Shevchenko e Kaladze, la guerra non è un gioco
la stagione delle elezioni presidenziali di Weah, vide anche il successo del georgiano ex Milan Kakha Kaladze. Il terzino ha fatto tesoro dei consigli del suo presidente Berlusconi e sei anni fa è stato eletto sindaco della capitale Tblisi. Un sindaco divisivo Kaladze, specie dopo le posizioni “morbide” prese recentemente dal suo partito, Sogno Georgiano, nei confronti della Russia di Vladimir Putin. La maggioranza dei georgiani considerano il presidente russo un dittatore e un invasore dell’Ucraina, così molti giovani hanno imbracciato il fucile per andare in soccorso dell’esercito “alleato” di Volodymyr Zelensky. Il presidente ucraino ha appena ingaggiato, pardon nominato, suo «consigliere personale» una leggenda milanista, l’eroe nazionale Andrij Shevchenko. Un altro Pallone d’oro, 2004, l’ex attaccante ucraino, un pupillo assoluto di Silvio Berlusconi che lo considerava «più bello che bravo», un autentico uomo spot del Milan del terzo millennio. Non sfondando come allenatore (è stato ct dell’Ucraina e poi una breve esperienza al Genoa: 3 punti in 9 partite, esonerato) Sheva sta ripiegando sul fronte diplomatico, e dopo aver fondato il movimento politico “Ukraine-Forward” ora ha risposto alla “chiamata alle armi” del presidente Zelensky. Il comico e il calciatore all’attacco della follia russa. Una partita giocata davvero alla morte: l’assurdo fratricidio russo-ucraino finora ha provocato oltre 25mila vittime e quasi mille sono bambini. Il medico degli ultimi della terra, Gino Strada, che non era milanista ma tifava Inter, prima di andarsene ci ricordava dal suo presidio di Emergency: «In ogni guerra 9 vittime su 10 sono civili e molto spesso sono bambini». © riproduzione riservata