Caos Fiorentina: chi salverà la Viola? Chivu comanda

Inter in vetta, in coda la squadra di patron Commisso che è allo sbando e rischia la clamorosa retrocessione in serie B
December 16, 2025
Caos Fiorentina: chi salverà la Viola? Chivu comanda
Tutta la squadra della Fiorentina dopo l'1-2 con il Verona va sotto la Curva Ferrovia a "scusarsi" con i tifosi viola che contestano giocatori e società (foto Ansa)
«Lamenta il Mister della Fiorentina: non hanno i miei ragazzi la cultura della panchina». E’ la frase di un grande tifoso viola, oltre che genio della regia. Parliamo di Dino Risi (1917-2008) che quella boutade l’aveva scritta per un libricino prezioso di suoi aforismi, Vorrei una ragazza (Asefi Editoriale, 2001). “Viola bacia tutti”, non è un titolo di Risi, ma un film del pratese Giovanni Veronesi e il remake di questo tempo triste per i tifosi fiorentini sarebbe “Viola perde con tutti”. «E’ una tragedia sportiva», grida il tifoso viola uscendo dallo stadio dopo aver assistito impotente al 9° ko stagionale della Fiorentina contro il Verona. Ma partiamo dalla cima. Chivu versione Rovazzi va a Marassi e dice alla sua Inter: “Andiamo a comandare”. Lo scudiero Bisseck e poi il maradoniano Lautaro Martinez (capocannoniere con 8 gol) obbediscono, e alla 15ª giornata la pazza Inter sorpassa Milan e Napoli e con 33 punti vola al comando in solitaria. Scendiamo rapidi allora dalla vetta alla coda, dove c’è questa povera Fiorentina in caduta libera. La Viola di un anno fa, quella di “Don Raffaè” Palladino, tanto criticata perché centrò solo la qualificazione in Conference League, è praticamente rimasta la stessa squadra, ma dopo 15 partite e dopo due allenatori al timone (Pioli e ora Vanoli a rischio esonero, arriva Iachini?) non è ancora riuscita a vincere una sola partita. Il piatto piange: 6 pareggi e 9 pesantissime sconfitte. Cose mai viste al Franchi, che nel frattempo si sta rifacendo il trucco, ma per chi? È una Caporetto gigliata e pare senza fine, come il ritiro minacciato e appena iniziato. Giocatori irriconoscibili, a cominciare da capitan Ranieri per finire con l’ex bomber Moise Kean tornato ad essere lo spallone italiano dei tempi della Juve: tanto movimento per nulla, appena 2 gol in campionato. Il presidente calabroamericano Rocco Commisso si è scusato con i tifosi per la “latitanza” da Firenze e per ora rispedisce al mittente l’ipotesi di imminente cessione del club. Ma da quando Rocco è rimasto senza il suo fratello e factotum viola, il compianto Joe Barone, non può permettersi di delegare a distanza. Risalendo ai piani alti, il Milan che ora insegue a -1 l’Inter continua a non togliersi il Sassuolo dalla scarpa. Fedeli alla cabala, gli emiliani a San Siro fanno dannare il diavolo e rizzare i pochi capelli a Max Allegri che non potendo contare su delle punte vere dopo Pulisic cecchino da 7 gol si ritrova il “terzino goleador”. È Davide Bartesaghi, 19 anni, di cui dieci trascorsi nella cantera rossonera con tanto di lancio nel Milan Futuro, in, C prima della promozione in prima squadra, in cui, specie dopo la doppietta rifilata al Sassuolo, qualcuno vagheggia un futuro alla Paolo Maldini e invoca “in Nazionale subito!”. Comunque, il doppio Bartesaghi che difende e segna maldineggiando, non è bastato a superare l’ostacolo Sassuolo di Fabio Grosso e alla fine Allegri è quasi contento: «Buono il pari, potevamo anche perderla questa partita». Chi perde match e primato è il Napoli, punito a Udine dall’eurogol dell’olandese volante Jurgen Ekkelenkamp, uno dei tanti elementi della legione straniera del club di patron Pozzo. Settimo ko lontano dal Maradona per Conte che ha visto i suoi «troppo timorosi e preoccupati», e con il suo ghigno viperino li invita a tirare fuori la “cazzimma”. Sembra di risentire la ripassata di capo che FantAntonio fece dopo la sconfitta di Bologna. A proposito del Bologna, si ferma contro una Juventus spallettiana che alterna momenti di calcio di respiro internazionale (vedi le magie del “delpierino” Yldiz) ad attimi fuggenti da provinciale che guarda alla vetta dal basso (-7) e dà la sensazione di non sapere ancora come fare per arrivare fin lassù. Lassù si arrampica la Roma di Gasperini il carbonaro che la sfanga di misura contro il Como settebellezze di Fabregas, squadra che fa cose da Paz ma che quando si specchia troppo alla fine viene punita: dopo il 4-0 con l’Inter becca anche all’Olimpico. Decide il match il pelide Wesley che dopo due sconfitte di fila riporta i giallorossi tra le magnifiche quattro e a tre punti vista Inter.

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