domenica 1 dicembre 2019
In dieci punti la proposta dei padri separati per la tutela dei minori. Tempi paritetici, "coordinazione genitoriale" e doppia residenza. Il caso Bibbiano e gli allontanamenti coatti
Un partecipante a una manifestazione di padri separati (Ansa)

Un partecipante a una manifestazione di padri separati (Ansa)

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Le associazioni di genitori separati non vogliono salire sul banco degli imputati. Anzi, nel clima di questi mesi avvelenato dal caso Bibbiano, con padri e madri spesso accusati di responsabilità più o meno palesi per la sorte giudiziaria toccata ai figli minori, intendono ribadire la loro volontà di protagonismo positivo.

«Vogliamo portare il nostro contributo di esperienza per preparare un futuro migliore ai nostri figli», osserva Ernesto Emanuele, presidente delle associazioni Famiglie separate cristiane e Papà separati che ieri hanno festeggiato il 30esimo anniversario di fondazione con il convegno 'Genitori sempre, oltre la separazione'. Né torta né candeline, ma un manifesto in dieci punti che ha già ricevuto il via libera di altre associazioni, ma ora sarà condiviso con tutte le altre realtà nazionali che si occupano dello stesso problema.

Il testo, presentato dallo stesso Emanuele con l’avvocato Carlo Piazza, già presidente Anfi Lombardia, ribadisce alcuni punti fermi per la tutela dei minori nelle crisi familiari. Da una parte c’è l’esigenza di arrivare a un nuovo progetto di legge per la riforma dell’affido condiviso, dall’altro quella di evitare nuovi casi giudiziari come quello della Val d’Enza. Per il primo obiettivo le associazioni di genitori separati indicano come premessa irrinunciabile la presentazione di un 'piano genitoriale' per i figli minori (modalità di frequentazione secondo tempi paritetici, scuole, cure mediche, ecc.); ricorso alla 'coordinazione genitoriale' e supporto psicologici per i figli in caso di elevata conflittualità; doppia residenza anagrafica per i figli nella separazione; diritto dei figli a conservare rapporti significativi con i parenti di entrambi i rami genitoriali; a rimanere nel luogo dove sono cresciuti in caso di trasferimento di uno dei genitori; mantenimento diretto (ogni genitore provvede proporzionalmente al proprio reddito).

Per quanto il problema degli allontanamenti coatti si indica preliminarmente l’esigenza di modificare l’art. 403 del codice civile. In ogni caso si vorrebbe arrivare al collocamento dei minori fuori famiglia solo in caso di «gravi e accertate situazioni di pericolo», ma con la possibilità da parte dei genitori di contraddittorio e di impugnabilità immediata dei procedimenti esecutivi – interventi oggi non previsti dal diritto minorile – mentre in caso di collocamento fuori famiglia davvero motivato, si chiede di dare la precedenza a parenti e affini.

Strada davvero percorribile? Emanuela Baio, già parlamentare, tra le protagoniste della battaglia che portarono all’approvazione dell’attuale legge sull’affido condiviso (la '54' del 2006) ha invitato alla cautela, e alla ricerca di larghe intese preventive anche sul piano culturale prima che politico, mentre l’avvocato Patrizia Micai, impegnata sui casi di Bibbiano e di Finale Emilia, ha spiegato che quando a una mamma o un padre viene tolta la funzione genitoriale «serve etica e moralità, ancora prima dei diritti e dei doveri».

In precedenza ampio dibattito su genitorialità, separazione e affido coordinato da Francesco Belletti, direttore del Cisf. Lo scenario antropologico è stato tratteggiato dallo psicoterapeuta Claudio Risé, secondo cui la ferita più grave nel rapporto tra generazioni è quella di aver escluso da parte di troppi genitori l’orizzonte trascendente, mentre la psicologa Chiara Griffini (Comunità Giovanni XXIII), ha spiegato che se l’affido dev’essere pensato come una squadra – famiglia d’origine e famiglia affidataria, servizi sociali e tribunali – i genitori affidatari sono coloro che «ricuciono il sogno del figlio». Tra gli altri contributi quelli della mediatrice familiare Costanza Marzotto, della psicologa Anna Poli, del dirigente del Ministero della Giustizia, Antonio Nastasio, dell’avvocato Gigliola Guerrieri, del garante per l’infanzia della Regione Lombardia, del giurista Arturo Maniaci, del pediatria Vittorio Vezzetti.

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