sabato 15 maggio 2021
16 maggio 1944, i deportati nel Zigeunerlager si oppongono alla "liquidazione" del campo. I nazisti si fermano e quel giorno nessuno morirà nelle camere a gas. La cerimonia a Vicenza
La scheda segnaletica di Maria Bihari, bambina rom internata dai nazisti

La scheda segnaletica di Maria Bihari, bambina rom internata dai nazisti - .

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Era il 16 maggio 1944 quando i nazisti decisero di "liquidare" la sezione del Zigeunerlager, il "campo degli zingari", di Auschwitz-Birkenau. Una delle zone del lager dove il dottor Mengele selezionava tra i numerosi bambini "di razza inferiore" le cavie per i suoi folli esperimenti. Quel giorno i prigionieri rom e sinti, appresa la notizia, decisero un'ultima, disperata resistenza e si opposero ai soldati tedeschi armati solo di martelli, picconi e pale, gli strumenti del loro lavoro da schiavi nel lager. I tedeschi, che avevano circondato la sezione, rinunciarono allo scontro davanti a quella resistenza caparbia e disperata. Quel giorno nessuno finì nelle camere a gas. Una strage solo rimandata, perché comunque i circa 5mila rom e sinti del campo, sopravvissuti alla fame e alle malattie, sarebbero stati in parte trasferiti e poi uccisi tutti entro i primi di agosto.

Una pagina poco nota della Resistenza, la rivolta dei rom del 16 maggio 1944. Uno scatto di orgoglio e dignità nella tragedia del Porrajmos, come è chiamata in lingua romanì la strage che vide il massacro di circa mezzo milione di rom e sinti. La rivolta del 16 maggio è una delle pochissime ribellioni organizzate, forse l’unica, registrate in un campo di concentramento nazifascista ed è commemorata come la Giornata della Resistenza rom e sinta.

Il 16 maggio 2021 infatti le comunità rom e sinte di tutta Europa, in occasione del 77esimo anniversario della rivolta del Zigeunerlager ricordano il coraggio dei loro antenati e di tutti gli altri che hanno partecipato alla resistenza contro il nazifascismo. In Italia la giornata viene celebrata a Vicenza domani, alle ore 15 di domenica 16 maggio, davanti al monumento ai dieci martiri di Vicenza. Di questi, quattro erano partigiani sinti, testimoni della partecipazione del popolo di om e Sinti alla Resistenza italiana.

Durante la cerimonia saranno simbolicamente bruciati i simboli del fascismo e del nazismo, per segnare il rifiuto dell’ideologia nazifascista di ieri e delle sue manifestazioni di oggi, con l’ondata di odio che attraversa il nostro paese e l’Europa, colpendo stranieri, minoranze e in modo particolare la comunità rom e sinta. Sarà presente Erasma Vincenzina Pevarello, staffetta partigiana e vedova di Renato Mastini, uno dei dieci martiri di Vicenza. La giornata, a cui partecipano rappresentanti della comunità, è organizzata dal Movimento Kethane, che è parte del Movimento Transnazionale Rom e Sinti, in collaborazione con l’ANPI di Vicenza.





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