o l’eventuale abbandono del progetto: sarebbero di 500 milioni, ma potrebbero salire a 1,2 miliardi Il ministro: Ue stia tranquilla, a decidere è un governo sovrano

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Nella polemica sulla Tav, che divide la maggioranza, irrompe l’Unione Europea. «Non possiamo escludere, se ci sono ritardi prolungati, di dover chiedere all’Italia i contributi già versati» per la linea ad alta velocità, va in pressing la Commissione. C’è inoltre il rischio, ha detto ieri un portavoce di Bruxelles, che «se i fondi non sono impiegati, possano essere allocati ad altri progetti» europei. La contesa con Bruxelles getta altra benzina sul fuoco dentro la maggioranza, già segnata da rapporti tesi. Il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, è convinto comunque che il governo non cadrà. Ma lo scontro nell’esecutivo prosegue.

«Non capisco perché bisogna fermarsi», ribadisce il vicepremier leghista Matteo Salvini. Poi replica agli attacchi di Alessandro Di Battista che sabato lo aveva 'punzecchiato' e poi ha parlato di una 'ripulitura' della Lega da parte del M5s. «Non ho bisogno di essere ripulito da Di Battista, la pulizia me la danno gli italiani», ha detto Salvini, che ha sbottato: «Se qualcuno continua ad insultarmi e darmi del rompi... le cose si fanno più complicate». Per Di Maio «il governo non è in discussione ». E il Guardasigilli Alfonso Bonafede esclude 'scambi' tra Tav e autorizzazione a procedere per Salvini.

Sulla 'famigerata' analisi costi- benefici, alla quale lavora il governo italiano e che è stata promessa a giorni dal ministro Toninelli, il portavoce della Ue precisa intanto che «non è stata richiesta dalla Commissione» e ha ricordato che già era stata presentata nel 2015 in modo congiunto da Italia e Francia e valutata positivamente dal board della Connecting Europe Facility (Cef) - lo strumento finanziario dell’Ue diretto a migliorare le reti europee nei settori dei trasporti, dell’energia e delle telecomunicazioni - per l’attribuzione dei fondi. «Dobbiamo stare attenti ai ritardi che già ci sono a causa della sospensione degli appalti», ha detto il portavoce, ricordando che sono 813,8 milioni approvati e stanziati per la Tav.

Finora Bruxelles non ha ricevuto comunicazioni ufficiale da Roma. Secondo fonti Ue l’ammontare dei fondi che l’Italia rischia di dover rimborsare all’Europa per i ritardi e l’eventuale abbandono del progetto ferroviario è di circa 500 milioni. Ma il conto, basato su calcoli aggiornati allo scorso novembre, potrebbe lievitare a 1,2 miliardi, se si tiene conto delle risorse nel bilancio Ue ancora disponibili per la Tav fino al 2020 e che verrebbero dunque riviste o cancellate. La posizione di Bruxelles non è cambiata e l’avvertimento di ieri è lo stesso di mesi fa. «L’analisi costi-benefici sulla Tav è stata decisa da un governo sovrano che vuole spendere al meglio i fondi pubblici. L’Ue stia tranquilla, tra pochi giorni avrà, come da accordi, tutta la documentazione », replica via Twitter il ministro Toninelli, che a metà febbraio si recherà nella capitale belga.

E che già prima dell’intervento dell’Ue aveva assicurato che «i soldi non li perdiamo se non facciamo» l’opera. E aveva ribadito la posizione sua e del M5s: «L’Italia ha bisogno della manutenzione dell’esistente. Né le persone né le merci ci passeranno mai, perché chi se ne frega di andare a Lione, lasciatemelo dire». Piuttosto sono «priorità» la Metro2 di Torino e la Tav Roma-Pescara. A favore dell’opera restano le opposizioni. Oltre alle associazioni di categoria dei costruttori.

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