lunedì 8 aprile 2019
Sul cartello della futura sede delle associazioni che si occupano di inclusività: "Ve lo siete fatti fare, il parcheggio riservato, rubandolo a noi residenti. Avete dichiarato guerra. E guerra sia"
È «guerra» contro i disabili. Ancora scritte discriminatorie
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Quando si dice discriminazione chiama discriminazione. «Non è una questione di Handicap. È una questione di parcheggi. Ve lo siete fatti fare, il parcheggio riservato, rubandolo a noi residenti. Avete dichiarato guerra. E guerra sia (chiedete aiuto sui social)».

È quanto si legge su un cartello della vergogna, il secondo apparso a Cremona a distanza di pochi giorni. Appeso di nuovo sulla vetrina di quella che sarà la futura sede dell'associazione Baskin di Cremona e dell'associazione Giorgia, entrambe hanno come vocazione l'inclusività sociale attraverso lo sport e il teatro. A darne notizia sono le cronache locali, tra cui la Provincia di Cremona: al centro il tema dei parcheggi riservati alle persone con disabilità.

Già settimane fa sul cartello di avvio dei lavori di abbattimento delle barriere architettoniche in via Cadore a Cremona, qualcuno aveva pensato di scrivere parole offensive e discriminatorie:

«Una marea di handicappati qui, in via Cadore, che magari prendono pure i parcheggi riservati. Avete sbagliato via».
Ne erano seguite reazioni ferme e di condanna ai toni discriminatori dal mondo del Baskin e non solo: tra i primi a esprimere solidarietà ai colleghi cremonesi gli atleti di Baskin Futura Milano, che, in un post su Facebook avevano scritto: "La vera disabilità è la loro ignoranza". Sdegno anche da altre associazioni sportive e non: il sindaco di Cremona Gianluca Galimberti aveva rivendicato l'apertura della propria città, "attenta e aperta alle fragilità", senza dimenticare di rivolgere un invito all'anonimo che si era permesso tali parole odiose: "Ti invito ad andare a vedere una partita di Baskin, movimento fantastico, o uno spettacolo teatrale dell’Associazione Giorgia", con l'idea che conoscersi possa essere un primo passo per riconoscere le proprie diversità culturali e avere un confronto sano e bello.






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