mercoledì 19 aprile 2017
Si tratta della seconda cultivar che non viene intaccata dal batterio killer
Il Cnr scopre una varietà di ulivo che può resistere alla Xylella
COMMENTA E CONDIVIDI

L’Istituto per la protezione sostenibile delle piante (Ipsp-Cnr) del Consiglio nazionale delle ricerche ha scoperto una nuova varietà di olivo resistente alla Xylella fastidiosa. Si tratta della cultivar FS-17, nota all’estero come 'Favolosa'. La scoperta, fatta dai ricercatori del Cnr assieme a colleghi dell’Università di Bari e del Centro di ricerca Basile Caramia e appena pubblicata su 'L’Informatore Agrario', segue quella della resistenza della cultivar 'Leccino', per la quale lo stesso team aveva pubblicato uno studio a giugno dell’anno scorso.

«Questa scoperta – sottolinea il presidente del Cnr Massimo Inguscio – rafforza le speranze di salvare l’olivicoltura, ora gravemente minacciata, nelle aree interessate dal batterio, ed è l’ulteriore dimostrazione del contributo che il Cnr, impegnato in prima linea sin dalla prima identificazione del patogeno, sta dando alla ricerca di soluzioni concrete e di grande impatto sull’economia, sull’occupazione, e sulla salvaguardia del territorio». L’epidemia di Xylella fastidiosa che affligge da qualche anno l’olivicoltura pugliese ha ormai varcato i confini della provincia di Lecce, interessando anche parte delle province di Brindisi e Taranto. Si tratta di un territorio che ospita circa venti milioni di ulivi, una parte non trascurabile dei quali ormai gravemente compromessa.

Una situazione preoccupante: Coldiretti Puglia stima un danno di oltre un miliardo di euro. La 'Favolosa' è una selezione di semenzali della cv Frantoio ottenuta dal professor Giuseppe Fontanazza e brevettata dall’Istituto per i sistemi agricoli e forestali del Mediterraneo del Cnr (Isafom-Cnr). La ricerca di fonti di resistenza in olivo è uno dei principali obiettivi perseguiti da due progetti del Programma H2020 finanziati dall’Unione Europea coordinati dall’Ipsp-Cnr. «Sono attualmente già circa 300 le cultivar di olivo in sperimentazione, numero non esaustivo ma certamente significativo rispetto all’ampiezza del germoplasma olivicolo mediterraneo», spiega Francesco Loreto, direttore del Dipartimento di scienze bio-agroalimentari del Cnr. «È una ricerca su cui sono concentrate le attenzioni, e le speranze, non solo degli olivicoltori Italiani e di tutti i paesi olivicoli del Mediterraneo, ma anche di Nord Africa, Sud Africa, fino alle lontane Argentina, Cile ed Australia».

Positive le reazioni dei politici, «È un’ottima notizia. Il risultato dello studio del Cnr deve essere messo subito a disposizione degli olivicoltori pugliesi », afferma la deputata Pd Colomba Mongiello. «La scoperta fatta dal Cnr, insieme con l’Università di Bari e il Centro di ricerca Basile Caramia, può segnare la svolta per i tanti agricoltori pugliesi che negli ultimi anni hanno visto abbattute le piantagioni colpite dal batterio», ha aggiunto Michele Boccardi, senatore pugliese di Forza Italia.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: