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Green pass. Controlli a rilento nelle scuole paritarie: «Noi esclusi dalla App»

Redazione interni mercoledì 15 settembre 2021

Buona la prima, e anche la seconda. Nessun problema nemmeno ieri per la piattaforma “a semafori” che consente di verificare il possesso del Green pass da parte del personale scolastico (docenti e amministrativi) e dei genitori degli studenti che sono entrati negli istituti. Le scuole possono contare sulla App, che ogni mattina offre istantaneamente il quadro della situazione con aggiornamenti in tempo reale (ad esempio sulla scadenza del certificato) nel rispetto della privacy: un sistema nato per agevolare le procedure e che finora sta funzionando visto che ci sono state «molte meno richieste di aiuto di quelle attese », come spiegano dall’help desk, il servizio telefonico di supporto per i dirigenti scolastici e al personale da loro delegato. Peccato che tutto questo valga solo per le scuole statali.

Devono infatti controllare uno a uno i Qr Code di docenti e personale i presidi delle scuole paritarie, perché a questo tipo di scuole sono estese solo alcune delle funzionalità del Sidi, il sistema del ministero dell’Istruzione che nell’applicazione per il controllo del Green pass dialoga con quello del ministero della Salute. Da settimane si sapeva che la piattaforma è attiva completamente solo per le scuole statali, ma ora il problema ha manifestato i suoi effetti con il ritorno in aula, «rendendo complessi, lunghi e tortuosi i controlli », come denuncia Daniele Nappo, direttore dell’Istituto Freud di Milano, che si è fatto portavoce del disappunto di altre paritarie. Il motivo è che «sono estese alle paritarie solo alcune delle funzionalità della App – conferma Paolo Maino, della direzione nazionale Disal, l’associazione dei dirigenti delle scuole autonome e libere –: tutto ciò che riguarda l’aspetto didattico, la gestione degli studenti e l’inserimento anagrafe scolastica è pressoché allineato.

Quello che riguarda il personale, invece, nel Sidi non c’è. Un discrimine legato anche ai contratti e all’arruolamento, diversi fra le scuole statali e quelle paritarie. Risultato: un importante aggravio nelle operazioni di prima mattina, per cui in pratica va dedicata una risorsa solo a questo lavoro. Nelle scuole che hanno solo classi dell’infanzia e della primaria, con 15-20 dipendenti, è un problema relativo, «ma per quelle più grandi, che magari hanno dalle elementari al liceo, è un importante aggravio nelle operazioni di prima mattina» continua Maino.

«Una scelta incomprensibile – rimarca Nappo – che chiediamo di modificare subito». Intanto è cominciata ieri a Roma, con l’aiuto dei sanitari dell’Asl Roma 2, la sperimentazione volontaria dei test salivari all’istituto Pallavicini. Si tiene un tampone sotto la lingua per un paio di minuti a casa, poi lo si chiude in una provetta e si consegna alla scuola, dove lo ritirerà la Asl per l’esame in laboratorio: funzionerà così l’autosomministrazione per gli studenti delle “scuole sentinella”, elementari e medie. Una forma di screening per contenere i focolai di Covid, simile a quella in cui confida anche il governatore del Trentino Alto Adige Arno Kompatscher, mentre dopo nemmeno dieci giorni di lezioni almeno otto classi altoatesine fanno i conti con quarantena e Dad per casi di positività fra alunni o professori.

In Provincia di Bolzano non è indifferente la presenza No-vax ma, se emerge un solo positivo nel gruppo classe, la Dad scatta solo per chi non partecipa allo screening permanente con i test nasali, e per loro la quarantena è di 14 giorni, più lunga che per gli altri. Non è escluso che in futuro i test salivari siano estesi dalle scuole sentinella a tutte le altre, come ha spiegato Barbara Floridia, sottosegretario all’Istruzione: «Dobbiamo monitorare il contagio e i 110mila studenti al mese in tutte le Regioni che riusciremo a controllare grazie a questa strategia. Dopodiché vediamo tra qualche mese che cosa accadrà». L’andamento dei contagi su personale docente, non docente e studenti sarà descritto, per altro, a partire da lunedì prossimo proprio sul portale Sidi, grazie ai dati comunicati ogni settimana da ciascuna scuola. Intanto è incoraggiante quello delle vaccinazioni per gli under 40: secondo gli ultimi aggiornamenti ufficiali, nella fascia 12-19 anni ha raggiunto il 62% la quota di chi ha ricevuto la prima dose, mentre il dato per i trentenni (69%) resta più basso che per i ventenni (75%).