Il design e la tecnologia italiana e "le meraviglie di domani"
di Davide Re
Alla Fabbrica del Vapore di Milano la mostra racconto "An Archive of possible machines - 80 anni di Candy: tecnologie visionarie dall'archivio"

Ottant’anni di innovazione raccontati non solo attraverso gli oggetti, ma come parte di un racconto collettivo sul progresso e sul quotidiano. Un racconto che intreccia, appunto, storie di macchine con quelle dell’umanità in un contesto domestico, che segue lo scorre del tempo e i cambiamenti della società, in particolare di quella italiana. Alla Fabbrica del Vapore di Milano (via Giulio Cesare Procaccini, 4), fino al 9 novembre (dalle 10 alle 19, ingresso libero), Haier Europe, con il patrocinio del Comune capoluogo di Regione, celebra l’ottantesimo anniversario di Candy con la mostra An Archive of Possible Machines – 80 anni di Candy: tecnologie visionarie dall’archivio, progetto dell’artista Mattia Balsamini, per la curatela di Andrea Tinterri. Un percorso che intreccia arte, design e memoria industriale, restituendo la storia di un marchio che ha accompagnato l’Italia dalla ricostruzione del dopoguerra fino alla rivoluzione digitale della casa connessa, quella pensata fin dagli anni ’50 come quella del futuro, dove nel comfort domestico potevano trovare spazio sia robot che elettrodomestici capaci di svolgere – a comando vocale – più funzioni, in pratica tutto quello che oggi chiamiamo domotica. In questo percorso molto ha fatto il design capace di assembleare funzionalità meccanica che danno sostanze, il gusto per la forma e di visione del futuro.
Nata nel 1945 come Officine Meccaniche Eden Fumagalli, Candy presentò un anno dopo la prima lavatrice interamente progettata e prodotta in Italia. Da allora, tra invenzioni e campagne pubblicitarie entrate nell’immaginario (in una il robot Tic diceva “Tante grazie, è Candy”), il marchio ha seguito e spesso anticipato le trasformazioni della società: l’Italia che rinasce negli anni Cinquanta, il boom economico, l’avvento del design democratico negli anni Settanta, la globalizzazione dei Novanta e, più di recente, la domotica integrata con l'intelligenza artificiale.
“Candy rappresenta una pagina fondamentale del progresso tecnologico e sociale in Italia, avendo trasformato le abitudini quotidiane e i consumi di milioni di famiglie. Con questa mostra celebriamo l’eredità di un marchio che ha diffuso nel mondo l’ingegno e il design italiani e che oggi guarda avanti con una visione internazionale e sostenibile,” spiega Karim Bruneo, direttore Comunicazione e Relazioni istituzionali di Haier Europe. “Ogni prodotto nasce da un’idea di funzionalità intelligente, dove la forma segue l’uso e l’innovazione diventa parte dell’esperienza domestica. Questi progetti artistici raccontano dunque la capacità di trasformare la tecnologia in un gesto familiare, di rendere il design accessibile e umano, capace di incidere profondamente sulla cultura abitativa in Italia e non solo,” aggiunge Federico Ferretti, head of Design, Med Haier Europe.
La mostra curata da Tinterri evita l’omaggio celebrativo per costruire una narrazione poetica e non nostalgica, ma quasi pontiera tra un passato e un futuro ancora tutto da divenire. Dieci lavori fotografici di Balsamini ricompongono un archivio di “macchine possibili”, dove la memoria industriale si fa materia viva, permeabile, pronta a generare nuove forme di immaginazione. Gli scatti sono esposti su scaffalature industriali originali, trasformate in elementi scultorei: una metafora della storia produttiva italiana che sorregge il pensiero del futuro, del divenire. Il percorso culmina con la Candy MultiWash, la prima lavatrice a tre cestelli indipendenti, simbolo di una nuova era del brand. Un oggetto che non è solo innovazione tecnologica, ma una rilettura del tempo domestico: la possibilità di gestire in simultanea attività e bisogni diversi riflette il ritmo delle famiglie contemporanee, dove la casa diventa spazio dinamico e connesso. Dove i cestelli più piccoli e indipendenti servono per le esigenze particolari dei diversi abitanti della casa, come i bambini piccoli o gli animali, che hanno anche loro il corredo di oggetti e accessori che vanno lavati e igienizzati. È la continuità di una filosofia che, fin dal dopoguerra, ha posto l’accento su una tecnologia “umana”, capace di liberare energie e ridefinire abitudini, anche perché l’innovazione come l’arte contemporanea ha un inizio, ma non una fine.
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