Il docufilm “Pontifex” mette al centro la speranza
Daniele Ciprì affronta i temi del Giubileo e le grandi domande della vita con monsignor Rino Fisichella e mostra immagini inedite di papa Francesco

Nel buio che attraversa i nostri tempi (e spesso le nostre vite) difficili, la parola Speranza non è un’utopia, ma una luce che cambia la nostra prospettiva e le nostre esistenze. Ci aiuta a chiarirlo con lucidità di pensiero, potenza dei gesti e profondità di narrazione Pontifex, il docufilm diretto dal David di Donatello e Nastro d’Argento Daniele Ciprì, presentato ieri in anteprima alla Festa del Cinema di Roma. Nato dal soggetto di Massimo Maria de’ Cavalieri e sviluppato con la sceneggiatura del professor Arnaldo Colasanti, prodotto da Mnemosyne e OvePossibile, Pontifex è un’opera intensa, profonda che intreccia testimonianza, spiritualità e recitazione. Patrocinato dal Dicastero Vaticano per l’Evangelizzazione, sarà nelle sale dal 24 al 26 novembre con Filmclub distibuzione.
Il doc ruota intorno al tema del Giubileo 2025 indetto da papa Francesco, con uno stile originale e coinvolgente capace di intrecciare, con una logica che parla al cuore e commuove, le parole sulla speranza e sul ruolo della Chiesa contenute nell’intervista a monsignor Rino Fisichella, le immagini delle visite ai più fragili di papa Francesco, le riflessioni poetiche interpretate dagli attori Rossella Brescia, Cesare Bocci e Gianni Rosato e le straordinarie immagini d’archivio dei precedenti giubilei dell’Istituto Luce e di Vatican Media.
Daniele Ciprì, in poco più di un’ora dal ritmo serrato e dal linguaggio fruibile e accattivante, ci pone davanti alle domande più impegnative della vita, cui la fede dona una prospettiva di speranza. Grazie innanzitutto all’intervista esclusiva, al centro del documentario, a monsignor Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione. Il quale si confronta con temi centrali del dibattito contemporaneo, utilizzando un linguaggio accessibile, essenziale, ma capace di trasmettere la dirompente forza della Speranza. «La speranza ci fa vedere la bontà e la bellezza del futuro e ci aiuta a dare un senso al presente» spiega monsignor Fisichella per il quale il senso di questo Giubileo 2025 è «pensare che ogni 25 anni ci è data una opportunità: di ripensare a noi stessi, di metterci in cammino verso una meta, di scoprire nel profondo il nostro rapporto con Dio. Attraversare quella porta per ritrovare chi sono e scoprire il valore di chi mi sta accanto». Molti sono gli ostacoli che si frappongono che Fisichella affronta con umanità e chiarezza di pensiero: il senso del dolore, la malattia, la perdita di speranza dell’umanità di oggi, i cambiamenti antropologici indotti dall’intelligenza artificiale per cui occorre «restituire al pensiero la sua forza» aggiunge, sottolineando anche il contributo culturale della Chiesa in 2000 anni di storia, sempre sostenuto dalla fede.
Le risposte si alternano alle sequenze inedite, concesse da Vatican Media, delle celebri “Visite del Venerdì della Misericordia” compiute da Papa Francesco durante l’Anno Giubilare 2016: incontri sorprendenti e toccanti con malati, anziani, disabili, bambini, realtà spesso invisibili raggiunte dal Pontefice con grande umanità. Immagini che, insieme ai materiali d’archivio dell’Istituto Luce ci fanno ripercorrere anche i giubilei indetti in passato, da Pio XII a Giovanni Paolo II, passando anche per le commoventi immagini dei fedeli in preghiera per la morte di Giovanni XXIII nel 1963 sino ad arrivare alle accorate parole di pace pronunciate da papa Leone XIV appena eletto quest’anno.
Il tutto alternato ad intriganti ed affascinanti inserti di fiction che danno corpo a una narrazione simbolica e universale. In un dialogo immaginifico tra tre personaggi – una donna (la Speranza), un uomo (il Suicida) e una figura terza (il Mondo) – il documentario riflette sul rapporto tra l’essere umano e la fede, tra la crisi e la ricerca di senso. Particolarmente efficaci gli attori Rossella Brescia, Cesare Bocci e Gianni Rosato che si muovono tra i luoghi sacri più ricchi di spiritualità di Roma, dalla Basilica di Santa Croce in Gerusalemme a quelle di Santa Sabina e San Lorenzo in Lucina, valorizzati dalla fotografia suggestiva di Ciprì. Alle tre voci il compito di rappresentarci, nelle nostre fragilità e insicurezze, ma anche nel nostro accorato desiderio di vita: pronunciano parole ricche di poesia per spingerci verso l’alto nonostante il buio del non senso tenti di riassorbirci. La Speranza ci parla direttamente: «La fede è intelligenza naturale che ci porta a dire: non abbiate paura». Perché, come ricorda monsignor Fisichella, «c’è un momento della storia in cui la Verità irrompe» ed è quando «Dio si è fatto uno di noi».
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