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La “Confessione” di Stella Pende

Andrea Fagioli martedì 24 maggio 2022
Sono tornate il sabato in seconda serata su Rete 4 le inchieste di Confessione reporter, il programma di Stella Pende, a cura di Sandra Magliani, giunto al ragguardevole traguardo dei dieci anni. La nuova edizione, che comprende quattro appuntamenti, si è aperta con un reportage da Cuba teso essenzialmente a dimostrare l'evoluzione sociale dell'isola caraibica e l'ingiustizia dell'embargo praticato dagli Stati Uniti. Per farlo la giornalista di Rete 4 ha puntato su quella che con una certa enfasi romantica ha definito «una storia d'amore tra gli scienziati cubani e Cuba», riferendosi al fatto che gli abitanti si erano ritrovati «devastati dal Covid, soli e abbandonati» e che gli scienziati locali lavorando per quattro mesi giorno e notte sono riusciti a creare un vaccino tutto loro e a vaccinare rapidamente la quasi totalità della popolazione. Il vaccino non è stato ancora autorizzato dall'Organizzazione mondiale della sanità, non per dubbi sull'efficacia, bensì per un problema di livello standard degli impianti di produzione. Intanto, però, a Cuba stanno arrivando molte troupe televisive straniere per saperne di più. E così ha fatto anche Stella Pende realizzando interviste con scienziati, medici e gente comune. E questa è anche la parte più interessante dell'inchiesta. Più discutibile, invece, la scelta di portare ad esempio della crescita del Paese l'aspetto sessuale e in particolare il fatto che a Cuba, adesso, il cambio di sesso è a spese dello Stato e avviene in strutture caratterizzate da «accoglienza e calore». Non c'è dubbio che fosse vergognosamente inaccettabile considerare l'omosessualità un reato, come succedeva fino a qualche anno fa a Cuba, ma attenzione a non fare l'errore opposto di considerare la transizione gratuita un forte elemento di emancipazione.