giovedì 1 novembre 2012
​Quattro sconfitte in dieci gare hanno messo a rischio la panchina dell'allenatore boemo. I suoi schemi non si vedono, la scommessa sembra persa. Decisive le prossime due sfide per evitare l'esonero.
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"Non funziona niente". Con appena tre parole Francesco Totti ha fotografato il momento negativo della Roma di Zeman, naufragata a Parma e scivolata a otto lunghezze da quel terzo posto in classifica che rappresenta l'unica ciambella di salvataggio cui aggrapparsi per evitare un'altra stagione fallimentare.Le quattro sconfitte in appena dieci partite giocate, le rimonte subite, i 19 gol presi che fanno della Roma la squadra con la peggiore difesa di tutta la Serie A, il doppiaggio in termini di punti confezionato dalla Juventus (28 contro 14), i casi interni legati alle situazioni di De Rossi, Pjanic e Destro, sono la spia di una apparente incompatibilità tra squadra e allenatore. La tanto attesa Zemanlandia non solo non si è ancora mai vista, ma i lavori appaiono in preoccupante ritardo. "La squadra non fa quello che vuole il mister - ha infatti ammesso Totti dopo il ko del Tardini - Non abbiamo metabolizzato quello che vuole. Di quello che ci chiede mettiamo in pratica il 50%".Insomma, dopo quattro mesi di lezioni da parte del boemo, la Roma non ha ancora la sua rotta, naviga a vista. La colpa? "È nostra, di noi giocatori. Prima facciamo quello che dice Zeman, prima usciamo da questo tunnel - l'ammissione di responsabilità del gruppo per bocca di Totti, ma probabilmente non sposata da tutto lo spogliatoio - Se ci sono i giocatori adatti a fare il suo gioco? Lui dice di sì Non possiamo comunque fare un altro anno di transizione, basta". Parole che tirano in ballo anche la dirigenza. Dopo l'azzardo Luis Enrique, la scelta di riportare Zeman nella Capitale si sta rivelando un abbaglio. L'entusiasmo con cui era stato accolto il boemo (ottima campagna abbonamenti e stadio Olimpico vestito a festa per le prime uscite) è via via scemato, tanto che adesso in molti ne chiedono l'allontanamento assieme proprio a Baldini e Sabatini, colpevoli agli occhi dei tifosi di valutazioni sul mercato che si stanno rivelando errate. I due dirigenti, sempre più preoccupati per la brutta piega che ha preso la stagione, alla ripresa degli allenamenti a Trigoria hanno assistito al lavoro sul campo della squadra e poi si sono ancora una volta confrontati con Zeman per analizzare la situazione e discutere di possibili accorgimenti necessari per uscire da una crisi di prestazioni e risultati che sta deludendo anche la proprietà americana. Lo spartiacque dell'avventura del boemo sulla panchina giallorossa sarà a questo punto il derby, in programma tra 10 giorni all'Olimpico subito dopo la gara interna col Palermo. Un successo nella stracittadina con la Lazio regalerebbe al tecnico un bonus di tempo per far assimilare meglio al gruppo le proprie idee, una sconfitta viceversa ne azzererebbe la credibilità mettendo a serio rischio la sua posizione.
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