"Gasp", che Roma! Allegria Milan, una vittoria anche per l'Ornella
Gasperini ha già messo la sua cifra stilistica sui giallorossi che svettano in testa. Il derby vinto dai rossoneri avrebbe fatto felice la Vanoni

Non succede, ma se succede…», è il tam tam del popolo romanista che non ricordava più l’ebbrezza del viaggiare ad alta quota e più in alto di tutti. La Roma di Gian Piero Gasperini cala il tris a Cremona e vola ancora una volta in testa, ma in solitaria e manda un messaggio forte e chiaro al Napoli campione in carica e alle due potenze meneghine che si sono appena affrontate con vittoria del Milan, e di questo poi ne parleremo. Restiamo a Roma capoccia del mondo infame che a Cremona per sbaragliare la classe operaia capitanata dall’inglese e metallurgico Vardy, non ha dovuto neanche schierare i pezzi forti, Dybala e Dovbyk. Anche avesse voluto poi i due erano infortunati, ma ben sostituiti dal furetto Soulé che segna alla Dybala e a chiudere per l’1-3 «la rete della svolta», secondo Gasperini, il duttile Wesley, il quale sarebbe una pedina di destra ma l’alchemico mister Gian Piero lo schiera a sinistra e con ottimi risultati, gol a parte. In mezzo c’è stato il ritorno alla rete di Ferguson: l’ex Brighton l’ultimo gol lo aveva realizzato in Premier nel lontano 26 ottobre 2024. E se segna anche Ferguson allora questa è una Roma alla “Gasperson” che può andare molto lontano. Anche perché è una squadra benedetta: beneficia del tifo speciale di papa Leone XIV e la storia racconta di due precedenti scudetti vinti nell’anno giubilare: nell’83 e nel 2001 sotto papa Giovanni Paolo II. Non c’è due senza tre, temono i cugini laziali che scioperano in Curva Nord ma respirano dopo la terza vittoria casalinga di fila contro il Lecce, e anche qui ritorno al gol dell’imponderabile Noslin. Risalendo i quartieri alti dunque Roma comanda davanti al Napoli che con il 3-1 all’Atalanta di Palladino (male la prima da subentrante a Juric) spazza via il polverone polemico alzato da Antonio Conte dopo il ko del Dall’Ara. La tana dell’irriducibile Bologna di Vincenzo Italiano che non si ferma neanche a Udine (1-3) e si piazza al 3° posto assieme all’Inter. La grande sconfitta di giornata è la formazione di Chivu: lascia il derby al Milan di Max Allegri che vince di cortissimo muso (0-1). Dopo aver perso ai punti il primo tempo (due pali e vari tentativi dell’Inter) nella ripresa i rossoneri fanno un tiro un gol, il 7° di “capitan America” Pulisic (cito il miglior telecronista Rai, Stefano Bizzotto) sempre più capocannoniere. Il derby della Madonnina va alla squadra del cuore di nostra signora della canzone Ornella Vanoni che ci ha appena lasciato. E parafrasando uno dei suoi brani più celebri, ha vinto chi c’ha messo "La voglia la pazzia l'incoscienza l'allegria". Allegri vorrebbe che questo per il Milan fosse un attimo senza fine, ma per sognare serve un Modric full time fino alla 38ª giornata e poi, sia il conte Max a Milanello che Gasperini a Trigoria a gennaio si aspettano l’arrivo di un attaccante di peso per arrivare fino in fondo alla corsa scudetto. Solo così possono ancora sognare e avere la certezza di non mancare "L’appuntamento".
© RIPRODUZIONE RISERVATA





