venerdì 29 dicembre 2023
A conclusione dell’anno del centenario della nascita escono le lettere scambiate tra la poetessa premio Nobel e Filipowicz, anche lui scrittore
La poetessa Wisława Szymborska (1923-2012), premio Nobel per la Letteratura 1996

La poetessa Wisława Szymborska (1923-2012), premio Nobel per la Letteratura 1996 - Epa

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Si conclude tra pochi giorni, con la fine del 2023, il centesimo anniversario dalla nascita di Wisława Szymborska, poetessa, Nobel per la Letteratura nel 1996, con un volume che bene raccoglie tutta la sua ironia, la sagacia, l’acume e l’intelligenza, ma anche lo sguardo sul mondo, la profondità, la sensibilità, mostrando non solo la scrittrice ma la persona dietro alla scrittura, nonché il tempo e il luogo in cui viveva. Il volume si intitola Wisława Szymborska e Kornel Filipowicz – Meglio di tutti al mondo sta il tuo gatto. Lettere 1966-1985, pubblicato da Elliot edizioni (pagine 448, euro 25,00) con la traduzione dal polacco di Giulia Olga Fasoli.

Se Szymborska non ha bisogno di presentazioni, è bene invece dire brevemente due note su Kornel Filipowicz, scrittore, romanziere, sceneggiatore e poeta polacco, noto per la scrittura in forma breve. I due, Szymborska e Filipowicz, intrattennero un legame stretto e si amarono per oltre vent’anni, senza però mai abitare insieme. Questa distanza stimolò perciò un’intensa corrispondenza di lettere in cui si alternano toni divertenti a momenti lirici, elementi del quotidiano (il prezzo della carne, le medicine da prendere, i risultati delle battute di pesca di Filipowicz, ma anche personaggi di fantasia o secondari, come la signora delle pulizie, e alcune buffe schermaglie su piccole cifre di denaro che si devono a vicenda: «Kornel, mi devi 3,75. Scusami, Wisława, ma ti ho già restituito 25 grosz!»), fino alle considerazioni sulla loro scrittura o su quella degli amici, poeti, scrittori, intellettuali.

Scritte in un lungo arco di tempo (1966-1985), le lettere attraversano alcuni grandi eventi storici come l’invasione della Cecoslovacchia nel 1968 (avvenimento che fu per entrambi particolarmente drammatico) e alcuni piccoli momenti della vita, ma tra le tante cose e figure, in queste lettere, emerge quella che dà il titolo al libro, ovvero il gatto di Kornel Filipowicz, che dopo la morte del suo padrone diventerà anche protagonista della celebre poesia di Szymborska Il gatto in un appartamento vuoto: «Morire – questo a un gatto non si fa».

lo scrittore Kornel Filipowicz (1913-1990)

lo scrittore Kornel Filipowicz (1913-1990) - WikiCommons

Per meglio comprendere il tono delle lettere, per esempio, in Lettera per Striato, Szymborska scrive che «il mondo è senza pietà per i giovani gattini che tendono a fantasticare», e Filipowicz risponde: «La tua lettera a “Striato” è arrivata ieri, gliel’ho letta, ma non gliel’ho data in mano (nella zampa) perché avevo paura che la perdesse da qualche parte o che la nascondesse in modo tale che non la si sarebbe più trovata».

Nel volume, inoltre, sono riprodotti anche i collages, le cartoline e i disegni che spesso accompagnavano queste lettere, mostrando – ancora una volta – un lato meno conosciuto dell’universo della poetessa, che pochi mesi fa è stata anche protagonista di una mostra monografica a Genova proprio sui collage e le opere grafiche: è bene ricordare che Szymborska ha frequentato le avanguardie, era amica di Tadeusz Kantor, pittore, scenografo e regista teatrale polacco, uno dei grandi artefici dell’arte polacca contemporanea, e fin da giovane si è cimentata nel mondo dell’illustrazione, passando dai collages – ovvero quella che per lei era la dimensione più conviviale della creatività – realizzati con diverse combinazioni di parole e immagini.

Questo libro però è soprattutto un dialogo epistolare d’amore, un discorso ininterrotto fra due persone in là con gli anni (all’inizio della corrispondenza Szymborska aveva più di quarant’anni e Filipowicz più di cinquanta) colte nel mezzo della loro vita da un sentimento inaspettato, durato fino alla morte, perché «non si può vivere senza legami», per citare Baumgartner, protagonista dell’ultimo libro di Auster.

Per meglio contestualizzare il mondo in cui si muovevano queste lettere è necessario inoltre «ricordare che si tratta di una realtà precedente ai cellulari e a internet. Persino una telefonata da Zakopane a Cracovia costituiva un’impresa. Le uniche forme per comunicare – è scritto nella prefazione – rimanevano le lettere o i telegrammi e le uniche fonti di informazioni non censurate erano le trasmissioni radio occidentali e la stampa occidentale che non arrivava con regolarità, oppure una conversazione privata con qualcuno».

Come è spiegato nella nota all’edizione polacca, tutta la corrispondenza dei due si trova attualmente, per volere della Premio Nobel, nella Biblioteca Jagellonica a Cracovia e fa parte della fondazione che porta il suo nome. L’edizione italiana del carteggio, altresì, segue la struttura dell’edizione polacca, in cui alle lettere si alternano i commenti in corsivo, fondamentali per ricostruire il contesto dei riferimenti culturali, che comunque talvolta restano indecifrabili, poiché appartenenti al segreto del sentimento custodito dai due protagonisti delle missive.

«Ti bacio, amore, e ricorda le nostre conversazioni, Kornel». E così Wisława: «Desidero tanto che tu sia in buona salute e di buon umore. Il miagolio del tuo gatto attraversa la quiete della notte e arriva fino alla mia strada. Chi sta meglio di tutti al mondo è il tuo gatto, perché sta con te».

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